Il Pd deve indicare il candidato sindaco di Frosinone: sono stati fatti talmente tanti nomi che chiunque potrà dire di aver pronosticato quello giusto: Domenico Marzi, Angelo Pizzutelli, Michele Marini. Nessuno però ha avuto il fegato di fare l’unica analisi che non può essere smentita: la candidatura a sindaco di Mauro Vicano ha avuto come primo effetto quello di ricompattare un centrodestra fino a poche settimane fa balcanizzato.
Significa che si tratta di una candidatura forte, alla quale per oltre un anno ha lavorato Francesco De Angelis, costruendo tutte le condizioni richieste per il Campo Largo. Ci riferiamo naturalmente all’accordo con il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli, con la lista di Luigi Vacana (e Biagio Cacciola) e con il gruppo di Carmine Tucci e di Carlo Gagliardi. Ci riferiamo naturalmente all’accordo tra Mauro Vicano e il capogruppo del Pd Angelo Pizzutelli, che da oltre un anno ha lavorato per sdoganare Vicano in ambienti elettorali importanti. Ora nessuno sembra ricordarlo.
Improvvisamente, poche ore prima che Mauro Vicano partecipasse alla prima riunione del centrosinistra “allargato”, si è scoperto che non andava bene, che l’ex direttore generale della Asl è divisivo (!), che con lui il centrosinistra può scordarsi il Campo Largo. Improvvisamente il Partito Democratico indietreggia, spaventato e sorpreso dagli alleati ma anche dai “franchi tiratori” interni che erano rimasti al coperto. Come sempre.
Viene da pensare che il “bersaglio grosso” sia Francesco De Angelis, presidente del Consorzio industriale unico, leader del partito da decenni. Da sempre ingombrante, come tutti quelli che arrivano a determinati livelli perché dimostrano di avere il “quid” e gli attributi. Adesso il centrosinistra è arrivato al limite, peggio non può fare.
Nel 2017 ha “bruciato” una candidatura a sindaco del livello di Fabrizio Cristofari, presidente dell’ordine dei medici. Nel 2012 ha mandato a “schiantarsi” due ex sindaci come Domenico Marzi e Michele Marini. Ora ha sacrificato Mauro Vicano. Nessuno se la sente di accettare: non Michele Marini, non Angelo Pizzutelli, non Norberto Venturi Nessuno. Nemmeno Domenico Marzi, che ancora non è definitivamente fuori gioco.
Abbiamo scoperto che il Pd per fare il nome di un suo candidato sindaco deve avere il permesso del Movimento Cinque Stelle, di Articolo 1, di Azione, di Frosinone in Comune. Ma pare anche, ci raccontano fonti che vogliono restare “coperte”, del circolo bocciofilo. Naturalmente scherziamo, però il Partito Democratico deve chiedersi perché è arrivato fino a questo punto. Mauro Vicano è il candidato di Francesco De Angelis? Allora non va bene, hanno sentenziato “compagni” e alleati.
Il paradosso dei paradossi è che Mauro Vicano può candidarsi ugualmente, con delle liste civiche e forse con l’appoggio di qualche partito. Vogliamo raccontarci che lo fa “contro” Francesco De Angelis? Può darsi invece che Francesco De Angelis sia stanco dei diktat dei vari cespugli e fili d’erba. Sicuramente il leader del Pd ha le sue responsabilità politiche. L’errore non è stato quello di dare per scontato che tutti avrebbero seguito le sue scelte (tutti i leader sono convinti di essere autoreferenziali e avere il crisma dell’infallibilità papale), l’errore è stato quello di essersi allineato al principio dell’uno vale uno del Movimento Cinque Stelle.
Non è così: che valore possono avere veti di liste che hanno percentuali da prefisso telefonico di una volta? Accettare questa subalternità culturale ha compromesso un anno nel quale era stato svolto un raffinato lavoro di preparazione. Ad oggi non è ancora finita: se il legislatore ha stabilito la durata di un mese della campagna elettorale, un motivo ci sarà. La soglia di attenzione dei cittadini ha dei tempi e dei meccanismi di selezione. Come è giusto che sia. Mancano più di tre mesi alle elezioni vere e proprie.
Il centrodestra ha tutti i favori del pronostico, si è ricompattato e marcia deciso verso le primarie che lanceranno ufficialmente la candidatura di Riccardo Mastrangeli. Questo però non significa che il centrosinistra parta battuto. Deve però fare i conti al proprio interno una volta per tutte, senza paura di scoprire che sono mancati coraggio e lealtà. Meglio una brutta verità che una pietosa bugia. Buongiorno Ciociaria.