Italia rimandata, perché bocciare al primo vagito non è etico né prudente.
L’avventura continentale, iniziata con l’avversario più scorbutico del girone, non poteva avere avvio peggiore.
Erano più di 20 anni che gli azzurri non perdevano in casa una partita valevole per il campionato Europeo. Statistica aggiornata, perché l’Inghilterra al Maradona ha vinto con pieno merito.
I sudditi di Carlo III hanno dominato una prima frazione che avrebbero persino potuto chiudere con un margine attivo più ampio del 2/0 consegnato agli archivi.
Graziati da Grealish, sciagurato nel “ciabattare” un pallone del modello basta spingere, gli azzurri sono tornati in campo con un piglio battagliero e hanno salvato non già il risultato, ma almeno la faccia, cingendo d’assedio la metà campo inglese.
Ne è scaturito un solo gol, “inventato” da Pellegrini e realizzato dal più atteso, Retegui, che fino a quel momento aveva sgobbato invano, abbandonato e stretto nella morsa dei giganti inglesi.
Il resto dell’operoso arrembare non è stato contrassegnato dall’indispensabile requisito della pericolosità.
Troppe imprecisioni in fase di finalizzazione, perché il reparto meno performante è stato senza alcun dubbio il centrocampo. Con tutto il rispetto per quel che è stato, al momento Barella, Jorginho e Verratti sono in fase di palese involuzione.
Chiudere le porte a Frattesi, Fagioli e, perché no, Boloca non sembra una scelta opportuna e anche la mancata convocazione di Zaccagni non ha apparenti giustificazioni.
TROPPE PRESTAZIONI AL DI SOTTO DELLA SUFFICIENZA
Alle difficoltà del pacchetto nevralgico si sono aggiunte le prestazioni poco confortanti di Berardi, che in maglia azzurra smarrisce la personalità e il talento che di regola esibisce nel Sassuolo, e di Di Lorenzo, impacciato oltre misura sulla corsia di competenza.
Non molto meglio hanno fatto i centrali difensivi. Toloi ha lasciato a desiderare nei suoi compiti precipui, mentre Acerbi ha palesato impacci davvero poco accettabili in fase d’impostazione.
A conti fatti, solo i romanisti Spinazzola e Pellegrini e i subentrati Gnonto e Politano hanno fornito un contributo accettabile. Troppo poco per pensare di uscire dal campo con un risultato positivo.
E adesso? Adesso per fortuna arrivano avversari più morbidi, contro i quali sarà bene sperimentare ed innovare, per farci trovare pronti anche in vista delle finali di Nations League.
Domenica sera si giocherà sul campo di Malta, e va sottolineato che le “cenerentole” di un tempo non sono più così modeste in termini tecnico tattici.
Ieri sera i maltesi hanno chiuso il primo tempo a reti bianche sul campo della Macedonia del Nord, proprio quella dello “schiaffo mondiale” agli azzurri.
Poi è finita 2/1 per i macedoni, a conferma di un’evidente crescita del movimento calcistico maltese.
Ciò premesso, non vogliamo immaginare nemmeno per scherzo un risultato diverso dalla vittoria degli azzurri nel secondo match di qualificazione europea. Sperando di vedere qualche faccia nuova, in particolare a centrocampo…