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Regionali Lazio, Gabriele Picano: “Non è più tempo di miraggi e giochi di parole, serve concretezza e sincerità”

Martina Arduini
Il cassinate, classe ‘81, si è fatto una promessa se verrà eletto alla Pisana: riportare la politica al servizio del territorio, tutti i giorni.
Gennaio 29, 2023

Classe ’81, Gabriele Picano, candidato con Fratelli d’Italia alle prossime Regionali Lazio, nasce in un famiglia che la politica l’ha sempre vissuta. Il padre Angelo è stato un personaggio di spicco nel panorama italiano, ha infatti ricoperto ruoli cruciali per il territorio. Gabriele fin da piccolo ha potuto conoscere e osservare uomini illustri che hanno delineato la storia del Paese. Gli studi classici e poi la laurea in Giurisprudenza. La scelta della professione legale. Avvocato Cassazionista, sempre in prima linea, non ha mai nascosto la voglia di impegnarsi per la sua terra. Marito e padre di due bambini, oggi più che mai sente la necessità di fare qualcosa per costruire un futuro migliore per i suoi figli, e le nuove generazioni.

A Politica7 ha raccontato la sua visione politica e l’amore per la sua famiglia. Con concretezza ed energia, Picano ha tanta voglia di mettere in campo la sua professionalità al servizio di tutti i cittadini del Lazio.

Qual è il suo stato d’animo a metà della campagna elettorale delle Regionali Lazio?

Siamo in piena attività, stiamo lavorando e sto avendo la grande occasione di ascoltare tante persone e da ognuna sto cercando di carpire le reali esigenze. Faccio tesoro delle testimonianze e delle esperienze di questi giorni e per questo, sto cercando di incontrare più persone possibili, di diverse età, con diverse prospettive, differenti sogni e aspettative. Nelle prossime settimane continueremo questo tour, dritti verso l’obiettivo. Per la gente e per fare la differenza.

Gratificazioni e delusioni di questi primi 15 giorni?

La politica è un mondo complesso, fatto di incontri inaspettati e di qualche porta in faccia. Ma credo che faccia parte del “gioco”. I ritmi e gli equilibri sono spesso complessi, l’importante è restare coerenti con se stessi e con le proprie idee. La gente deve potersi fidare, bisogna condividere e portare a casa il risultato. Inevitabilmente ci si trova davanti a intoppi e ostacoli, ma bisogna imparare da questi e andare avanti.

I sondaggi danno nettamente in vantaggio il centrodestra, a cosa è dovuto secondo lei?

I cittadini sono stufi. Ormai da anni le cose non procedono per il verso giusto. Mettiamo sul piatto della bilancia la crisi economica, la pandemia, la guerra in Ucraina, la crisi di aziende, famiglie, imprese anche piccole e storiche. Siamo indietro sul piano dell’efficientamento energetico, sulle fonti pulite e rinnovabili. La gestione della nostra regione va rivista in ogni suo settore, troppo lassismo e direi quasi indifferenza. Giovani confusi, un sentore di scarsa sicurezza, problemi con la sanità pubblica. Insomma, il cittadino ha detto basta a un modo di governare e ora vuole altro.

Gabriele Picano, pronto per le Regionali Lazio del 12-13 febbraio

Rocca, D’Amato e Bianchi: perché votare per uno di loro e non l’altro alle Regionali Lazio?

È necessario scegliere chi ha una idea condivisibile. Parliamo di D’Amato, la situazione nella regione Lazio è evidente, la sanità è un caos, i presidi sanitari vivono disagi quotidiani e a pagarne le spese sono i medici, il personale sanitario e gli utenti. Le strutture sono decentrate e depauperate e quelle della Capitale oberate per via delle migliaia di pazienti che arrivano ogni giorno da tutte le province del Lazio. Non basta indossare una felpa durante la pandemia o indire campagne di vaccinazione, la situazione era ed è rimasta complicata. Ma anche le infrastrutture, l’ambiente e i rifiuti: non mi pare che nella gestione di centrosinistra si siano registrati grandi risultati!

Per quanto riguarda Bianchi, i 5 Stelle seguono una loro logica, una giornalista, seppur competente, potrebbe non essere la guida giusta per una realtà complessa come la nostra regione. Conte era l’uomo prestato alla politica, quello che non sarebbe rimasto oltre l’emergenza. Poi ci ha preso gusto e ora detta regole e gestisce il Movimento. Ma fortunatamente con la Raggi i cittadini hanno avuto un “assaggio” di quello che significa gestione 5 Stelle. Poi c’è Rocca, inevitabile per me condividere i suoi obiettivi e il suo modo di vedere la società: razionale e coerente, fatti di sostegno alle famiglie, di ottimizzazione delle risorse e di gestione accorta, dove sicurezza pubblica, servizi e infrastrutture sono priorità.

Ha un asso nella manica per il rush finale?

La chiusura della campagna elettorale è dietro l’angolo. Non sono uno da giochi di prestigio e promesse assurde dell’ultimo momento. La gente è stata illusa già troppo. Chi decide di candidarsi sa che questa scelta rappresenta un impegno e una responsabilità. Bisogna essere sinceri e avere lungimiranza, saper ascoltare e immaginare soluzioni. Non è più il tempo dei miraggi e dei giochi di parole. Il mio asso nella manica è guardare negli occhi gli elettori e chiedere la loro fiducia per ciò che sono e quello che potrei e voglio fare per il territorio.

Come concilia gli impegni elettorali con gli affetti familiari?

La mia famiglia è con me dall’inizio, sanno che fare politica per me, è linfa quotidiana. Ma sono sempre loro la mia priorità. Se ho fatto determinate scelte, come quella di candidarmi, è per loro. Per i miei figli, che potrebbero essere i figli di tanti altri, per il loro futuro e per il loro presente. Sono la mia forza e la mia ispirazione, mi danno idee e mi fanno guardare il mondo con occhi diversi.

Personalmente, cosa le hanno insegnato questi giorni di campagna elettorale?

Ho imparato molto in queste settimane ma so che c’è ancora molto da imparare e da conoscere. Ogni incontro, storia raccontata, discussione, seppur accesa, lascia il segno. La politica rappresenta una grande ricchezza umana e una crescita personale. Ogni sguardo nasconde molto ed è un onore, ma anche un onere, riuscire a comprendere ciò che l’altro vuole dire. Bisogna sapersene fare carico, è una concessione che le persone ti fanno e va custodita con cura.

In caso di elezione, quali sono le priorità per il Lazio?

Sicuramente la sanità, ma anche l’ambiente, la questione rifiuti, le infrastrutture, il mondo dell’occupazione. Si deve ripensare tutto e c’è molto da fare. Intanto bisogna ridare sicurezze e tutele ai singoli cittadini, alle famiglie e alle imprese.

E per la provincia di Frosinone?

Le priorità sono le stesse, ma questa provincia porta le ferite di tante mancanze e di troppa indifferenza da parte del governo regionale di centrosinistra. Tanti proclami e passerelle e pochi fatti concreti. Ci sono territori rimasti ai margini e con essi i cittadini.

Le manca un voto per essere eletto alle Regionali Lazio: come convincerebbe il suo ultimo elettore?

Anche se c’è molto da fare, non ho la soluzione a portata di mano. Sono molto concreto. Ho solo una certezza: l’impegno che metto nel voler cambiare le cose, anche le più piccole. Continuare ad ascoltare per trarne beneficio. Anche il minimo cambiamento rappresenta la grande differenza per la comunità. La politica deve tornare a servizio del cittadino ogni giorno e non solo in campagna elettorale.

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