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Sapete chi paga gli yacht degli oligarchi russi sequestrati? Pantalone. Cioè lo Stato italiano. Cioè io, tu, voi, tutti.

Alberto Fraja
In questo momento noi gens italica, sta sborsando 60mila euro al mese di spese per tenere ormeggiate sulle nostre coste le super barche degli epuloni russi
Marzo 9, 2022
yacht russo oligarca

La storia del sequestro dei beni in Italia degli oligarchi russi amici di Putin la conoscete. Per cercare di ricondurre a più miti consigli il bellicoso zar, le nostre autorità hanno tra l’altro sigillato ville sontuose che un comune mortale se le sogna e yacht lussuosamente pacchiani. Una ostentata “riccanza” da parvenu che offende quanti non arrivano alla fine del mese.

C’è, tuttavia, un piccolo particolare forse ai più ignoto. Un particolare che fa, francamente, roteare vorticosamente i penduli bargigli. Si dà infatti il caso (lo raccontava ieri il Messaggero) che bloccare in porto imbarcazioni di quel tipo comporti dei costi non indifferenti che alla fine della fiera dovrà accollarsi, sapete chi? lo Stato italiano, cioè noi. Il nostro ordinamento prevede infatti un decreto legislativo, il 109, che disciplina la gestione, la custodia e l’amministrazione del bene congelato. Prendiamo il caso degli yacht dei Paperoni russi. L’ormeggio al porto ha un costo che per imbarcazioni che vanno dai 50 ai 90 metri (dai 50 ai 70 milioni di valore) ha un prezzo tra i 400 e i 500 euro al giorno senza considerare le utenze.

C’è poi la questione del personale di bordo che le norme nautiche impongono di proteggere. In particolare deve essere sempre presente un capitano il quale, nel caso di natanti superiori alle 500 tonnellate, percepisce uno stipendio medio (tenetevi forte) tra i 12mila e i 15 mila euro al mese.
Ancora: un direttore di macchina di natanti con motori superiori ai 500 kw s’insaccoccia uno stipendio di circa (aritenetevi forte) 8mila euro al mese. Infine gli uomini dell’equipaggio: hanno uno stipendio mensile di 4mila euro (al confronto col capitano so’ dei poracci). Ebbene tutte queste trascurabili spesucce se le accolla l’Agenzia del Demanio che, per la bisogna, attinge ad un apposito fondo nel bilancio dello Stato “con diritto di recupero nei confronti del titolare del bene in caso di cessazione delle misure di congelamento” (campa cavallo).

Tirando le somme: in questo momento Pantalone, cioè noi gens italica, sta sborsando 60mila euro al mese di spese per tenere ormeggiate sulle nostre coste le super barche degli epuloni russi. Uno scandalo.

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