I sogni, di regola, non si avverano. Restano lì, in quel limbo delle buone intenzioni popoloso e malinconico. Ora, a far compagnia agli altri, c’è anche il sogno dell’Italbasket, che dopo aver abbattuto la Serbia si era illusa di poter fare altrettanto con il colosso stelle e strisce.
Le possibilità erano oggettivamente pochissime, perché il divario di talento, tecnica e fisicità era nel suo complesso davvero esagerato.
Però lo sport non è una somma algebrica e men che meno lo è il basket, come la stessa Italia era riuscita in più di un’occasione a dimostrare.
E allora, il Poz dice ai suoi “Partiamo a mille e sorprendiamoli” e gli azzurri ci provano. In qualche modo ci riescono nel primo quarto, perché difendono bene e prendono buoni tiri. Il problema è che i tiri, ben costruiti, non entrano. Pensare di andare sistematicamente all’uno contro uno o di cercar gloria sotto canestro senza un pivot di ruolo è ancor più folle.
E allora? E allora si continua a tirare dall’arco, anche se le percentuali da cattive si trasformano in vergognose e anche se il divario assume connotati imbarazzanti.
Gli USA ci doppiano, Haliburton e Bridges maramaldeggiano su un’Italia sempre più sfiduciata. E alla fine sul tabellone c’è un 100-63 che quantifica impietosamente il verdetto del campo.
DA DOVE RIPARTIRE IN VISTA DI PARIGI
Ora l’obiettivo è qualificarsi per le Olimpiadi di Parigi, ma prima c’è da onorare l’impegno delle gare che dovranno definire il nostro piazzamento, che sarà dal quinto all’ottavo posto.
Non è un orpello, nè un esercizio inutile, perché nella storia dei mondiali di basket solo due volte l’Italia ha fatto meglio del quinto posto, e sono due volte molto datate (1970 e 1978).
Sarebbe pertanto importante centrare il traguardo residuo, ma al di là del piazzamento, questo mondiale 2023 ha dato tante risposte confortanti.
Di certo il futuro non prevederà l’impiego di Gigi Datome, che con le due gare ancora da giocare chiuderà la sua lunga carriera da azzurro.
Ad ereditarne il ruolo di capitano sarà Melli, che in questo mondiale ha cantato e portato la croce sotto i tabelloni, perché un vero 5, cioè un pivot, l’Italia non c’è l’ha.
Ha risposto bene anche Pippo Ricci, colonna del team che verrà, che certo non potrà prescindere da Paiola, Spissu e naturalmente Fontecchio, il solo capace di reggere sul piano della potenza fisica il confronto con gli americani.
Per gli altri posti, ci sarà lotta attraverso il campionato di seria A che sta per iniziare.
Note meno liete per Polonara, che continua nel cono d’ombra che lo tiene distante dai suoi abituali livelli nei club ed in azzurra. L’eroe del preolimpico del 2021 contro la Serbia ha però risorse fisiche e caparbietà tali da non far ritenere improbabile un suo ritorno a grandi livelli.
E adesso. Caccia al quinto posto!