Fuori dal podio, e fa male. L’Italvolley in rosa, campione uscente al pari di quella maschile, ha chiuso quarta l’Europeo degli equivoci.
Dopo un cammino intonso fino ai quarti di finale, contro avversarie palesemente inferiori, le ragazze di Mazzanti hanno perso proprio in dirittura d’arrivo la semifinale con la Turchia di Santarelli (che poi ha vinto l’Europeo), per poi bissare l’insuccesso (e stavolta con un perentorio 0/3) contro l’Olanda nella finalina.
Inevitabilmente sono partiti i processi, per un obiettivo fallito in modo clamoroso.
È palese che le prime scelte, coraggiose o azzardate secondo l’angolo visuale, riguardino già la selezione.
L’interrogativo legittimo è: può l’Italia, in questo momento storico, rinunciare a De Gennaro, Bosetti e Chirichella, tre pilastri della nazionale che negli anni ha vinto tutto quel c’era da vincere, Olimpiadi escluse?
Libero, martello ricettore e centrale del gruppo storico sono state escluse da Davide Mazzanti in sede di convocazione, perché pare che il nucleo di quel formidabile gruppo fosse un po’ anarchico e poco rispettoso delle scelte del coach.
La motivazione non è in verità chiara, ma certo non può essere tecnica, perché le tre giocatrici citate non hanno omologhe di pari livello.
LA PANCHINA DI PAOLA EGONU
L’altro punto nodale delle critiche che da più parti sono state mosse a Mazzanti riguarda le gerarchie, rigide, stabilite tra l’astro nascente Antropova e la fuoriclasse Egonu.
Mazzanti ha portato la sua scelta all’estremo nella finalina, negando alla Paola nazionale l’ingresso in campo e non cercando contromisure all’imprevisto strapotere orange.
La scelta è stata decisamente sbagliata, e pare figlia di un criterio autoreferenziale e non già di una meritocrazia che la sfortunata semi con la Turchia aveva indicato in modo chiaro.
Le altre leader, Pietrini, Danesi e Orro, hanno un po’ patito queste incertezze e queste tensioni interne, rendendo meno di quanto fosse lecito attendersi.
Il risultato è che Paola Egonu si è chiamara fuori dal preolimpico che inizierà a breve e questo costringerà Mazzanti ad andare fino in fondo con il suo nuovo gruppo, che non sembra avere il carisma e la sicurezza di quello che l’ha preceduto.
Se l’esito del preolimpico sarà quello sperato, i riflettori si sposteranno su Parigi, dove magari tutto potrebbe tornare a sorridere. Per ora però, in prospettiva olimpica, si addensano nubi basse.