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Nuovo stop alla discarica di Magliano Romano

Marco Battistini
Una sentenza nella quale “le ragioni dell’ambiente hanno prevalso”, hanno spiegato il presidente di Legambiente Lazio, Roberto Scacchi e il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani.
Novembre 2, 2022
Discarica di Magliano Romano

Il Tar del Lazio ha annullato la determinazione della Regione su cui figurava la Valutazione di impatto ambientale, Via, per il progetto di riconversione della discarica per inerti di Magliano Romano in discarica per rifiuti speciali non pericolosi, accogliendo un ricorso di Legambiente

La discarica era stata proposta in un invaso di 890 mila metri cubi della società “Idea 4″ a poche centinaia di metri dall’abitato di Magliano Romano, Comune del quadrante nord della Città metropolitana di Roma premiato più volte da Legambiente per la gestione virtuosa dei rifiuti e che, secondo gli ultimi dati del Catasto rifiuti Ispra, aveva superato nel 2020 il 75 per cento di raccolta differenziata. 

La vicenda della discarica di Magliano era già stata oggetto in passato di numerose sentenze del Tar, sempre favorevoli a comitati e al Comune, contro (ad esempio) il tentativo di aumentare il numero dei codici di rifiuti ingresso nell’impianto di smaltimento di inerti. Non a caso per i giudici “appare rimarchevole” che “inspiegabilmente non risulta attualizzata la valutazione dell’effettivo impatto del nuovo progetto sulla falda acquifera nonostante le precise indicazioni contenute sul punto nelle precedenti decisioni rese dal Tribunale adito in ordine alla discarica in oggetto di causa”. 

E continuerebbero, inoltre, a mancare in sede di Via approfondite valutazioni sulla barriera geologica naturale, tenuto anche conto che la discarica sorge su sito già oggetto di escavazione relativa ad attività estrattiva di tufo, materiale idrogeologicamente permeabile.

LE REAZIONI

In una nota Legambiente ha riferito: “La sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Lazio dà ragione a Legambiente che ricorreva ad aprile scorso, contro il parere favorevole sulla valutazione di impatto ambientale espresso dalla Regione Lazio per la realizzazione di una nuova grande discarica per rifiuti indifferenziati a Magliano Romano”. Una sentenza nella quale “le ragioni dell’ambiente hanno prevalso”, hanno spiegato il presidente di Legambiente Lazio, Roberto Scacchi e il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani. “La valutazione di impatto ambientale con cui veniva consentita la realizzazione della discarica di Magliano decade con questa decisione delle giustizia amministrativa – hanno sottolineato -. Il nostro impegno nel contrapporci a ogni nuova discarica e ogni nuovo inceneritore continua incessante perché abbiamo un mondo tecnologico che ruota intorno al concetto di economia circolare, pronto a generare tutte le fasi industriali necessarie a trasformare i rifiuti in risorse, senza più riempire il territorio di rifiuti e l’aria di inquinamento da incenerimento”. “Un ringraziamento – hanno proseguito Scacchi e Ciafani – al gran lavoro dell’avvocato Andrea Farì che ha costruito e portato a termine il ricorso, al comune di Magliano e al sindaco Francesco Mancini che, insieme ai sindaci dell’area Cassia-Tiberina-Flaminia, non ha mai mollato di un centimetro in una battaglia sacrosanta, e al grande impegno di tutti gli avvocati del nostro Centro di azione giuridica che in ogni territorio sono impegnati nel faticoso lavoro di contrasto giuridico alle scelte sbagliate nella gestione del ciclo dei rifiuti”. 

Anche il consigliere regionale di Europa verde, Marco Cacciatore, in una nota ha espresso la sua soddisfazione “per una vittoria importante delle cittadine e dei cittadini”. La riconversione della discarica “contrasta con i principi sanciti dal Piano rifiuti regionale – ha spiegato Cacciatore -. Oltre alle interpretazioni sul rispetto delle distanze dai siti sensibili, scuole, centri abitati, in forza di un emendamento presentato in aula da diverse forze politiche, tra cui le destre presenti in Consiglio, che fu tra gli elementi per i quali fui allora spinto a non votare il Piano, numerose erano anche le criticità in merito alla presenza di falde nel sottosuolo, requisiti naturalistici intorno al sito, problematiche sulle infrastrutture di collegamenti e la sussistenza di possibili vincoli da usi civici sull’area. Anche per questo – ha aggiunto – ho sposato volentieri la battaglia dei comitati e dei cittadini: come Europa Verde, assieme alla collega Eleonora Evi, abbiamo portato la questione di Magliano Romano ad ogni livello istituzionale, dalla Regione al Parlamento europeo”., Una “vittoria importante delle cittadine e dei cittadini e soprattutto del comitato No discarica Magliano Romano che ha combattuto per anni contro uno scempio reiterato”, ha proseguito Cacciatore nella nota. 

Ora le province del Lazio e Città Metropolitana “devono realizzare il sistema impiantistico basandosi sul quadro normativo esistente, quindi eliminando la centralità di discariche e inceneritori, dismettendo e delocalizzando i Tmb e riconvertendoli in impianti di recupero materia, ReMat, . Si trattino i rifiuti – ha concluso – secondo prossimità e autosufficienza, come definito dalla legge Egato, da poco varata in Consiglio regionale: Roma quindi, come era previsto già dal Piano regionale, provveda a rispettare l’autosufficienza impiantistica sul proprio territorio, senza più gravare sul resto della Città metropolitana”.

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