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Antonio Pompeo alle Regionali Lazio tra adrenalina ed equilibrio: “Esperienza e tanti chilometri per arrivare lontano”

Martina Arduini
L’importanza della politica “tra la gente” di Pompeo e i temi focali per la Regione: infrastrutture, collegamenti veloci, più offerta per i giovani. Sanità e la Valle del Sacco indispensabili per la crescita del territorio ciociaro
Gennaio 31, 2023
antonio pompeo

Antonio Pompeo, classe ’71, avvocato, sposato e padre di due figli, non ha bisogno di molte presentazioni. In provincia di Frosinone ha fatto il pieno di consensi grazie alla sua amministrazione, lineare e concreta, sia come sindaco di Ferentino (per ben dieci anni) che negli otto anni da Presidente della Provincia.

È Presidente di Upi Lazio e membro delegato della Conferenza unificata e Conferenza Stato Città dell’Upi Nazionale. Negli anni Antonio Pompeo è diventato una figura importante nello schieramento del centrosinistra.

Aggiunge adesso un altro tassello alla sua già notevole carriera politica: la candidatura per il rinnovo del Consiglio regionale del Lazio con il Partito Democratico.

Ha esperienza da vendere, i “capelli bianchi”, come da lui sottolineato ne sono la testimonianza più vera. Con Politica7, Pompeo ha illustrato e snocciolato i temi focali e determinanti in una campagna elettorale difficile, accesa, ma gratificante.

Qual è il suo stato d’animo a metà della campagna elettorale?

Un grande e sempre crescente entusiasmo, che arriva, giorno dopo giorno, dalla spinta del territorio per questa candidatura che nasce proprio da qui, dalla base, dai tanti cittadini che mi hanno chiesto di continuare a rappresentarli e a lavorare per questa provincia. E poi c’è l’adrenalina per una sfida importante perché l’obiettivo è cruciale: una Regione più vicina ai cittadini, alle comunità, ai comuni più piccoli così come alle grandi città. In compenso dormiamo poco e mangiamo male. Ma ci sta!

Gratificazioni e delusioni di questi primi 15 giorni

Nessuna delusione, se non per quanti mi rappresentano l’esistenza di meccanismi e strategie che più che di sana competizione sanno di saccheggio elettorale. Le gratificazioni sono invece tantissime, quotidiane e mi fanno anche emozionare. L’ultima in uno dei tanti incontri elettorali: “Sarai sempre il nostro presidente e so già che ti rimpiangeremo”.

I sondaggi danno in svantaggio il centrosinistra. Come mai?

Posso rispondere per quello che il mio partito è oggi in provincia di Frosinone ma anche a livello nazionale: ha smesso di parlare al cuore e alla testa delle persone per appiattirsi su battaglie ideologiche. Abbiamo problemi concreti, seri e gravi a cui far fronte e sui quali offrire soluzioni se vogliamo il bene del Paese: dobbiamo ricominciare a farlo. A farci comprendere, ascoltare e credere. E sa cosa mi dispiace di più? Che l’esempio ce lo abbiamo in casa: i nostri amministratori, coloro che vincono le elezioni comunali quando alle politiche il partito non decolla.

Rocca, D’Amato e Bianchi: perché votare per uno di loro e non l’altro?

Io dico di votare per Alessio D’Amato perché nel suo ruolo di assessore regionale alla Sanità ha affrontato una delle emergenze più drammatiche, difficili e inattese che il nostro Paese, e il mondo intero, potessero immaginare. E sa cosa? Il Lazio è stata la regione modello in Europa nella gestione del Covid. Da cittadino mi basterebbe già sapere che chi si candida ha fatto questo. Ma Alessio, poi, ha un programma concreto, tarato sui bisogni del territorio. È uno che sin da piccolo – lo racconta lui stesso – è stato abituato a lottare per ottenere.

Antonio Pompeo, candidato alle Regionali Lazio con il Pd

Antonio Pompeo ha un asso nella manica per il rush finale?

Ce l’ho. E se mi permette resta nella manica.

Come concilia gli impegni elettorali con gli affetti familiari?

Con un pranzo veloce al comitato, i miei figli che studiano nella stanza dove i miei collaboratori lavorano, qualche incontro elettorale in cui porto anche loro e tanto, tanto telefono. L’altra notte, mentre cercavo di riposare un po’, mio figlio Giuseppe lamentava dolori per un incidente durante una partita di calcio. Abbiamo passato il resto della notte tra pomate, antidolorifici e commenti sul Torino. Insomma: mi arrangio come posso ma loro sono abbastanza comprensivi e purtroppo anche un po’ abituati alle mie assenze prolungate.

Personalmente, cosa le hanno insegnato questi giorni di campagna elettorale?

Che per governare con responsabilità, impegno e dedizione, a qualsiasi livello, bisogna stringere migliaia di mani e percorrere altrettanti chilometri. È stare tra la gente, viverne la quotidianità, ascoltarne i problemi e le inefficienze che ti dà la misura di quanto e come puoi dare le risposte. È un’esperienza assorbente ma gratificante.

In caso di elezione, quali sono le priorità per il Lazio?

La sanità, prima di tutto, a partire dai Pronto soccorso delle nostre strutture sanitarie, poi il colpo di reni all’abbattimento delle liste d’attesa. Il diritto di curarsi in casa propria non è solo inderogabile, è fondamentale per un territorio dove la popolazione è sempre più anziana e dove le difficoltà di muoversi per motivi di salute sono oggettivamente inaccettabili.

E per la provincia di Frosinone?

Le infrastrutture materiali e immateriali. I collegamenti veloci e un progetto di ampio respiro che rafforzi la filiera formazione-centri per l’impiego-livelli occupazionali: i giovani devono poter avere tutti gli strumenti per scegliere di restare e lavorare sul territorio. Abbiamo il dovere di darglieli. Da presidente della Provincia, attraverso l’Its Meccatronico e l’Azienda Speciale Frosinone Formazione e Lavoro, ho sperimentato come, se si fanno incontrare domanda ed offerta su un percorso obbligato, il risultato lo è altrettanto. E si traduce in nuova economia, sviluppo e opportunità lavorative. E poi l’ambiente: urge accelerare la bonifica della Valle del Sacco e dei siti inquinati che insistono sul nostro territorio e serve mettere mano a politiche ambientali che garantiscano la crescita ecosostenibile di questo territorio. Ma le assicuro che l’elenco è più lungo di così.

Le manca un voto per essere eletto: come convincerebbe il suo ultimo elettore?

Chiedendogli cosa si aspetta da me e se conosce, almeno un po’, della mia storia di amministratore. Non mi piace promettere se non so di poter mantenere: preferisco dire qualche ‘no’, trasmettere fiducia e conquistarmi il consenso sul campo. Per il resto ci sono i capelli bianchi: qualcosa vorranno pur dire!

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