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Inghilterra e Olanda cominciano col passo giusto

Roberto Mercaldo
Un tempo e un gol ciascuno nella sfida tra USA e Galles
Novembre 22, 2022
Bukaio Saka

Inglesi in ginocchio un attimo prima del fischio d’inizio, iraniani che non cantano il loro inno per manifestare la propria distanza da un regime che calpesta diritti inviolabili. È iniziata così la prima gara della seconda giornata dei mondiali di calcio. Un modo esplicito per ricordare che il calcio non si bea del suo mondo dorato, ma guarda con sempre maggiore attenzione a ciò che gli accade intorno. È finita con gli inglesi festanti per un 6/2 esplicativo del divario tecnico e tattico che ha diviso le due compagini. Tra la prima e l’ultima scena tanta Inghilterra, vogliosa di dimostrare al mondo che il calcio non è nato lì per caso. Verranno altre contese, e a incrociare le scarpe bullonate con i sudditi di Carlo III saranno squadre con un tasso tecnico ben più consistente, ma i ragazzi di Southgate hanno voluto iniziare in modo fragoroso. È un avviso ai naviganti di questo mare di sabbia che avvolge il mondiale numero 22. L’Inghilterra c’è e sogna di riscattare nel modo più eclatante l’Europeo perso in casa propria. Ci sono voluti 35 minuti, giocati in verità solo in parte per via d’interruzioni frequenti e d’insolita lunghezza, per violare la porta iraniana con il giovane centrocampista Bellingham. Da quel momento però è iniziato un tiro al bersaglio, cui un po’ tutti hanno preso parte. Curioso che proprio il fuciliere scelto, Harry Kane, non abbia iscritto il proprio nome nel tabellino dei marcatori. Bukaio Saka ne ha fatti due, andando ad agganciare l’ecuadoriano Valencia in vetta alla classifica dei cannonieri. Sterling, Rashford e Grealish si sono contentati di una sola firma. L’Iran, impreparato a ripararsi dalla pioggia di gol, si è preso la soddisfazione di realizzare due reti, in una gara durata 117 minuti, per via dei 14 di recupero del primo tempo, cui hanno fatto seguito i 13 della ripresa. E almeno questo record sembra inattaccabile, sebbene le disposizioni per questo mondiale vadano nella direzione di recuperi molto generosi. Alle 17 è toccato all’Olanda, altra formazione posta ad immediato ridosso delle grandi favorite. Decisamente più consistente la squadra avversaria, quel Senegal che pur privato in extremis del suo asso, Sadio Mané, rappresenta la massima espressione del calcio africano. E partita è stata: lottata, non troppo bella e spigolosa come si conviene a una contesa mondiale. Alla fine ha vinto l’Olanda, che ha trovato l’involontaria complicità di Mendy, improvvido in uscita al minuto 84 e punito puntualmente da uno scaltro Gapko. E così la partita, che sembrava avviata verso un salomonico 0/0, è cambiata all’improvviso. La furia del Senegal, trovatosi sotto senza un apparente perché, non è stata supportata da sufficiente lucidità e gli orange hanno colpito ancora, beneficiando di un’altra incertezza di Mendy, incerto nel respingere un tiro di Depay. Tutto facile allora per Klassen e agli archivi un 2/0 eccessivamente premiante per i tulipani. A chiudere il programma di gare sono stati Galles e Stati Uniti, che si sono divisi supremazia, punti e gol. Gara a due facce, con la squadra stelle e strisce a comandare il gioco nella prima frazione e a raccogliere il giusto premio grazie a Weah, figlio d’arte. Il papà, ex stella del Milan, è ora il presidente della Liberia, ma lui gioca con gli Usa. E gioca molto bene, ad onor del vero. Con Pulisic e McKenney a supporto ha messo in grande difficoltà il pacchetto arretrato gallese, fornendo una sensazione di chiara superiorità. Poiché il calcio è sovente strano e mutevole, ecco un secondo tempo con il Galles sugli scudi, d’improvviso capace di proporsi nella metà campo statunitense con indice di pericolosità crescente, fino al pareggio dagli undici metri del giocatore più rappresentativo, l’eterno Gareth Bale. Alla fine tutti contenti e verdetto qualificazione rinviato, perché l’Iran visto all’esordio non sembra in grado di competere per il visto e dietro l’Inghilterra c’è un secondo posto da cogliere dall’una o dall’altra. Oggi quattro match, il mondiale entra nel vivo e c’è l’esordio di Messi.

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