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Acea mette nel mirino il termovalorizzatore, si lavora sul business plan

Marco Battistini
Giuseppe Gola ha anticipato i buoni risultati che sono attesi da qui alla fine dell’anno.
Luglio 29, 2022
L’amministratore delegato di ACEA Giuseppe Gola

Acea spera di poter chiudere il business plan entro la fine dell’anno. Ed una “variabile importante” per il nuovo business plan di Acea sarà “il progetto del termovalorizzatore di Roma su cui auspichiamo di svolgere un ruolo attivo molto importante”, ha detto l’AD di Acea, Giuseppe Gola, in conference call con gli analisti finanziari. “Prima di consolidare il piano -ha spiegato- vorremmo avere una visione e una visibilità un po’ più dettagliata su questo progetto” che “può avere un impatto significativo sia in termini di investimenti che di margini sul nostro piano”. “Lavoriamo per andare verso la definizione del business plan nella seconda metà dell’anno ma non ho ancora una visibilità del timing”, dice più in generale Gola: “Ci stiamo lavorando ormai da un bel po’: è chiaro che questo è stato l’anno della tempesta perfetta per un business plan, con questi prezzi dell’energia è un esercizio complesso”. Ciò nonostante, sul piano finanziario si respira una certa tranquillità in Acea. Giuseppe Gola ha anticipato i buoni risultati che sono attesi da qui alla fine dell’anno: “Acea ha migliorato la sua guidance, vista l’ottima performance dell’Ebitda nel primo semestre grazie anche ad alcuni contributi straordinari. Non ci aspettiamo effetti negativi nel secondo semestre nonostante una situazione complessa: sull’energia siamo coperti per tutto il 2022. Quindi, possiamo dire che, in assenza di altri eventi straordinari stimiamo una performance buona e stabile per tutto l’anno”.

I VANTAGGI DELL’IMPIANTO

Quello del termovalorizzatore è un investimento che, secondo le stime, vale 700 milioni di euro. Il termovalorizzatore di Roma, la cui realizzazione è stata confermata, nonostante la crisi di governo, con il via libera al decreto Aiuti, punta a trasformare in energia 600 mila tonnellate di rifiuti l’anno. È l’impianto principale, insieme ai due biodigestori che muteranno in biogas 120 mila tonnellate annue di scarti organici, che il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, inserirà nel piano con cui intende portare fuori dall’emergenza rifiuti la capitale entro il Giubileo del 2025, o al più tardi entro la fine della consiliatura nel 2026: anno in cui bisognerà aver messo a terra i progetti sviluppati con fondi a valere sul Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Con il termovalorizzatore Gualtieri punta a ridurre sia l’impatto ambientale sia gli altissimi costi della Tari, oggi la tariffa romana è la più alta in Italia determinati dal via vai dei camion che partono verso altre regioni, in Italia e all’estero, per smaltire gli scarti romani. Inoltre la struttura sarà, secondo il sindaco, una risorsa: produrrà energia e le ceneri potranno essere utilizzate per produrre asfalto e riparare le strade, ma anche nel settore edile. Per l’impianto il cui iter amministrativo non è stato ancora avviato si è fatta avanti Acea, la multiutility romana. A maggio scorso, nel corso della presentazione del trimestrale l’amministratore delegato, Giuseppe Gola, aveva annunciato: “Acea è un candidato naturale per la realizzazione e la gestione del termovalorizzatore. Lavoreremo a questo progetto”.
Una disponibilità a collaborare è arrivata anche dalla milanese A2A. L’amministratore delegato, Renato Mazzoncini, sempre a maggio scorso, in un’intervista ha spiegato: “A2A oggi ha circa il 50 per cento del mercato nazionale di questi impianti e, come ho potuto manifestare direttamente all’amministrazione di Roma, noi siamo a disposizione, in qualunque forma. Mi sembra talmente importante che la nostra capitale dia il segnale di volersi dotare di questi impianti che la collaborazione di A2A ci sarà, senza se e senza ma”. Secondo le indiscrezioni più recenti ci potrebbe essere anche una terza multiutility, la romagnola Hera che ad oggi accoglie parte degli scarti indifferenziati della capitale.

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