informazione pubblicitaria

CONDIVIDI

E la chiamano politica

Licandro Licantropo
Dopo la sconfitta del 25 settembre l’errore più grave che il segretario del Pd Enrico Letta potesse commettere era quello di fissare alle “calende greche” il congresso. Lo ha commesso. Marzo è lontanissimo e nel frattempo nel partito ognuno si sente autorizzato a tenere una linea propria.
Novembre 15, 2022
Il senatore del Pd Astorre ha convocato per oggi la riunione della direzione regionale del Partito Democratico

Potrebbe arrivare il clamoroso “contrordine compagni” alla riunione di oggi della direzione regionale del Partito Democratico, convocata dal segretario Bruno Astorre per arrivare ad una decisione sulle primarie? Potrebbe. Dopo aver investito della candidatura Alessio D’Amato (che ha incassato anche l’appoggio del Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi), nessuno può escludere l’ennesimo ribaltamento di fronte. Malgrado la rottura “strillata” con i Cinque Stelle, sia da Giuseppe Conte che da Nicola Zingaretti, le manovre sotterranee continuano. Con Roberta Lombardi, con Francesco Boccia e con tanti altri più attivi che mai.
L’ideona è questa: i Cinque Stelle potrebbero partecipare alle primarie con un loro candidato. Italia Viva e Azione sbatterebbero la porta un secondo dopo. Però c’è chi intende provare ed insistere sulla linea che ha condotto alla Caporetto delle politiche. Non è escluso che oggi, come nella migliore tradizione, si decida di congelare la situazione e rinviare ogni tipo di decisione. Se così dovesse essere, sarà interessante verificare la reazione di Alessio D’Amato.

IL PECCATO ORIGINALE DEL PD

Dopo la sconfitta del 25 settembre l’errore più grave che il segretario Enrico Letta potesse commettere era quello di fissare alle “calende greche” il congresso. Lo ha commesso. Marzo è lontanissimo e nel frattempo nel partito ognuno si sente autorizzato a tenere una linea propria. La stessa posizione del segretario è fortemente indebolita. Gli effetti sono evidenti: Nicola Zingaretti ai margini, Daniele Leodori che si è defilato, Alessio D’Amato che viene sballottato, il nome di un big come Massimiliano Smeriglio che viene accostato ai Cinque Stelle come possibile candidato alla presidenza della Regione. Parliamo di un intero gruppo dirigente che per dieci anni ha guidato il Lazio. Il segretario Bruno Astorre sta cercando di fare l’impossibile, ma neppure lui può fermare il disordine che si è generato. Il tutto per rincorrere i Cinque Stelle, che hanno bocciato senza appello l’idea del sindaco di Roma Roberti Gualtieri di realizzare un termovalorizzatore. Argomento che è entrato perfino nella sfiducia al Governo di Mario Draghi. Uno psicodramma politico in piena regola.

LA SITUAZIONE IN CIOCIARIA

In provincia di Frosinone, con presupposti differenti, ci sono le stesse difficoltà. Nate da lontano, dalle candidature alle politiche. Quando l’area cassinate del partito, guidata da Enzo Salera, si è messa di traverso sulla richiesta della federazione provinciale di candidare Francesco De Angelis al primo posto della lista proporzionale. Provocando una frattura che ha indebolito il partito locale. Le successive designazioni alla Camera e al Senato erano esclusivamente rappresentative, non potevano insidiare le vittorie di Claudio Fazzone, Massimo Ruspandini e Nicola Ottaviani. Mentre nel proporzionale è andato Matteo Orfini. Adesso per la candidatura alla presidenza della Provincia sta succedendo la stessa cosa. Per oggi sempre Enzo Salera ha convocato un vertice per vedere quanti sindaci sono disposti a seguirlo. Ma su quale linea e su quale nome oltre al no a Giuseppe Sacco? Francesco De Angelis sta provando a definire percorsi e confini di confronto, ma rischia di essere tutto inutile se intanto si piantano delle bandierine e si definiscono posizioni dalle quali non si è disposti a recedere. Nel Pd provinciale sta succedendo questo da tempo. La sensazione è che non si stia puntando a vincere, ma a sfasciare. In un momento molto delicato fra l’altro, perché subito dopo ci saranno le regionali con in campo Sara Battisti, Mauro Buschini e Antonio Pompeo. Una spaccatura alle provinciali determinerebbe un clima da far west. E’ saltato il principio della maggioranza, nel senso che chi è minoranza non accetta le decisioni prese e invece di far prevalere lo spirito di squadra punta i piedi. Con le conseguenze che si stanno verificando.

I PROBLEMI DEL CENTRODESTRA

Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ha annunciato la volontà di candidarsi alla presidenza della Provincia. Dicendo che la sua può essere un’indicazione di garanzia. Infine ha scritto che se comunque ci sarà una riunione del centrodestra dalla quale emergerà una candidatura unitaria, lui è pronto a sostenerla. Strano modo di concepire la coalizione e l’alleanza: prima ci si candida, poi si chiamo gli alleati al tavolo. Alle comunali di Frosinone non è andata in questo modo: Riccardo Mastrangeli ha ricucito lo strappo di Nicola Ottaviani con Fratelli d’Italia “prima” e grazie al senso di responsabilità di Massimo Ruspandini e Fabio Tagliaferri. Passando perfino attraverso delle “primarie” che tutti sapevano come sarebbero andate a finire.
Grazie alla decisiva mediazione di Massimiliano Tagliaferri (che infatti non riconosce il metodo seguito per la candidatura alla presidenza da Riccardo Mastrangeli) il farmacista è riuscito a diventare sindaco è solo grazie a questa vittoria Ottaviani ha strappato il pass per Montecitorio.
A Frosinone è stata costruita una coalizione di centrodestra formata da partiti e liste civiche. Mastrangeli è stato il garante di questo. Soltanto qualche mese dopo ha fatto sapere di essere un esponente della Lega, alterando inevitabilmente gli equilibri. Non si può fare finta che non sia successo nulla sul piano politico. Adesso, per la presidenza della Provincia prima si candida e poi chiede un vertice a Fratelli d’Italia e Forza Italia. A tanto, nella storia politica recente del centrodestra, non si era mai arrivati.

-->
Aprile 28, 2024

La campagna elettorale finirà, ma le parole e le posizioni politiche assunte  resteranno. Soprattutto, il centrodestra dovrà continuare a governare

Aprile 27, 2024

Bando alle chiacchiere e alle ipocrisie: le europee saranno un formidabile test per la politica interna. Il futuro assetto dell’Ue

Aprile 25, 2024

E’ completamente inutile (e ipocrita) cercare di interpretare le situazioni politiche di oggi con gli schemi degli anni Ottanta, Novanta

Aprile 23, 2024

Roma cresce e traina il Lazio, Frosinone arranca e flette. Questa l’analisi sui dati relativi alla natalità e alla mortalità

Aprile 22, 2024

Frenetici, decisivi, con un punto fermo però: la linea è ormai definita, si tratta di capire chi riempirà le diverse