La seconda di ritorno del campionato di Serie B ha emesso i suoi verdetti, confermando la legittimità della fuga del Frosinone e indicando chiaramente in Genoa e Reggina le sole possibili alternative, vista la caduta del Bari a Palermo, che ha ridimensionato in modo consistente le chances di promozione diretta della squadra pugliese.
Tra i tanti giocatori che hanno guadagnato attenzioni e copertine di questo turno, ne abbiamo scelti cinque, per una Hit Parade del merito sportivo che non pretende d’esser tavola biblica, ma semplice licenza dell’immaginazione. Eh sì, perché a render speciale il calcio, dalla massima serie ai polverosi campetti di provincia, è sempre e soltanto la capacità di produrre stupore, attraverso gesti, imprese, gol, parate e dribbling.
Al quinto posto della classifica c’è Puskas, attaccante che ha già indossato un bel po’ di maglie, sebbene sia ancora piuttosto giovane. Portarsi dietro un cognome così importante può essere un freno, ma il giocatore rumeno, che si chiama George, non ha la pretesa d’aver null’altro in comune con Ferenc, il Puskas ungherese che ad oggi è considerato uno dei più grandi giocatori d’ogni epoca. Puskas, cresciuto nelle giovanili dell’Inter, milita ora nel Genoa, e sabato è stato il giustiziere fin troppo spietato di un Benevento poco fortunato. Il gol è arrivato proprio al morire del confronto ed ha un sapore particolare perché Puskas nel Benevento ha giocato per due stagioni, prima di vestire le maglie di Novara, Palermo, Reading e Pisa.
Al quarto posto di giornata ecco Ivan Marconi, centrale difensivo del Palermo con il vizio del gol. Suo il punto che ha consentito ai rosanero di piegare il Bari, su un terreno davvero infido e inzuppato all’inverosimile. Ivan ha ripetuto in tal modo la prodezza che aveva consentito ai siciliani di battere il Parma, in una giornata climaticamente simile a quella di venerdì scorso. Quando piove segna Marconi, è lo slogan e la speranza dei tifosi rosanero. Gli avversari sono avvertiti, meglio ci sia il sole quando incontrano l’aitante Ivan.
SERIE B, IL PODIO DELLA VENTUNESIMA GIORNATA CADETTA
Al terzo posto del podio un giocatore che non ha certo bisogno di presentazioni, Franco Vasquez, per i calciofili “El mudo”. Il trequartista di Tanti sembra aver ritrovato una seconda giovinezza e da qualche settimana è tra i più volitivi ed incisivi nelle fila del Parma, a caccia di una rimonta complicata. Il match contro il Perugia l’ha chiuso lui, con una prodezza balistica che dovrebbe essere quotidianamente mostrata alle scuole calcio per la pulizia e la spettacolarità del gesto. Già nazionale italiano e poi argentino, ricorda a tutti che gli anni possono forse appannare ma mai cancellare gli estri.
Al secondo posto non c’è un goleador, ma uno che i gol fa il possibile per evitarli. In verità Gagno, professione portiere, balzò agli onori delle cronache sportive per un gol realizzato direttamente da calcio di rinvio. Si giocava Modena-Imolese e Riccardo Gagno da Montebelluna, con l’aiuto di una folata compiacente, segnò il gol della vittoria modenese. Sabato invece, restituito ai suoi doveri istituzionali, ha più volte negato il gol al Cosenza, confermandosi uno dei migliori portieri della serie cadetta, per tecnica e continuità di rendimento. Ed eccoci al primo gradino del podio dell’ultimo turno di Serie B, sul quale non può che sedere un giocatore del Frosinone.
Roberto Insigne non ha solo il cognome in comune col più popolare Lorenzo, visto che è il fratello minore. Chissà quante volte si sarà sentito definire il fratello di Lorenzo, quasi non avesse un’identità calcistica di tutto rilievo. Un dazio da pagare, che però non ne ha frenato gli estri e non gli ha impedito di mettere in mostra una classe cristallina. A Benevento sembrava un po’ immalinconito, tanto che taluni ne avevano ipotizzato la parabola discendente. Invece eccolo di nuovo grande protagonista nel Frosinone, con gol frequenti e di grande impatto estetico. A Brescia una… fuga per la vittoria, conclusa sotto lo spicchio di curva destinata ai tifosi ciociari. E le meraviglie di Roberto non sono certo finite qui.