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Tennis, Internazionali d’Italia: vince Medvedev il torneo più bagnato di sempre. Serve un tetto per il Centrale

Roberto Mercaldo
Il russo ha sconfitto in due set Rune, prendendosi la rivincita di Montecarlo. Per i nostri un’edizione avara di soddisfazioni
Maggio 22, 2023
Il tennista Daniil Medvedev

Gli Internazionali d’Italia si sono conclusi nel giorno prefissato, e forse è questa la prima notizia. Nonostante i capricci di Giove Pluvio, che ha flirtato con i cieli della Capitale per i dieci giorni della rassegna con un accanimento da stolker, la domenica ha celebrato Daniil Medvedev, che d’improvviso si è scoperto campione anche sul mattone tritato (o almeno su quello tritato e bagnato) e ha mandato in archivio un’edizione alla quale, in tutta franchezza, chiedevamo qualcosa di più.

Se il prezzo dei biglietti si è infatti adeguato al nuovo livello della competizione, assurta quasi al rango di un major, con 96 giocatori in tabellone in luogo dei consueti 64, non altrettanti progressi ha compiuto l’organizzazione, con partite sul centrale a orari da “bisca” o da night club, una premiazione del torneo femminile condita da un paio di gaffe e una gestione del mare di folla non sempre impeccabile.

La prima volta non è mai troppo esaltante, e gli Internazionali divenuti “adulti” non hanno fatto eccezione alla regola, ma è auspicabile che nel 2024 si trovino soluzioni che non mortifichino pubblico e giocatori, perché partite su un centrale semivuoto e la luna spettatrice quasi solitaria non sono uno spot per la nostra più importante manifestazione tennistica. Inoltre sarebbe il caso di tradurre in atto le intenzioni di coprire almeno il campo centrale, perché ormai il maggio piovoso rappresenta una costante con cui fare i conti.

MEDVEDEV, UNO SCHIAFFO ALL’ESTETICA E UNO A RUNE

I puristi del gesto lo amano in modo relativo e lui non fa moltissimo per fargli cambiare idea, con atteggiamenti che sfiorano l’indisponenza. Daniil Medvedev non sarà mai un tennista da mostrare nei manuali, né quello da prendere come esempio durante una lezione, ma con buona pace dei manualisti e dei maestri, continua a vincere in un 2023 davvero trionfale. Trentanove gare vinte su quarantaquattro, ovvero l’88% di successi, spiegano in modo cristallino quanto il suo gioco sghembo, atipico e poco in linea con la pulizia del gesto faccia male agli avversari.

Si pensava che il suo terreno di caccia fosse in via esclusiva il cemento, e una lettura dei suoi risultati precedenti sembrava confermarlo. Ora però Daniil il moscovita sembra sul punto di adeguare il suo atipico arsenale anche alle diverse esigenze della terra rossa, e il suo trionfo romano non lascia dubbi sul fatto che il percorso sia stato avviato.

Se poi riuscirà a far bene anche sull’erba, quel numero uno del mondo che il patriarca Nole e i virgulti Holger e Carlos sembrano contendersi con argomentazioni tutte plausibili, potrebbe trovare un degno vessillifero, in barba ai tre e alle loro meraviglie tecniche e caratteriali.

TENNISTI ITALIANI RIMANDATI… A PARIGI

Al di là degli aspetti organizzativi, da rodare ed adeguare all’accresciuto livello del torneo, c’è una certa delusione anche per i risultati dei nostri alfieri. Berrettini, suo malgrado, ha dovuto arrendersi senza combattere ai suoi malanni fisici, che peraltro lo costringeranno a disertare anche il Roland Garros. Sinner, il prescelto, dopo uno scoppiettante avvio americano e un Montecarlo da protagonista, ha mancato l’ingresso in semifinale proprio nel mille a lui più caro, uscendo addirittura negli ottavi, per mano di Cerundolo, che sa toccare apici sorprendenti, ma poi dopo questi voli ritorna ad essere un buon giocatore e nulla più.

Maggio resta un mese complicato per Jannik, che storicamente, storia breve in verità, non ha mai trovato acuti significativi, frenato forse più dalle allergie di stagione che non dalla superficie. Una certa fragilità fisica continua ad accompagnarlo, facendo da contraltare a una solidità caratteriale e a una forza di volontà che hanno pochi eguali.

Musetti ha fatto il compitino, battendo Arnaldi nel derby dimensione futuro, ma trovando ancora in Tsitsipas un ostacolo più alto della sua voglia e delle sue ambizioni. Tra le donne, Martina Trevisan e Camila Giorgi, le nostre più autorevoli rappresentanti, sono state battute dalla ceca Muchova, che quando vede il tricolore alza il livello della concentrazione e della ferocia agonistica. Sia Martina che Camila sembravano sul punto di batterla, ma la fiorentina ha fallito addirittura un match ball, la marchigiana di è arenata sul 5/1 e servizio, portando la sua concentrazione su quell’isola deserta che da dieci anni ne rapisce gli estri sul più bello, come un folletto dispettoso.

Ha vinto Rybakina, la principessa diafana. Anche lei non sembrava una plausibile regina del rosso, ma ha dato scacco matto a Iga Swiatek, complice un piccolo infortunio della polacca. Kalinina, la finalista che non ti aspetti, si è fermata anche lei prima del tempo. Così la kazaka nata a Mosca ha potuto vincere senza nemmeno spendere troppe energie. A Parigi partirà tra le damigelle d’onore, sperando di ripetere lo scherzo romano, stavolta senza infortuni altrui. Swiatek e Sabalenka restano le favorite, ma nel castello della la principessa diafana non abitano timori reverenziali.

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