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Bijol, eroe per caso di un campionato che non smette di stupire

Roberto Mercaldo
Napoli, Atalanta e Udinese provano a riscrivere la storia.
Ottobre 4, 2022
Jaka Bijol

Appena un mese e mezzo fa, con il massimo campionato al via per la 121esima volta, le quote dei siti specializzati indicavano in Juventus, Inter e Milan le tre grandi favorite. Roma e Lazio occupavano quarta e quinta posizione, solo sesto il Napoli che aveva perso in un colpo solo Koulibaly, Insigne e Mertens e veniva pagato a quota 18. Per l’Atalanta stavolta nessuna considerazione, come la quota 32 lasciava chiaramente intendere. Addirittura quattordicesima risultava l’Udinese, che per ogni euro scommesso ne avrebbe concessi 201 al coraggioso giocatore capace di puntare sul tricolore dei friulani. Cinquanta giorni o se preferite otto giornate dopo, a guardare la classifica ci si sente su “Scherzi a parte”. Vien da pensare che i quotisti abbiano preso un abbaglio, al pari di tutti gli addetti ai lavori che quelle gerarchie avallavano con argomentazioni variegate. Comandano infatti il Napoli di Spalletti e l’Atalanta del Gasp, seguiti a un solo punto dall’Udinese di Sottil. Se non è una rivoluzione, le somiglia. Il primato dei partenopei è peraltro legittimato dal miglior gioco della serie A e impreziosito da un avvio prepotente anche in Champions, con eclatante affermazione ai danni del Liverpool. La dea invece è tutt’altro che brillante sul piano del gioco, ma ha imparato a vincere 1 a 0 ed ha la migliore difesa del campionato, con sole 3 reti subite in 8 gare. Non è più l’Atalanta spumeggiante del “Papu” Gomez e di Ilicic, quella che spaventava per il volume di gioco e per il numero di occasioni prodotte per gara. Però vince, vince 6 delle prime 8 gare, con 2 pari che valgono complessivamente 20 punti. E cosa dire dei 19 punti dell’Udinese? Sottil continua a predicare prudenza e a sottolineare che non son quelli i quartieri che frequenterà il suo undici in una fase più matura del torneo. Possibile, probabile, quasi certo. Però che bello per i tifosi vedersi lì, davanti alle tre grandi del nostro calcio, alle romane e a tante altre squadre che più di quella bianconera sembravano supportate da una rosa adeguata. Ad aggiungere una pagina a questo avvio da favola ci ha pensato Bijol, un ragazzone sloveno col volto da bambino: i suoi 190 centimetri hanno beneficiato di uno stacco prepotente e ad altezze siderali è arrivato l’impatto con la sfera. Impossibile intervenire per Montipò. Solo uno sguardo malinconico verso quel pallone colpito con veemenza. E per la Deloufeu band è arrivato il sesto successo di fila, con vittime illustri come Roma e Inter a dar più forza al concetto. Pensare che era iniziata con una sconfitta a San Siro col Milan ed un pari interno con la Salernitana. Un punto dopo due gare, prima della… rivoluzione. Neanche acVerona era iniziata bene, ma prima Beto e poi lo sloveno del destino hanno cambiato il copione. E alla nona ci sarà Udinese-Atalanta, insospettabile sfida primato. E le grandi? Tiene botta il Milan campione, capace di vincere a Empoli una gara in cui aveva subito il pari al 92’. Prende un brodino la Juve di Allegri, finalmente capace, contro il Bologna, di frequentare con successo la metà campo avversaria. E quando questo accade, Vlahovic e Milik ricordano a tutti di non esser proprio degli sprovveduti. Continua invece la crisi d’identità dell’Inter, che senza Lukaku disperde e sciupa in eccesso. Così la Roma targata Dybala, sinistro fatato a generar rimpianti ad altre latitudini, resta lì, a ridosso delle prime. Vince largo anche l’altra capitolina, esaltata dal genio di Milinkovic Savic nel giorno in cui Immobile getta alle stelle un rigore precoce. Un rigore lo assegna anche Maria Sole Ferrieri Caputi a Sassuolo, in un match che i neroverdi, pur privi di capitan Berardi, vincono largheggiando. Primo centro stagionale per Daniel Ciofani, che festeggia così la maglia da titolare in un Lecce – Cremonese senza vincitori. Affonda la Samp, travolta a domicilio dal Monza. Paga Giampaolo, ma la sensazione è che per il successore sarà dura.

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