Di nuovo un quinto set fatale. Per Jannik Sinner, numero uno d’Italia, 6 del mondo e 4 della Race, sta diventando una spiacevole abitudine. Stavolta è stato Zverev ad aggiudicarsi il match maratona ai danni dell’altoatesino.
Nella sua ancor breve carriera lo spiacevole risultato si è verificato ben 7 volte: prima del tedesco, ad infliggergli la sconfitta nel set decisivo di un Major erano stati Kachanov, Shapovalov, Tsitsipas, Djokovic, Alcaraz e Altmaier.
A fronte delle 7 sconfitte, solo 3 le vittorie al quinto, e contro giocatori decisamente inferiori a Jannik: Herbert, Ivashka e Fucsovic.
Un problema c’è, ed è inutile nasconderlo, ma al contrario bisogna adoperarsi per superarlo.
Ad eccezione di Altmaier, sono tutti tennisti che appartengono alla nobiltà del tennis, al pari del nostro Jannik. Di fatto, fino ad oggi, le partite equilibrate con i giocatori del suo rango, Jannik tende a perderle.
L’ANALISI DELLA GARA DI IERI
Contro uno Zverev senza dubbio rigenerato rispetto alla sua recente e non troppo convincente versione post infortunio grave, Sinner ha perso 6/4 il primo set, anche per colpa di un break patito in un game in cui conduceva 40/0, macchiato da due consecutivi doppi falli.
L’altoatesino era riuscito a restituire il break, prima di concedere di nuovo il proprio servizio al nono gioco.
L’avvio del secondo sembrava un telefilm dal titolo “Jannik alla riscossa”, ma sul 3/0 in suo favore Sinner si è visto costretto a ricorrere alle cure del “fisio” per un crampo inopportuno e prematuro alla coscia sinistra.
Sia pure con qualche titubanza, il nostro campione ha portato a termine vittoriosamente la propria fatica nel secondo parziale (6/3), ma nel terzo il problema fisico si è acuito, impedendogli una corretta ricerca della palla e il 6/2 sembrava suonare quale triste e malinconico “de prufundis”.
Poiché il ragazzo che viene dalle Dolomiti non ha l’abitudine di arrendersi, la quarta partita si è rivelata sorprendente in positivo, anche perché dall’altra parte della rete anche Zverev ha cominciato a mostrare vistosi segnali di usura, nel catino umido e bollente dell’Arthur Ashe Stadium.
Con l’inerzia del match a favore, purtroppo Jannik ha commesso la leggerezza di sbagliare scelte tattiche ed esecuzioni dei colpi nei primi due game, e il quinto set si è trasformato in una rincorsa affannosa e non premiata. Tante opportunità di rientrare non sfruttate, mentre Zverev ha chiesto ed ottenuto aiuto al servizio nei momenti apicali. La rivincita dei quarti di finale contro Alcaraz non ci sarà. La stagione resta molto positiva, ma nei major c’è solo la semifinale di Wimbledon, perché in Australia e negli USA ha perso agli ottavi ed in Francia al secondo turno.
ARNALDI CI HA PROVATO
L’altro tennista italiano impegnato ieri aveva un compito davvero proibitivo, perché ad incrociare con lui i tennistici destini era proprio Carlitos Alcaraz.
Il giovane sanremese ha avuto il giusto approccio, non contentandosi di raccogliere le briciole, ma provando con tutte le sue forze a prendersi almeno un set. Nel terzo sembrava aver gettato le basi per l’impresa, ma un errore fatale sulla palla del possibile 3/1 ha finito col tarparne le ali.
Matteo ha però giocato un buon match, contro un Alcaraz apparso in forma smagliante, autore di un paio di prodezze da cineteca.
Resta l’ottimo torneo del sanremese, ora entrato con pieno merito tra i primi 50 del mondo.
Nel torneo femminile, uscita di scena un po’ sorprendente per Ons Jabeur, sconfitta in due set dalla cinese Zheng. Avanza invece con la violenza di un ciclone Aryna Sabalenka, la favorita per il successo finale, che ha demolito la pur volenterosa Kasatkina.