Per Alessandra Ghisleri, regina dei sondaggisti e direttore di Euromedia Research, Giorgia Meloni uscirà rafforzata dalla decisione di mettere fine al rapporto con Andrea Giambruno dopo il fuorionda di Striscia La Notizia. Ha detto la Ghisleri a La Repubblica: “Faremo le rilevazioni nella prossima settimana e quindi non sappiamo ora se crescono le intenzioni di voto per Fratelli d’Italia. Ma la premier Giorgia Meloni esce rafforzata da come ha gestito la separazione con il suo compagno Andrea Giambruno. Ha mostrato di sapere tutelare la sua figura istituzionale e di essere risoluta in questo”.
Il concetto è: la risolutezza porta consenso. La parola chiave di questa fase politica è fuorionda. Per Aldo Grasso (Corriere della Sera) siamo Un Paese sulla cresta del fuorionda, mentre per Massimo Gramellini (sempre Corriere della Sera) l’Italia non è un Paese di “principi consorti”. L’ego di un maschilismo miope non lo consente. Resta comunque un fatto: la storia politica è stata scandita e influenzata dai famosi fuorionda, a cominciare da quello (sempre Striscia la Notizia) di Antonio Tajani e Rocco Buttiglione del 1994. Silvio Berlusconi è sempre stato convinto che sia stato l’inizio della caduta del suo primo Governo. Di episodi del genere ce ne sono stati tantissimi: Gianfranco Fini contro Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti contro Renato Brunetta, Guido Crosetto contro Giuseppe Conte.
Se uno ha la convinzione di non essere ascoltato pubblicamente, allora dice quello che pensa.
MICROFONI APERTI E SCOMODE VERITÀ
Recentemente, nel corso dell’ultima seduta del consiglio comunale di Frosinone, è rimasto aperto il microfono della trasmissione in streaming e in questo modo è stato ascoltato il contenuto di un dialogo tra il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri e l’assessore al bilancio Adriano Piacentini. Uno scambio di vedute tra due persone che si stimano e che per questo si parlano sinceramente. Toni forti sicuramente e contenuti che meriterebbero perlomeno un approfondimento di tipo politico. Quel colloquio, i cui contenuti interessanti sono stati prontamente annacquati, in poche ore ha fatto il giro delle chat della giunta, della maggioranza e perfino dell’opposizione. Prima di essere rimosso e cancellato dalle registrazioni ufficiali della seduta.
Si sta discutendo molto sull’etica della pubblicazione dei fuorionda. Di certo fanno audience, visualizzazioni, condivisioni, like e chi più ne ha più ne metta. Antonio Ricci si è detto meravigliato di chi si meraviglia che possa esserci una persona che fa informazione che decide autonomamente. Senza necessariamente fare il ventriloquo o preoccuparsi della reazione dell’editore.
Forse il fuorionda è diventato anche qualcosa di più: una specie di risposta al mondo patinato del politicamente corretto, vale a dire delle risposte scontate e banali che tutti si aspettano per non turbare equilibri e suscettibilità. Allora quelle frasi “catturate” all’insaputa dei protagonisti diventano l’unico spazio di spontaneità. Senza filtri. Ognuno poi giudichi come vuole. Immaginiamo come potrebbe cambiare la politica della Ciociaria se ci fossero dei fuorionda nelle sedute di consiglio comunale. Oppure nei vertici dei partiti e delle coalizioni. Se parlamentari, consiglieri regionali, sindaci, assessori e consiglieri venissero “beccati” a dire ciò che realmente pensano dei propri avversari, ma soprattutto degli alleati.
Invece impera il politicamente corretto. Ma cosa ha portato il politicamente corretto, per esempio, in provincia di Frosinone? Niente di particolare sul piano concreto. Si fa finta di essere impeccabili, educati, rispettosi di tutto. Mai una parola fuori posto, mai una decisione vera. Sicuramente esiste anche una dimensione “morbosa” e lo si capisce benissimo dalla quantità esponenziale di visualizzazioni dei fuorionda, ad ogni livello. E’ qualcosa di inevitabile nel mondo di connessione globale e totale nel quale viviamo. L’antidoto al fuorionda potrebbe essere quello di dire “in onda” ciò che veramente si pensa. Con i dovuti modi oppure perfino sopra le righe. Sarebbe meglio di un politicamente corretto asfittico.
