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Verso le politiche: il centrodestra trova l’intesa. Per l’Istituto Cattaneo i collegi di Latina e Frosinone restano blindati

Marco Battistini
E’ stata trovata un’intesa per correre insieme nei 221 collegi uninominali, selezionando i candidati più competitivi in base al consenso attribuito ai partiti.
Luglio 28, 2022
Francesco Lollobrigida, capogruppo FdI alla Camera

I numeri parlano chiaro. I sondaggi certificano un dato di fatto ineludibile: nel centrodestra c’è una leadership indiscussa, quella di Giorgia Meloni. Il suo partito, Fratelli d’Italia, veleggia intorno al 24-25% su scala nazionale, rappresentando almeno il 50% della coalizione, dal momento che Lega e FI si dividono la quota restante (14-15 il Carroccio, 7-8 gli azzurri). Il dato può non piacere, ma il trend è chiaro. Il primo nodo è rappresentato dalla premiership. Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI alla Camera è stato chiaro: “Saranno gli italiani ad indicare con il proprio voto la loro preferenza. La forza politica che prende più consensi indica il candidato premier da proporre a Mattarella“. Gli altri leader del centrodestra, però, non sembravano essere d’accordo: “La cosa più importante è che Forza Italia e Lega dichiarino qual è il candidato premier prima del voto -ha continuato il capogruppo di FdI alla Camera- Per noi la chiarezza è essenziale”. Poi ha sottolineato: “Per noi discuterne sarebbe anche inutile, ci aspettiamo che le regole che ha sempre usato il centrodestra vengano ribadite”.
Le regole sono state ribadite anche prima di definire candidature nei vari collegi: “Occorre rispettare un principio che noi, anche quando ci penalizzava, abbiamo sempre accettato. I sondaggi dicono che Fratelli d’Italia vale il 50% della coalizione -ha detto chiaramente Lollobrigida– poi ci possono essere degli aggiustamenti ma occorre partire da qui”. E ha aggiunto: “Mi aspetto che gli alleati comprendano questa fase storica. Il centrodestra rappresenta la maggioranza del Paese. Possiamo avere una maggioranza solida sia alla Camera sia al Senato”. In serata si è raggiunta l’intesa sia sulla premiership, che spetterà a chi prende più voti, sia sui collegi. Sulla ripartizione dei candidati nell’uninominale l’accordo prevederebbe 98 posti per Fratelli d’Italia, 70 alla Lega, 42 a Forza Italia e 11 a Noi con l’Italia e Coraggio Italia. Un’intesa che dunque lascia FdI sotto la quota richiesta del 50%dei collegi, mente la Lega raggiunge il 33% e FI si attesta sul 20%. “E’ stata trovata un’intesa per correre insieme nei 221 collegi uninominali, selezionando i candidati più competitivi in base al consenso attribuito ai partiti” si afferma in una nota diffusa al vertice del centrodestra terminato nella tarda serata.

UNA VITTORIA ANNUNCIATA

L’accordo è stato favorito dal quadro positivo dei sondaggi. Il centrodestra avrebbe la vittoria in tasca presentandosi unito alla tornata elettorale del 25 settembre. La mancata alleanza tra PD e M5S potrebbe consentire al centrodestra di prevalere in circa il 70% dei collegi uninominali di Camera e Senato. A rilevarlo è un’analisi dell’Istituto Cattaneo che ha provato a stimare i risultati delle prossime elezioni sulla base degli ultimi sondaggi applicandoli al Rosatellum, il sistema elettorale misto attualmente in vigore, con una quota di proporzionale e una di maggioritario attraverso i collegi uninominali (il candidato con più voti, vince). L’analisi del Cattaneo parte dal presupposto che nel centrosinistra convergano tutti i partiti più o meno vicini ai dem (Sinistra, Verdi, Azione di Calenda), Italia Viva di Renzi), Insieme per il Futuro di Di Maio).
Secondo il Cattaneo, i collegi blindati per il centrosinistra risulterebbero confinati in una parte della ex zona rossa (Emilia-Romagna, Toscana) e nelle grandi città (Milano, Torino, Genova, Roma, Napoli). Se ciò si verificasse, FDI, Lega e FI otterrebbero una confortevole maggioranza assoluta di seggi sia alla Camera che al Senato. Peraltro i collegi del basso Lazio (Latina e Frosinone) risultano essere i più blindati del centro-sud a favore del centrodestra.
Nel complesso, considerando le medie di tutti i sondaggi pubblicati in luglio, ai tre partiti di centrodestra (FdI, Lega, FI) viene attribuito circa il 46% delle intenzioni di voto sul piano nazionale, al complesso dei soggetti di “centrosinistra” viene accreditato il circa il 36% delle intenzioni di voto, al M5S circa l’11%.
Secondo le proiezioni del Cattaneo, alla Camera il Centrosinistra potrebbe ottenere fino a 96 seggi per la quota proporzionale, 41 per quella uninominale, e tre nella circoscrizione estero per un totale di 141 seggi su 400, come previsto dalla legge costituzionale approvata nel corso della legislatura che ha disposto il taglio degli eletti per Camera e Senato. Il centrodestra invece può sperare di ottenere ben 121 seggi nella quota proporzionale e ben 103 in quella uninominale, oltre a 4 scranni per la circoscrizione estero. Per un totale di 228 seggi. Al Movimento 5 Stelle resterebbero solo 28 seggi nella quota proporzionale, nessuno in quella uninominale e uno solo all’estero.
Stessa storia al Senato: su 200 seggi, al Centrosinistra andrebbero 48 per la quota proporzionale e solo 18 per la quota maggioritaria, in totale 68 inclusi due scranni per la circoscrizione estera. Al centrodestra potrebbero essere riconosciuti 61 seggi in quota proporzionale e ben 54 in quella uninominale, per un totale di 117 seggi, quasi il doppio rispetto al centrosinistra. Ai 5 Stelle resterebbero solo 13 seggi a Palazzo Madama. 

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