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Palermo (Acea) per creare Ato più grandi. A Roma ridotto al 27% il tasso di dispersione della rete idrica

Marco Battistini
Luglio 3, 2023
Fabrizio Palermo, Ad Acea

Fabrizio Palermo, ad di Acea si dice favorevole, in un’ottica di riduzione dei soggetti che gestiscono il settore idrico, ad “una riforma normativa che porti alla creazione di ambiti territoriali ottimali di dimensioni più ampie, auspicabilmente quantomeno regionali, perché l’esperienza di questi anni ha dimostrato che le Ato grandi sono le più efficienti in quanto ottimizzano realmente il ciclo. 

Non a caso, Ato2, la società di Acea che gestisce il servizio in 96 Comuni di Roma e Provincia, la più grande d’Italia, è riuscita a ridurre al 27% il tasso di dispersione sulla rete capitolina ed è la più virtuosa. Il nostro paese ha una rete nazionale elettrica, una rete nazionale del gas ma non ha una rete nazionale dell’acqua nonostante rappresenti la risorsa naturale essenziale per eccellenza”.

INVESTIMENTI PER ROMA

“L’acqua è un eccezionale volano di sviluppo per il Paese. Lo è stata nel passato perché i primi grandi investimenti, che hanno innescato i processi di industrializzazione e urbanizzazione, sono stati fatti nel settore idrico. E lo è ancora oggi poiché abilita 320 miliardi di valore aggiunto che interessano il 18% del Pil e il 20% degli occupati italiani. È un’industria e deve essere trattata come tale”. L’ad di Acea, Fabrizio Palermo affronta il tema degli investimenti idrici in una intervista al al Sole 24 Ore nel quale racconta anche l’impegno del suo gruppo che con 9,5 milioni di clienti serviti, è il primo operatore della penisola nel comparto idrico. Acea nel triennio 2020-2022 ha investito nel settore 2 miliardi di euro ed ha tra i suoi impegni il progetto di raddoppio dell’acquedotto del Peschiera, il principale “polmone” idrico di Roma, che costerà da solo 1,2 miliardi di euro e che è una delle opere più grandi a livello nazionale.

VERSO IL PIANO STRAORDINARIO

Secondo Palermo “manca una visione industriale del settore. E questo significa che la gestione va affidata a soggetti di grandi dimensioni perché la frammentazione eccessiva fa sì che tanti piccoli operatori non abbiano la forza finanziaria sufficiente per reggere gli investimenti consistenti che servono” e per questo sostiene che “è auspicabile e opportuno” un consolidamento, “un processo che andrebbe favorito sia per creare efficienza, da un lato, migliorando le prestazioni, sia per ridurre, dall’altro, i costi di gestione, in modo da tenere basse le tariffe. Un dato quest’ultimo di cui hanno beneficiato i cittadini ma anche l’industria con un evidente vantaggio competitivo”. Il governo è ora al lavoro con un piano straordinario di investimenti sul settore idrico e “l’obiettivo – sostiene Palermo – deve essere un nuovo assetto più efficiente in cui si riesca, con una maggiore innovazione dei processi e un massiccio uso di nuove tecnologie e dei dati a contenere le spinte al rialzo delle tariffe. È necessario inoltre garantire la neutralità energetica delle reti, che vanno rese indipendenti dal costo dell’energia attraverso rinnovabili e stoccaggi”. 

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