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Venti di guerra a Latina. Sacrificare l’accordo con Coletta e salvare l’alleanza per le regionali, Fratelli d’Italia pone l’aut-aut a Fazzone

Marco Battistini
Il leader di Forza Italia se vorrà avere chance di poter ottenere la candidatura a governatore del Lazio dovrà necessariamente ‘sacrificare’ le larghe intese nel Comune capoluogo.
Giugno 17, 2022
Il senatore Claudio Fazzone

Le ambizioni di Claudio Fazzone nella lunga partita che porta alle regionali 2023 si scontrano con l’aut-aut di Fratelli d’Italia su Latina. Il leader di Forza Italia se vorrà avere chance di poter ottenere la candidatura a governatore del Lazio dovrà necessariamente ‘sacrificare’ le larghe intese nel Comune capoluogo. Su questo punto Calandrini, Procaccini e Tiero sono stati chiari. Il ‘caso Latina’ diventa questione assolutamente centrale in vista dell’avvio del tavolo regionale.

L’AUT-AUT DI FRATELLI D’ITALIA

“Noi avremmo voluto che il centrodestra si presentasse unito – ha dichiarato Nicola Calandrini nel commento post-voto – ma altri partiti hanno applicato logiche diverse dalle nostre, in contrapposizione anche con quanto accaduto sul piano nazionale dove invece si è avuta la conferma che il centrodestra unito vince. Paghiamo, probabilmente, non solo le divisioni elettorali ma anche quelle politiche, con la città di Latina in questo caso che è il peccato originale, con un pezzo di centrodestra che ha scelto di sostenere un sindaco di sinistra. Noi porremo questo problema ai vertici nazionali perché il ‘caso Latina’ genera disorientamento negli elettori, e parte del centrodestra e nello specifico Forza Italia, continua a tenere in piedi un’amministrazione del tutto inadeguata”. Tradotto in termini politici se Forza Italia entra ufficialmente nella giunta Coletta, per il centrodestra questo sarà un punto di non ritorno. Nei ragionamenti che si fanno nelle alte sfere di Fratelli d’Italia ‘per Forza Italia è giunto il momento di dire chiaramente da che parte stare, se con Coletta o con il centrodestra, valutandone le conseguenze’. Una posizione legittima e comprensibile quella di Fratelli d’Italia, secondo cui sarebbe impossibile slegare i fatti di Latina dalle campagne elettorali imminenti per le elezioni regionali e politiche.

IL DILEMMA DI FAZZONE

Per Fazzone dunque si avvicina il tempo delle decisioni, peraltro rese ancor più complicate dallo scenario in continua evoluzione nel centrosinistra. Fino a poche settimane fa l’ascesa di Daniele Leodori appariva quasi incontrastata. Ma dopo l’ingresso in campo di Alessio D’Amato (che non ci pensa per niente a ritirarsi dalle primarie), il sondaggio di Euromedia negativo ed i rumors sempre più consistenti dai palazzi della politica romana, che indicano Enrico Gasbarra come il candidato in grado di mettere tutti (più o meno) d’accordo, le quotazioni dell’attuale vicegovernatore sono decisamente in ribasso. Proprio le difficoltà crescenti che si pongono sulla strada di Leodori, riavvicinano l’area moderata di Forza Italia, rappresentata proprio dal coordinatore regionale, alla coalizione di centrodestra. Fazzone di carte da giocare ne ha in abbondanza. E’ il vero vincitore delle amministrative in provincia di Latina, l’unico in grado di avere un consenso personale a prescindere dal simbolo e dalla coalizione (Sabaudia lo dimostra). E’ soprattutto l’esponente azzurro più vicino ad una visione di centro, ritenuta determinante ai fini di un successo della coalizione alle regionali. Lo stesso ‘profilo’ non può averlo Maurizio Gasparri, leader romano di FI, da sempre spostato troppo a destra.
E’ chiaro che però i giochi si faranno solo in autunno inoltrato e fino ad allora ci sarà una guerra di posizionamento fra i vari contendenti. Il senatore di FI ha dato la propria disponibilità a candidarsi per il ruolo di presidente della Regione Lazio anche per alzare la posta in vista dell’apertura del tavolo delle trattative. In ballo non c’è solo la Regione, ma anche i collegi uninominali per le politiche, nel caso in cui l’attuale legge elettorale dovesse rimanere in vigore. Tanti saranno gli esclusi dal prossimo Parlamento. Forza Italia anche alla luce del quadro nazionale emerso dalle amministrative appare più debole. Verrà rieletto forse un parlamentare 1 su 3.  C’è la federazione di Calenda e +Europa che come dimostrano i dati di Palermo, L’Aquila e Alessandria avanza e comincia ad attirare l’attenzione di tanti centristi in cerca di ricollocazione (e di un seggio).
FI dunque potrebbe andare incontro ad un’ulteriore contrazione in termini elettorali, finendo per diventare un ‘cespuglio’. E ciò si ripercuoterebbe sul numero dei collegi assegnati ai singoli partiti. Claudio Fazzone, tra i pochi azzurri a poter vantare davvero un bacino di voti personali sul territorio, cerca di giocarsi le sue carte al meglio. E’ consapevole che difficilmente otterrà la candidatura per la presidenza della Regione, ma al tempo stesso vuole far pesare i voti e ottenere ‘l’indennizzo’ più alto possibile.

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