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Rifiuti Roma: piano, autonomia e zero discariche

Marco Battistini
Nessuna anticipazione sull’area in cui verrà costruito il nuovo inceneritore. E nessuna conferma sulle indiscrezioni che da giorni indicano Santa Palomba, nell’estrema periferia della Capitale, come luogo individuato per il nuovo impianto.
Agosto 5, 2022
ecoambiente - ama -rifiuti-immondizia-roma

Un piano a “discarica zero” e nuovi impianti, compreso il contestato termovalorizzatore, da 600mila tonnellate annue con un primo avvio a fine 2025, per rendere Roma autosufficiente nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti. Poi, l’aumento della raccolta differenziata, dall’attuale dal 45,2% al 65% nel 2030 e la riduzione della produzione di immondizia con l’abbattimento dell’8,3% in otto anni. Impianti pubblici (nella stragrande maggioranza) e a ‘chilometro zero’, senza passaggi intermedi, per chiudere sul territorio il ciclo dei rifiuti senza gli attuali costi sostenuti per mandare fuori regione (o all’estero) l’immondizia. “Finalmente si volta pagina. Basta implorare le altre città perchè prendano i nostri rifiuti. Realizzeremo questo progetto in tempi certi nell’arco della consiliatura garantendo alla Capitale l’autosufficienza nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti e consentendole di diventare finalmente protagonista dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile”. Roberto Gualtieri, nelle vesti di Commissario straordinario nominato dal governo, tira dritto e presenta il nuovo piano di gestione integrata dei rifiuti della Capitale. L’obiettivo e’ trasformare Roma dalla “città più sporca di Europa”, annuncia Gualtieri, in un modello “verde e sostenibile”. 

TERMOVALORIZZATORE, REBUS SUL SITO

Nessuna anticipazione sull’area in cui verrà costruito il nuovo inceneritore. E nessuna conferma sulle indiscrezioni che da giorni indicano Santa Palomba, nell’estrema periferia della Capitale, come luogo individuato per il nuovo impianto. “Comunichiamo i fatti non le ipotesi” ha chiarito il sindaco limitandosi a precisare che i nuovi impianti saranno costruiti in zone poco abitate. “Gli impianti – spiega – non saranno dentro ai quartieri. Per chi sarà meno distante ci saranno comunque benefici energetici importanti. Roma e’ molto estesa e ha diversi luoghi poco densamente popolati che rendono meno impattanti questi nuovi impianti”. Intanto, certa e’ la data, il 15 ottobre, in cui sarà approvato il piano e, contestualmente, sarà pubblicata la manifestazione di interesse – rivolta al mercato – per la realizzazione del termovalorizzatore. Ecco nel dettaglio il cronoprogramma: oggi Gualtieri firma l’ordinanza di approvazione della proposta di Piano, con la relativa pubblicazione sul sito del Comune. E, in qualità di sindaco di Roma Capitale, presenta il piano in Assemblea Capitolina. Il 12 agosto verrà firmata l’ordinanza commissariale di approvazione del documento di Vas (Valutazione ambientale strategica) e sarà’ avviata la procedura di consultazione pubblica per la presentazione delle osservazioni; verra’ firmata anche l’ordinanza per il supporto da parte della Città Metropolitana alle attività del Commissario stesso. Il 30 settembre si concluderà la consultazione finalizzata alla raccolta delle osservazioni nell’ambito della procedura di Vas. Il 15 ottobre verrà firmata l’ordinanza commissariale di approvazione del piano rifiuti (completo di Vas) e pubblicata la manifestazione di interesse per la realizzazione del termovalorizzatore rivolta al mercato. Infine, entro la fine del mese di ottobre sarà definito il piano industriale di Ama che rappresenta il riferimento fondamentale per l’attuazione del piano rifiuti. 

