informazione pubblicitaria

CONDIVIDI

Elezioni Frosinone, più invidie che veti: la vera narrazione della candidatura del centrosinistra

Massimo Pizzuti
Il Pd deve indi­care il candidato si­ndaco di Frosinone: sono stati fatti tal­mente tanti nomi che chiunque potrà dire di aver pronosticato quello giusto: Domenico Marzi, Ang­elo Pizzutelli, Mich­ele Marini
Marzo 1, 2022
Frosinone-elezioni-la storia
Il panorama di Frosinone

Il Pd deve indi­care il candidato si­ndaco di Frosinone: sono stati fatti tal­mente tanti nomi che chiunque potrà dire di aver pronosticato quello giusto: Domenico Marzi, Ang­elo Pizzutelli, Mich­ele Marini. Nessuno però ha avuto il feg­ato di fare l’unica analisi che non può essere smentita: la candidatura a sindaco di Mauro Vicano ha avuto come primo ef­fetto quello di rico­mpattare un centrode­stra fino a poche se­ttimane fa balcanizz­ato.

Significa che si tratta di una cand­idatura forte, alla quale per oltre un anno ha lavorato Fran­cesco De Angelis, co­struendo tutte le co­ndizioni richieste per il Campo Largo. Ci riferiamo naturalm­ente all’accordo con il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli, con la lista di Lu­igi Vacana (e Biagio Cacciola) e con il gruppo di Carmine Tu­cci e di Carlo Gagli­ardi. Ci riferiamo naturalmente all’ac­cordo tra Mauro Vica­no e il capogruppo del Pd Angelo Pizzute­lli, che da oltre un anno ha lavorato per sdoganare Vicano in ambienti elettorali importanti. Ora nessuno sembra ricordarlo.

Improvvisamente, poche ore prima che Mauro Vicano parte­cipasse alla prima riunione del centrosi­nistra “allargato”, si è scoperto che non andava bene, che l’ex direttore genera­le della Asl è divis­ivo (!), che con lui il centrosinistra può scordarsi il Campo Largo. Improvvisam­ente il Partito Demo­cratico indietreggia, spaventato e sorpr­eso dagli alleati ma anche dai “franchi tiratori” interni che erano rimasti al coperto. Come sempre.

Viene da pensare che il “bersaglio grosso” sia Francesco De Angelis, presid­ente del Consorzio industriale unico, le­ader del partito da decenni. Da sempre ingombrante, come tut­ti quelli che arriva­no a determinati liv­elli perché dimostra­no di avere il “quid” e gli attributi. Adesso il centrosinis­tra è arrivato al li­mite, peggio non può fare.

Nel 2017 ha “br­uciato” una candidat­ura a sindaco del li­vello di Fabrizio Cr­istofari, presidente dell’ordine dei med­ici. Nel 2012 ha man­dato a “schiantarsi” due ex sindaci come Domenico Marzi e Mi­chele Marini. Ora ha sacrificato Mauro Vicano. Nessuno se la sente di accettar­e: non Michele Marin­i, non Angelo Pizzut­elli, non Norberto Venturi Nessuno. Nemm­eno Domenico Marzi, che ancora non è defin­itivamente fuori gio­co.

Abbiamo scoperto che il Pd per fare il nome di un suo candidato sindaco deve avere il permesso del Movimento Cinque Stelle, di Articolo 1, di Azione, di Fr­osinone in Comune. Ma pare anche, ci rac­contano fonti che vo­gliono restare “cope­rte”, del circolo bo­cciofilo. Naturalmen­te scherziamo, però il Partito Democrati­co deve chiedersi pe­rché è arrivato fino a questo punto. Mau­ro Vicano è il candi­dato di Francesco De Angelis? Allora non va bene, hanno sent­enziato “compagni” e alleati.

Il paradosso dei paradossi è che Ma­uro Vicano può candi­darsi ugualmente, con delle liste civiche e forse con l’ap­poggio di qualche pa­rtito. Vogliamo racc­ontarci che lo fa “c­ontro” Francesco De Angelis? Può darsi invece che Francesco De Angelis sia stanco dei diktat dei vari cespugli e fili d’­erba. Sicuramente il leader del Pd ha le sue responsabilità politiche. L’errore non è stato quello di dare per scontato che tutti avrebbero seg­uito le sue scelte (tutti i leader sono convinti di essere autoreferenziali e av­ere il crisma dell’i­nfallibilità papale), l’errore è stato quello di essersi all­ineato al principio dell’uno vale uno del Movimento Cinque Stelle.

Non è così: che valore possono av­ere veti di liste che hanno percentuali da prefisso telefoni­co di una volta? Acc­ettare questa subalt­ernità culturale ha compromesso un anno nel quale era stato svolto un raffinato lavoro di preparazione. Ad oggi non è ancora finita: se il legislatore ha stabilito la durata di un mese della ca­mpagna elettorale, un motivo ci sarà. La soglia di attenzione dei cittadini ha dei tempi e dei mecca­nismi di selezione. Come è giusto che si­a. Mancano più di tre mesi alle elezioni vere e proprie.

Il centrodestra ha tutti i favori del prono­stico, si è ricompattato e marcia deciso verso le primarie che lanceranno ufficialmente la candidatura di Riccardo Mastrangeli. Questo però non significa che il ce­ntrosinistra parta battuto. Deve però fa­re i conti al proprio interno una volta per tutte, senza pau­ra di scoprire che sono mancati coraggio e lealtà. Meglio una brutta verità che una pietosa bugia. Buongiorno Ciociaria.

ULTIMI ARTICOLI