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Al voto il 5 febbraio: parola di Zingaretti che potrebbe dimettersi il 4 novembre, a patto che passi il ‘Collegato di bilancio’ il giorno prima

Cesidio Vano
Zingaretti ha risposto all’Ansa che c’è un iter legislativo in aula e l’obiettivo è quello di approvare il collegato di bilancio il 3 novembre: le (sue) dimissioni, quindi, dipendono dal dibattito consiliare.
Ottobre 28, 2022
Nicola Zingaretti, ex governatore del Lazio

C’è una data. Un’ipotesi. Anzi due. Che Zingaretti non conferma, ma nemmeno smentisce. Il governatore del Lazio, eletto deputato del Pd lo scorso 25 settembre, potrebbe rassegnare le dimissioni da presidente della giunta regionale (carica incompatibile con quella di parlamentare) già il prossimo 4 novembre, per andare al voto nella prima settimana di febbraio (domenica 5), a patto, però, che il consiglio regionale rispetti la tabella di marcia per l’approvazione del ‘collegato al bilancio’, che prevede il voto finale il 3 novembre. Alla Pisana si preme sull’acceleratore e dopo un fin troppo veloce passaggio in commissione bilancio, oggi pomeriggio – con un triplo salto mortale nella ricompilazione dell’ordine del giorno – il documento arriva all’esame dell’Aula.

Alla domanda se si dimetterà il prossimo 4 novembre, Zingaretti ha risposto all’Ansa che c’è un iter legislativo in aula e l’obiettivo è quello di approvare il collegato di bilancio il 3 novembre: le (sue) dimissioni, quindi, dipendono dal dibattito consiliare. “Noi, come abbiamo detto – ha spiegato il governatore -, stiamo rispettando i patti. C’è un bellissimo collegato che rappresenterà una svolta per la Capitale. Immediatamente dopo firmerò le dimissioni e si aprirà il percorso per andare al voto che potrebbe essere nella prima settimana di febbraio”. Zingaretti fa sapere anche che, al momento, la giunta per le elezioni della Camera non gli ha formalmente contestato l’incompatibilità. Tanto meno – d’altra parte – lo hanno fatto i preposti uffici del consiglio regionale.

“Il percorso che mi riguarda – dice sul punto l’onorevole-governatore – avrà i suoi tempi a Palazzo Montecitorio. Qui parliamo di rispettare un impegno politico preso con la maggioranza e l’opposizione. Io credo – ha aggiunto – che avendo optato per il Parlamento, sia giusto dare alla Regione un mese prima della scadenza naturale, la possibilità di avviare un percorso democratico che coinvolga le persone. La cosa importante è che questo decennio si chiude con un atto legislativo importantissimo e strategico per la nostra economia”.

Insomma, l’approvazione del collegato – con le misure che delegano ulteriori poteri urbanistici a Roma e prevedono interventi a favore di imprese e famiglie contro il carovita – è stata messa da governatore quale paletto per le dimissioni: “Il tempo di approvare questo provvedimento, importante e utile per l’economia regionale e me ne vado” ha detto in sintesi.

E per accelerare al massimo l’iter, alla Pisana stanno bruciando tutte le tappe: il ‘collegato’ è passato in commissione bilancio solo per le audizioni delle parti sociali (e nemmeno tutte), dopo di che, mercoledì scorso, è stato rimesso direttamente all’esame dell’Aula, nonostante le proteste dell’opposizione che fin dall’inizio ha censurato il documento redatto dal giunta, ritenendolo un insieme di ‘mance e mancette elettorali’ pensate dal Pd a suo uso e consumo.

La commissione, quindi, non ha esaminato il testo nel merito; men che mai ha potuto affrontare la questione, sollevata dal consigliere capogruppo di Fdi, Fabrizio Ghera, secondo cui dal testo andavano escluse le norme che nulla hanno a che fare con l’attuazione del bilancio.

Con il passaggio delle carte dalla commissione al consiglio, ieri il presidente dell’Aula, Marco Vincenzi, ha provveduto ad integrare l’ordine del giorno della seduta già in corso e fissare per oggi alle ore 13, l’avvio dell’esame del provvedimento tanto a cuore a Zingaretti.

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