Bissato il successo di due anni fa a Chorzow, ma con modalità differenti e, se possibile, ancor più confortanti. Se la vittoria del campionato europeo a squadre di atletica due anni or sono era stata figlia soprattutto di un movimento con tante punte, come indicavano i sette successi individuali, stavolta sono arrivati solo tre primi posti, ma un numero impressionante di piazzamenti tra i primi cinque. E questo, a conti fatti, ha determinato il netto successo degli azzurri nella kermesse di Madrid, durata addirittura quattro giorni.
Il prologo giovedì, con le due gare di salto con l’asta: Molinarolo e Olivieri in linea con le previsioni della vigilia, ma due “buchi clamorosi” della squadra tedesca a regalarci un inatteso vantaggio sui favoriti della vigilia. Nella seconda giornata, una super Olanda è riuscita a chiudere addirittura con 30 punti di margine sulla seconda, complice l’infortunio di Patta, che nei 100 ha portato all’Italia un solo punto. Tutto compromesso? Niente affatto, perché già alla terza giornata l’Italia ha perentoriamente ribaltato il verdetto, passando in testa in modo convincente grazie a una solidità complessiva davvero entusiasmante. E nel quarto giorno di gare, gli azzurri hanno resistito in modo egregio al tentativo di rimonta di Polonia e Germania. Alla fine be 431,5 punti per l’Italia, sul podio con la Polonia (405,5) e la Germania (397).
Ma andiamo un po’ nel dettaglio e cominciamo dai vincitori: successo agevole, con un 400 finale davvero ragguardevole, per super Nadia Battocletti, che nei 5000 si è limitata ad aumentare un po’ il ritmo dopo una partenza alla camomilla del gruppo delle 16 ragazze. Poi, l’ultimo giro di cui si è detto, a stroncare ogni possibilità velleità delle avversarie. Successo annunciato anche per il gigante Leo Fabbri, cui è bastata una gara regolare oltre i 21 per tenere a bada le ansie competitive dell’avversario svedese Petterson, il solo in grado di avvicinare la sua miglior misura.
Ha vinto invece nel segno della suspence Larissa Iapichino, che per quattro salti ha notevolmente faticato ad interpretare la pedana madrilena. Clamorosamente ottava, e con il rischio di non poter eseguire gli ulteriori tentativi, ha chiuso il discorso per il primo posto con un 6,92 che ha tacitato anche l’altra favorita Mihambo, attestatasi 8 centimentri più giù.
Ed è stato proprio il successo di Larissa a dare valenza matematica alla vittoria degli azzurri. Davvero tanti i piazzamenti: sette infatti sono stati i secondi posti. Di grande rilievo quello di Francesco Pernici negli 800, con un crono ragguardevole, e posto d’onore anche per “Ayo” Forolunso, a soli 3 centesimi dal primo posto. Ha chiuso sul secondo gradino del podio anche il giovanissimo Sioli nell’alto, e restando ai concorsi brilla un secondo posto che era primo fino all’ultimo salto, quello del triplista Biasutti, che ha ritoccato il personale proprio nella gara più importante della sua vita. Buoni riscontri anche da alcune gare veloci, con Simonelli tornato grande e performante a livello cronometrico nei suoi 100 hs, imitato nei 200 da Fausto Desalu, sceso a 20″18 e tornato anch’egli sui suoi migliori livelli nel mezzo giro di pista. E nella gara di chiusura, secondo posto della nostra 4X400 mista.
Tanti anche i terzi posti, da quello sbalorditivo della baby Saraceni nel triplo a quello un pizzico deludente di Mattia Furlani, che per due volte ha fatto nullo di un solo centimetro, mancando un 8,30 che lo avrebbe issato al secondo posto, non troppo distante da Tentoglou. E tantissimi i piazzamenti dal quarto al quinto, a ribadire che ormai siamo una nazione all’avanguardia in ogni specialità.
E’ però un’Italia che manda un messaggio forte e chiaro in vista dei mondiali in settembre. Ci siamo anche noi, pronti a sbalordire ancora, noi i bi-campioni d’Europa.