Damiano Coletta ha lanciato un ultimo ‘disperato’ appello all’opposizione, chiedendo 6 mesi per gestire la fase delicata inerente al completamento dei progetti del Pnrr. “La mia proposta è questa: gestiamo una fase di transizione, diamoci sei mesi -ha affermato il sindaco sulla sua pagina Facebook- Io mi metto a disposizione per gestire questa fase di transizione nel rispetto della città. Questo è il momento di dare delle risposte”.
L’ELENCO DEGLI INTERVENTI
Coletta ha cercato di elencare gli interventi necessari ed immediati per venire incontro alle esigenze della cittadinanza. A partire dalla crisi energetica e dal caro bollette. “Arriveranno sul nostro territorio 60-70 milioni di euro” ha dichiarato il sindaco.
“Sono 6 anni che sono il sindaco della città -ha detto Coletta– ho fatto questa scelta in maniera totalizzante e consapevole, rinunciando alla mia vita professionale e privata. Non è un atto eroico, lo sentivo. Ci ho messo impegno e dedizione, ho commesso errori, ma dopo 6 anni ti senti sempre di più Sindaco della città. Latina non può permettersi 8-9 mesi di scelte non politiche. Stavamo perdendo 10 milioni di euro di contattato di quartiere. Ci sono diversi obiettivi da portare a termine: l’ex sede della Banca d’Italia, il Pua, l’assegnazione della concessione del porto di Rio Martino, la revisione dei piani particolareggiati. Non possiamo permetterci fasi di stallo.
ULTIMO MONITO ALL’OPPOSIZIONE
Il terreno sembra franare attorno al sindaco che è apparso preoccupato nell’intervento video. “Io vorrei che le condizioni per rimanere ci fossero -ha sottolineato Coletta– se dalla prossima settimana ci fosse gestione commissariale, non sarebbe per Latina la stessa cosa. Ci sono scelte politiche importanti da fare: in questi giorni ho ad esempio ripristinato il servizio bus per i disabili o l’orario delle mense scolastiche che era stato tagliato. La mia preoccupazione dopo l’8 luglio era per la città. Non sono attaccato alla poltrona ma avverto un senso di dovere morale. Si respira aria di sfiducia ma da parte mia vorrei proporlo altro perché non lascio le cose a metà. Ho valutato di dimettermi e non l’ho voluta prendere in considerazione perché non bisogna abbandonare la nave. È nei momenti di difficoltà che bisogna starci. Il lavoro va completato”. Solo oggi si conoscerà il verdetto sulla sfiducia. Ma gli umori che circolano negli ambienti ‘colettiani’ non sono improntati all’ottimismo. Forse si sta per scrivere l’ultima pagina del libro di Coletta.