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Per Tamberi e Fantini medaglie di legno

Roberto Mercaldo
Con Jacobs costretto a rinunciare, restano solo il marciatore Stano e la saltatrice Vallortigara a poterci regalare un podio mondiale
Luglio 19, 2022
Gianmarco "Jimbo" Tamberi

Lo avevamo scritto in sede di presentazione e purtroppo non siamo stati smentiti. Dopo quattro giornate di gare dei mondiali di Eugene l’Italia dell’atletica non ha ancora provato l’ebbrezza del podio, né probabilmente la proverà. Le speranze residue poggiano sostanzialmente sul marciatore Stano, campione olimpico della 20 Km, ma che a Eugene sarà impegnato nell’atipica distanza dei 35 Km. Altra fiche che possiamo gettare sul piatto di Eugene è quella di Elena Vallortigara, bravissima in qualificazione e intenzionata a puntare al podio dell’alto, pur consapevole che potrebbero volerci i 2 metri. La dolorosa rinuncia di Jacobs, costretto a non presentarsi al via della semifinale dei 100, sottrae anche alla staffetta veloce il suo più prezioso elemento. Ai decimi aggiuntivi che comporterà schierare un sostituto bisogna anche aggiungere quanto si perderà nei cambi, rivoluzionando la formazione. Ne deriva che solo un miracolo potrebbe consegnare le chiavi della gloria ai nostri ragazzi, che certamente potranno ambire alla finale, ma che ragionevolmente dovrebbero chiudere ai piedi del podio, tra il quarto e il sesto posto. Il quarto posto è stato finora il massimo che il nostro movimento ha saputo cogliere in questi mondiali. Autori della quasi impresa e… vincitori della beffarda medaglia di legno la martellista Sara Fantini e l’olimpionico di Tokio Gianmarco Tamberi. A entrambi va un applauso sincero: la ragazza di Fidenza ha messo la ciliegina sulla torta di una stagione fantastica, ribadendo nella finale mondiale la sua posizione nel ranking e chiudendo alle spalle di due statunitensi e una canadese. Questo la pone automaticamente nella posizione di grande favorita in vista dei campionati europei, che si terranno in agosto, in ossequio a un calendario internazionale rivoluzionato dal Covid. È stato non bravo, ma bravissimo anche Jimbo Tamberi, che nel contesto di una stagione costellata di piccole ma fastidiose problematiche e culminata col divorzio, per ora sospeso, col papà allenatore, ha saputo valicare i 2,33, chiudendo dietro Barshim, Woo e Protsekko e perdendo il bronzo pur a parità di misura. Ha poi chiuso all’ottavo posto Trapletti nella 20 km di marcia al femminile ed è giunto nono il pesista Italo americano Nick Ponzio, che per un solo centimetro non ha guadagnato il diritto dei tre lanci supplementari in finale. Non è andata secondo le aspettative per le nostre mezzofondiste, Del Buono e Sabbatini. Per Gaia l’amarezza di una finale dei 1500 sfuggita, a dispetto di potenzialità pur esibite in gara. Esordio molto positivo per Filippo Tortu, che ha vinto la sua batteria dei 200 con un eccellente 20”18. Per lui la prospettiva più concreta può essere l’ingresso in finale, una finale stellare con i tre statunitensi Lyles, Knighton e Kerley che ambiscono a monopolizzare il podio. Fuori invece Fausto Desalu, con un 20”63 abbastanza deludente ed anche un po’ preoccupante in ottica staffetta. Nei prossimi giorni toccherà anche a Larissa Iapichino e al triplista Dallavalle, altri elementi da finale. La caccia al podio continua, sempre più affannosa.

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