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Forza Italia verso il capolinea, centristi in movimento. Fazzone e l’ipotesi della transumanza verso Renzi

Marco Battistini
Da sempre centrista ma non ‘terzopolista’ Fazzone sa bene che il ciclo politico di Forza Italia si sta chiudendo definitivamente. Di qui la necessità di trovare un nuovo contenitore congeniale per i suoi obiettivi.
Ottobre 17, 2022
Il senatore Claudio Fazzone

Gli ultimi rumors da palazzo Madama scuotono la politica regionale e pontina. La crisi interna di Forza Italia, conseguenza diretta della lenta quanto inesorabile agonia del leader Silvio Berlusconi, sta agitando non poco le acque nel centrodestra. Il partito è sempre più diviso fra Tajani e Ronzulli e si aprono le prime crepe già in questo avvio di legislatura.

FAZZONE E L’APPRODO RENZIANO

“Del potente senatore Claudio Fazzone si dice che potrebbe aprire la transumanza verso Renzi”. A scriverlo è Stefano Cappellini, prima firma autorevole del quotidiano La Repubblica

Non si tratta di una boutade come qualcuno potrebbe pensare, ma di una prospettiva possibile. Non nell’immediato ma più probabilmente quando la maggioranza dovesse ‘ballare’ a palazzo Madama, Matteo Renzi si prepara a lanciare un’opa sui centristi di entrambe le coalizioni, con l’intenzione di creare un gruppo pronto a sostenere l’esecutivo di centrodestra. Le prime avvisaglie si sono avute con l’elezione di Ignazio La Russa alla presidenza dell’aula. L’ex premier mira a raggiungere un numero cospicuo in grado di essere l’ago della bilancia al Senato, fra i 10 ed i 15 seggi. In questo quadro potrebbe realisticamente rientrare Claudio Fazzone, Il senatore di Fondi è da tempo insofferente. Da almeno 3-4 anni contesta la conduzione del partito. Nelle sue mire non solo Berlusconi, ma l’intero gruppo dirigente, Tajani compreso. Da tempo Fazzone ha stretto un legame maggiore con Licia Ronzulli, che però è uscita piuttosto ridimensionata dal braccio di ferro con Giorgia Meloni.

La scelta di non votare La Russa probabilmente sarà pagata a caro prezzo da Fazzone, che non potrà aspirare al ruolo di sottosegretario. Ma sul piano strategico gli apre nuove prospettive a medio/lungo termine.

SHOWDOWN DOPO LE REGIONALI

Da sempre centrista ma non ‘terzopolista’ Fazzone sa bene che il ciclo politico di Forza Italia si sta chiudendo definitivamente. Di qui la necessità di trovare un nuovo contenitore congeniale per i suoi obiettivi, soprattutto sul piano locale. “Il Terzo Polo non esiste come prospettiva politica” ha detto appena un mese fa il coordinatore regionale di FI. Una dichiarazione ineccepibile, in quanto il sistema politico italiano piaccia o no si è incardinato su un binario bipolare ormai da diversi decenni. Il dato elettorale inferiore alle aspettative e la difficile coabitazione con ogni probabilità porterà la coppia Calenda-Renzi a separarsi.

Fazzone stesso aveva ben descritto i limiti della missione dei terzopolisti. “Ricordiamo tutti che Calenda nel 2018 disse che non avrebbe più fatto politica e sarebbe tornato nel ruolo di manager. Poi il celebre ‘mai con Renzi’. Questa è la coerenza”. 

Era chiaro sin dall’avvio della campagna elettorale che l’obiettivo dell’astuto Renzi sarebbe stato quello di ritagliarsi uno spazio in Parlamento per poter dialogare con il centrodestra, vincitore annunciato delle urne. E l’operazione di fatto è già partita con il voto per la presidenza. Il sempre più probabile asse parlamentare fra Pd e M5S spingerà sempre più il terzo polo verso l’area moderata del governo. Ma a dettare tempi e strategie sarà Renzi e non Calenda.

L’approdo di Fazzone sulle sponde renziane avverrebbe solo nel 2023, presumibilmente dopo l’appuntamento con le regionali del Lazio. Troppo ravvicinata la scadenza elettorale per far metabolizzare l’operazione in poco tempo. Soprattutto per il leader di FI sarà fondamentale garantire un posto al ‘fedelissimo’ Cosmo Mitrano, candidato in pectore per il Consiglio regionale.

REGIONALI: LEODORI E IL CAMPO LARGO

Proprio le regionali saranno al centro dell’agenda politica locale da qui ai prossimi mesi. Nel centrosinistra si lavora ancora sulla difficile prospettiva del campo largo. A dire la sua attraverso i social, il vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori: “C’è un gran dibattito in questi giorni sulle elezioni regionali e credo sia utile dire quello che penso, con chiarezza – scrive Leodori -. In questi anni abbiamo fatto tanto. Non serve ripeterlo, è sotto gli occhi di tutti. Ma ci sono progetti importanti che vanno portati a termine. A cominciare dai fondi del Pnrr che vanno spesi per i trasporti, le infrastrutture, il sociale e così via. Ora per portare a termine questo lavoro c’è una sola strada. Essere uniti. Farlo con la stessa squadra che ci ha portato fin qui. Dividerla ci farebbe fare un salto indietro di dieci anni”.  Sulla questione parla anche Marta Bonafoni, capogruppo della Lista civica Zingaretti alla Pisana: “Abbiamo questa responsabilità e dobbiamo sfruttare la possibilità di tenere insieme tutta la coalizione. Soprattutto perché dobbiamo rivolgerci alla società: alle ultime elezioni l’astensionismo è un fatto politico e c’è una richiesta di domanda politica diversa a cui dobbiamo rispondere”. Segue un appello alla ragionevolezza e alla concretezza. “Deve prevalere il pragmatismo – conclude Leodori -. Quando abbiamo fatto l’accordo con il M5S non c’era l’alleanza sul piano nazionale. Il risultato è stato raggiunto ragionando sui contenuti insieme a tutte le forze di maggioranza. Il pericolo c’è: bisogna fare di tutto per evitare che si trasformi in realtà”.

Dal centrodestra invece arriva la richiesta di dimissioni di Zingaretti

“Dal nazionale al locale” è invece la visione che arriva dal senatore della Lega e coordinatore del partito nel Lazio, Claudio Durigon. Il parlamentare pontino chiede a Nicola Zingaretti di rimettere il mandato “al più presto”: “E’ come minimo imbarazzante che Zingaretti rilanci ancora una volta quell’alleanza che gli è costata il ruolo di segretario di Partito e che è rimasta in piedi con lo scotch praticamente solo nel Lazio – sottolinea Duringon -. Faccia un favore a tutti, non aspetti oltre e rimetta immediatamente il mandato, restituisca la parola ai cittadini del Lazio, e sottoponga dieci anni di nulla amministrativo al giudizio degli elettori”. Intanto alla Pisana è partito il count down per l’approvazione del Collegato al Bilancio. Entro fine mese dovrebbe esserci l’ok della commissione Bilancio al documento contabile. Poi ad inizio novembre l’approdo in aula e il voto finale. Come data per le elezioni regionali nelle ultime ore sta prendendo piede l’ipotesi del 5 febbraio.

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