CARENZA DI IMPIANTI E RUOLO DI AMA 

Gualtieri si è quindi soffermato sulla carenza di impianti e sul ruolo che giocherà la municipalizzata dei rifiuti. “Quello che davvero colpisce – evidenzia Gualtieri – e’ la carenza di impiantistica, solo il 9% dei rifiuti viene trattato nella città da impianti Ama quindi il 91% dei rifiuti viene trattato in impianti non pubblici e non a Roma con alti livelli di inefficienza”. Per colmare questo vuoto, il piano prevede dunque la realizzazione di nuovi impianti basati “sulle migliori tecnologie di settore disponibili, da quelli di selezione di carta e plastica da raccolta differenziata ai biodigestori anaerobici”. Le attività di progettazione per la realizzazione di questi impianti sono affidate ad Ama che ha partecipato ai bandi Pnrr per il loro finanziamento. In particolare, verranno realizzati nelle aree di Rocca Cencia e Ponte Malnome due impianti di selezione delle frazioni secche da raccolta differenziata da 200mila tonnellate complessive (carta, cartone e plastica) con un investimento totale di 43 mln di euro. A Cesano e a Casal Selce nasceranno due impianti per la digestione anaerobica della frazione organica (produzione biometano per trasporti e di compost per agricoltura), da 200mila tonnellate complessive, per un investimento di 59 milioni di euro ciascuno. Capitolo termovalorizzatore: sarà realizzato un impianto di trattamento termico ad elevata efficienza che tratterà i rifiuti indifferenziati residui e gli scarti non riciclabili derivanti dagli impianti di selezione e trattamento. Avrà una capacità di trattamento di 600mila tonnellate annue e sarà costruito “adottando la tecnologia di combustione più consolidata e ad alta efficienza per il recupero energetico con i sistemi più avanzati per la riduzione delle emissioni in atmosfera”. Allo stesso tempo saranno gestite ceneri da combustione e si avvierà la sperimentazione per la cattura di anidride carbonica. L’investimento complessivo sarà di circa 700 milioni di euro ai quali si aggiungeranno ulteriori 150 milioni circa per la tecnologia di trattamento e riciclo degli scarti di lavorazione. “E’ evidente che come sindaco di Roma Capitale auspico che aziende pubbliche controllate da Roma Capitale possano cogliere questa opportunità e svolgono un ruolo di protagonista nella realizzazione del termovalorizzatore ma sarà una procedura di gara che rispetterà i requisiti di legge. Non si procede ad assegnazione diretta. Ci sarà una procedura con manifestazione di interesse e manifestazione di proposte”, ha risposto Gualtieri replicando ad una domanda sulla possibilità che insieme ad Acea, le utility di Emilia Romagna e Lombardia (regioni a cui si e’ ispirato il piano rifiuti di Roma) possano entrare nella progettazione del nuovo termovalorizzatore. 

CENTRI DI RACCOLTA NEI MUNICIPI

Il piano poi prevede, l’attivazione di 30 centri di raccolta, tra riqualificazione degli esistenti e nuovi centri (40 milioni di euro di investimento) distribuiti nei diversi Municipi. Sarà realizzato un ulteriore impianto per il trattamento e il recupero delle terre di spazzamento (5 mln di euro di investimento) e nuove stazioni di trasferenza/trasbordo e stoccaggio (10 milioni di euro). Tra i primi obiettivi del piano rifiuti commissariale c’e’ l’aumento del tasso di raccolta differenziata: dal 45,2% attuale al 65% nel 2030 e al 70% nel 2035. Un processo che passa attraverso l’ottimizzazione della logistica e la razionalizzazione del servizio di raccolta. Per quanto riguarda la riduzione nella produzione di rifiuti si punta ad un abbattimento dell’8,3% in otto anni, da 1,69 mln di tonnellate l’anno a 1,55 mln nel 2030 e 1,52 nel 2035, attraverso accordi con i settori produttivi, campagne di comunicazione, centri del riuso. Si prevede cosi’ di arrivare ad una sensibile riduzione dei rifiuti che non e’ possibile avviare al riciclaggio di circa un terzo, passando da 1 milione di tonnellate l’anno del 2019 a oltre 700mila tonnellate nel 2030 che si potrà ridurre ulteriormente a circa 660mila nel 2035. Strategici poi gli obiettivi legati ad un rendimento elevato del recupero di materia da raccolta differenziata (65% al 2035), basato su una qualità migliore dei conferimenti, a partire dal recupero del servizio destinato alle unita’ non domestiche (attività commerciali), oltre che al ricorso a nuovi impianti. Altrettanto importante sarà il recupero delle frazioni organiche avviate ai nuovi impianti di digestione anaerobica (compost e metano), e la gestione efficiente degli scarti degli impianti di selezione di frazioni secche. Questo, sempre secondo quanto prevede il piano, contribuirà ad una netta riduzione del conferimento di rifiuti in discariche, che saranno cosi’ destinate al solo smaltimento degli scarti non destinabili a recupero energetico, passando dalle attuali 500mila tonnellate a circa 24mila nel 2035. Tali risultati consentiranno di andare “ben oltre” gli obiettivi fissati dall’Unione europea, che individuano una percentuale massima del 10% di ricorso alla discarica entro il 2030; Roma Capitale, partendo dal 30% attuale, raggiungerà il 4,8% nel 2030 e il 3,2% nel 2035. Lo scenario descritto dal piano porterà ad una riduzione del 90% circa delle emissioni di CO2, rispetto allo “scenario 0” (raccolta differenziata al 65% ma con la situazione impiantistica immutata) e ancora di più rispetto a quello attuale con la differenziata al 45%. Il contributo al percorso di Roma verso la neutralità climatica “arriverà grazie al recupero di energia da rifiuti residui, alla diminuzione sostanziale di emissioni di gas climalteranti, alla chiusura delle discariche. Fondamentale anche l’ottimizzazione dei trasporti, grazie all’eliminazione delle lunghe percorrenze per il conferimento ad impianti collocati fuori regione e all’estero”.

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