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Splende il tricolore sul mille di Miami: Musetti, Sinner e Arnaldi avanti con brio

Roberto Mercaldo
Marzo 25, 2024
Lorenzo Musetti

Le palme pian piano scompariranno, o quantomeno diminuiranno in modo drastico. A Miami il sacrificio dell’iconica pianta s’impone per via dei mutamenti climatici, che inducono ad “adottare” piante che garantiscano più ombra, assorbendo maggiori quantità di Co2. Quel che invece gode di ottima salute, a dispetto della pioggia capricciosa che venerdì ne ha quasi cancellato un’intera giornata di programma, è il “mille” tennistico, ancora un pochino inferiore, per montepremi e blasone, a quello di Indian Wells, ma certamente in crescita per attenzione dei media e prestigio.
E in questo contesto ecco che l’Italia della racchetta mostra i bicipiti e vola più in alto del vento capriccioso e insistente della Florida: Sinner e Arnaldi sono già agli ottavi, Musetti ha superato lo spauracchio Safiullin ed è approdato ai sedicesimi, dove troverà i muscoli e il mancino infido di Ben Shelton. Il giovanotto statunitense è ambizioso e baldanzoso, sembrerebbe persin spocchioso in taluni frangenti di match (e giuriamo che il giudizio non è inficiato da esigenza fonetica) ed è uno dei tre (gli altri sono Djokovic e Alcaraz) capaci di battere il Sinner 2.0, quello che alza il livello con strategia mirata e che nei punti decisivi sbaglia poco, quasi mai.
Safiullin in verità ha fornito un piccolo ma in qualche modo generoso contributo, quando sul 40/0 del dodicesimo gioco, a mezzo passo dal tiebreak, ha prima commesso un doppio fallo e poi, dopo due punti eccellenti del toscano, ha regalato ancora, in specie con uno smash che gli è costato il set. Nel secondo Musetti-show e sedicesimi afferrati in sicurezza. Tra qualche ora vedremo se anche contro Shelton il talento un po’ intermittente ma cristallino di Lorenzo il magnifico potrà essere preponderante.
Chi in ottavi è già entrato è invece il nostro numero 1, per ora 3 del mondo con freccia innestata, il meraviglioso Jannik della Val Pusteria, per il mondo Sinner.
Stavolta il copione è un po’ mutato, perché Jannik Sinner ci ha regalato un imprevisto, il primo set ceduto a Tallon Griekspor nella storia delle quattro sfide. E’ accaduto in modo abbastanza imprevedibile, perché prima del suo sesto turno di servizio Jannik aveva un 20-2 complessivo nel punteggio dei suoi game di battuta. E invece, tutti insieme, eccoli i quattro punti che scrivono il colpo di scena, confermato da un dodicesimo gioco in cui Sinner si issa 30/0, salvo subire la rimonta di Griekspor, abile a chiudere con due ace di fila il gioco e il set. E si è poi andati avanti con una situazione di sostanziale equilibrio fino a quando la pioggia non ha costretto i due contendenti a una pausa. Tornati in campo, Jannik Sinner ha ricordato a Tallon e al mondo le vere gerarchie. Un po’ a fatica Jannik ha vinto il secondo, poi però ha trasformato il terzo in un vero monologo. Negli ottavi avrà O’Connell, vittorioso in entrambi i tiebreak per 7/5 su Damm.
Dulcis in fundo, Arnaldi, che ha firmato l’impresa più significativa, fermando Shapovalov e la sua voglia di tornare nel novero dei tennisti più importanti. Dopo Fils e Bublik, non proprio dei carneadi della racchetta, il mingherlino Matteo ha completato il suo fantastico tris domando gli estri del canadese, che insegue l’antica grandezza in singhiozzanti svolazzi, ma tra arabeschi e affreschi del tempo che fu immette poco opportunamente nefandezze tutte nuove.
Così, agganciato Arnaldi in extremis, e guadagnato il tiebreak del secondo, Denis ha portato il suo baffetto da moschettiere fino al set point, prima di arrendersi al meraviglioso sanremese, un inno alla grinta in racchetta e pantaloncini e una prima di servizio che annega i suoi dubbi nelle ragioni di una chirurgica precisione. Così per il canadese nato a Tel Aviv e di origini ucraine è arrivata un’altra delusione, ma qua e là balugina la possibilità di un ritorno ai vertici.
E le donne? Jasmine Paolini si è arresa dopo tre set alla regolarità della Navarro, che non sa far alcunchè benissimo, ma sa far tutto piuttosto bene. E sovente può bastare. Jasmine ha acceso i fari della propria attenzione nel secondo set, ma ha visto le lucine spegnersi di colpo dopo i tre giochi lottati e tutti persi della terza frazione. Appuntamento sulla terra battuta, per rinforzare quel posto al sole che la piccola grande atleta si è gudagnata nella stagione del cemento.

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