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Gli altari di Kvaratskhelia, la polvere di Cr7

Roberto Mercaldo
Soffia aria nuova nei campionati europei più importanti.
Ottobre 24, 2022
Cristiano Ronaldo

Il calcio del terzo millennio ha avuto già tanti campioni celebrati ed universalmente riconosciuti, ma senza entrare nelle dispute del tennistico “goat” (greatest of all time), è indubbio che Lionel Messi e Cristiano Ronaldo abbiano segnato un’epoca. Due modi diversi di essere campionissimi, rispettati e idolatrati ad ogni latitudine, accantonando persino le alterazioni del tifo. Oggi Messi è nell’attacco stellare del PSG, con Mbappè e Neymar. Brilla però di luce propria e prepara il mondiale della consacrazione, perché coi club ha vinto tutto, ma con l’albiceleste gli manca ancora l’alloro più importante. E questa sarà per certo l’ultima chiamata. In Francia il club parigino fa un campionato a sé: 10 vittorie, 2 pari e 0 sconfitte. Gli inseguitori, i sorprendenti Lens e Lorient, sono già a 5 lunghezze. Torneo finito prima di cominciare. Ben altra situazione vive Cristiano Ronaldo, che tornato al Manchester United, suo vecchio amore e primo club di grido di una carriera inimitabile, si trova oggi alle prese con Erik ten Hag, ex difensore e allenatore di successo con l’Ajax dal 2017 al 2022. Poco rispettoso del blasone, il trainer di Haaksbergen ha ritagliato per Cr7 un ruolo secondario, fino ai 90 minuti con il Tottenham, anzi agli 89. Eh già, perché all’ottantanovesimo minuto, Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro, si è alzato dalla panchina e ha raggiunto gli spogliatoi. Risultato? Fuori rosa per la gara successiva e sanzione pecuniaria. Nessun riguardo al passato, al ragazzo che con la maglia dei Red Devils stupì il mondo. Calcio spietato e senza memoria, ma bizze poco opportune di un grandissimo giocatore che non può esporre al tormento dei capricci la sua figura, universalmente apprezzata. Intanto in Premier comanda a sorpresa l’Arsenal, 9 vittorie, un pari e una sconfitta e 2 punti di vantaggio sul favorito City. Terza moneta per il Tottenham di Antonio Conte, sesto posto per il Manchester United del divo capriccioso e dello spietato Erik ten Hag. In Bundesliga c’è il responso parziale più clamoroso, perché il Bayern, super favorito, deve ancora inseguire lo stupefacente team di Berlino. Oltre ai miracoli dell’Union, degni di nota anche gli squilli di tromba del Friburgo, che si propone con sempre maggiore insistenza nel ruolo di terzo incomodo. E il Bel Paese? Da noi comanda ancora il Napoli di Spalletti, che anche a Roma, contro una squadra che senza Dybala sembra perdere il 50% delle proprie potenzialità, ha timbrato il cartellino della vittoria. Super gol di Osimhen, ma chi spariglia le carte è Kvaratskhelia, un talento ancora inestimabile, il vero coupe de foudre del Napoli 2022/23. Il genio del georgiano illumina il gioco dei campani e regala un quid d’imprevedibilità agli schemi perfetti di Spalletti. Il Milan continua ad essere l’antagonista più credibile, ma il modo in cui la Lazio ha surclassato a domicilio l’Atalanta del Gasp, a dispetto dell’assenza del bomber Immobile, fa impennare le azioni dei biancocelesti. È inciampata l’Udinese, vittima della voglia di riscatto del Toro, mentre Inter e Juventus hanno tenuto botta. I nerazzurri hanno battuto con non poca fortuna la valorosa ed incompiuta Fiorentina di Italiano, caduta al 95’ per il fatale rimpallo del 3/4. La Juventus per una volta ha vinto e convinto e, unicum per questo torneo, ha ottenuto il secondo successo consecutivo. Sono le grandi convalescenti del nostro calcio, ma intanto il Napoli corre e fagocita certezze. Il solo torneo in cui il tempo sembra essersi fermato è la Liga. Anche se Messi e Ronaldo non sono più tra gli attori protagonisti, il duello è sempre lo stesso: Real Madrid 31 punti, Barcellona 28. Le altre già a distanze siderali.

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