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Destra e sinistra pontina, gioia e dolori della due giorni istituzionale 

Marco Battistini
Ottobre 16, 2022

Sovranisti e patrioti di destra da un lato, antifascisti e demoprogressisti dall’altro. La politica latinense si è divisa in queste ore fra chi si è dichiarato soddisfatto per i nuovi vertici istituzionali eletti a Montecitorio e palazzo Madama e chi invece ha preferito esaltare altre figure.

ZACCHEO ENTUSIASTA DI LA RUSSA

Tra i primi a congratularsi con il nuovo presidente del Senato è stato un amico di vecchie battaglie e di militanza politica: Vincenzo Zaccheo. “Ignazio La Russa é un amico sincero, al quale mi lega un’intera vita politica -ha sottolineato Zaccheo- entrambi abbiamo militato nella “Giovane Italia” prima e nel Movimento Sociale Italiano poi.  Fummo eletti Consiglieri Regionali nel 1985, lui in Lombardia ed io nel Lazio.  Ci siamo ritrovati, più avanti, a Montecitorio”. Zaccheo ha voluto anche rievocare un ricordo lontano su un piccolo screzio registratosi con La Russa. “Ignazio era Capogruppo di Alleanza Nazionale, chiesi un appuntamento per illustrargli un mio progetto di legge su Roma Capitale che vedeva tra i primi firmatari Pinuccio Tatarella -ha sottolineato l’ex sindaco di Latina- volevo proporgli di apporre anche la sua firma. Invece di starmi ad ascoltare, parlava al telefono. Persi la pazienza e me ne andai sbattendo la porta. Ignazio corse in Aula, radunò tutto il gruppo di An per chiedermi pubblicamente scusa. Ci abbracciamo calorosamente e fraternamente, circondati dal gruppo parlamentare.  Ha speso la sua vita per servire le istituzioni repubblicane e la Politica.  Numerose le sue frequentazioni in terra pontina, Ignazio è sempre stato vicino all’attività politica e amministrativa della nostra città e della nostra Provincia.  É il primo Presidente del Senato a venire dalla nostra storia, quella della destra italiana. Un Presidente, fra l’altro, eletto con una maggioranza che è andata ben oltre il tradizionale perimetro del centrodestra.  Sono certo che saprà svolgere la seconda carica dello Stato con disciplina ed onore, da Patriota, come lo ha giustamente definito Giorgia Meloni”. Molto più istituzionale il breve intervento social di Nicola Calandrini: “È ufficialmente cominciata la XIX Legislatura con il primo voto che ha visto eletto l’amico Ignazio La Russa presidente del Senato. Gli auguro buon lavoro con la certezza che saprà ricoprire con autorevolezza il ruolo di seconda carica dello Stato”. In ambito leghista non è mancato un breve passaggio della neo deputata Giovanna Miele sull’elezione del collega di partito Luciano Fontana alla guida della Camera. “Con grande piacere voglio esprimere le mie congratulazioni al collega Lorenzo Fontana per la sua elezione a Presidente della Camera dei Deputati -ha sottolineato la Miele- Gli auguro buon lavoro, convinta che con equilibrio e autorevolezza saprà operare per il bene della Repubblica e del popolo italiano”.

COLETTA CONCENTRATO SULLA SEGRE

Dall’ex sindaco Damiano Coletta è invece arrivato un tributo alla senatrice Elena Segre, che ha presieduto i lavori durante la giornata inaugurale della legislatura a palazzo Madama. “Da brividi l’intervento della senatrice Segre in Senato -ha affermato Coletta- Ci riporta con orgoglio alla memoria e ai valori sui quali si fonda la nostra Costituzione e la nostra Repubblica. Ci invita a praticare una politica alta e nobile che sia ferma nei convincimenti ma che porti al rispetto dell’avversario, ascolti e si esprima con gentilezza.  In un momento come questo ne avevamo proprio bisogno. Fiero, da Sindaco insieme a tutto il Consiglio Comunale, di aver conferito nel 2021 la cittadinanza onoraria di Latina a Liliana Segre, insieme con Sami Modiano”.

Un giudizio più generale e sicuramente negativo su quanto avvenuto nella due giorni istituzionale è giunto da Enrico Forte, esponente del Pd, presidente della commissione Infrastrutture e Lavori pubblici della Regione Lazio. “Le premesse di questa legislatura non sono affatto buone -ha detto Forte- l’elezione del presidente del Senato si è svolta all’insegna di un antico costume italiano, quello del trasformismo. La disinvoltura con cui ciò accade è a tratti sconvolgente, ma il caso La Russa lascia intravedere qualcosa di più e per certi versi inedito: una strada sicuramente in salita per una maggioranza che denota parecchie crepe, ed  allo stesso tempo una grande difficoltà per l’opposizione, anch’essa non omogenea. In entrambi i casi, si tratta di una enorme mancanza di rispetto per gli elettori, per i cittadini tutti e verso la situazione che il nostro Paese sta attraversando”.

Parole che sembrano preludere a un disperato appello in vista della prossima tornata elettorale, sempre più alle porte. Per il Pd l’incubo è quello di ritrovarsi nel giro di poche settimane fuori dai centri di potere del Paese. La Regione Lazio rischia di trasformarsi nella Waterloo finale.

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