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Day after a Terracina: aumenta il pressing delle opposizioni per le dimissioni della Tintari, Avelli pronto a subentrare

Marco Battistini
La linea che sembra prevalere è quella che dovrebbe portare al cambio in corsa con il vicesindaco Patrizio Avelli. La decisione è però di fatto nella mani della maggioranza, che dovrà scegliere se restare in carica o procedere in blocco alle dimissioni portando così a una conclusione anticipata della consiliatura.
Luglio 21, 2022
terracina tintari arresti
Comune di Terracina

Il day after è stato duro. L’inchiesta sul Comune ha lasciato attonita una comunità che adesso chiede chiarezza. A Terracina ci si interroga su cosa accadrà ora dopo l’operazione che ha portato l’arresto della sindaca Roberta Tintari, e altre 5 persone, tra cui l’ex vice sindaco, un assessore e funzionari del Comune, che sono state tutte sottoposte agli arresti domiciliari.I riflettori sono puntati proprio sulla Tintari. In molti spingono per le dimissioni: ma per adesso nulla si è mosso. Appare però solo questione di giorni se non di ore. La linea che sembra prevalere è quella che dovrebbe portare  al cambio in corsa con il vicesindaco Patrizio Avelli, subentrato lo scorso gennaio dopo il primo arresto del predecessore Pierpaolo Marcuzzi.
La decisione è però di fatto nella mani della maggioranza, che dovrà scegliere se restare in carica o procedere in blocco alle dimissioni portando così a una conclusione anticipata della consiliatura. Diverso era il caso di Sabaudia, quando a febbraio dopo l’ondata di arresti di febbraio e le successive dimissioni della sindaca Giada Gervasi, il Consiglio fu travolto da una raffica di dimissioni. In quel contesto si sarebbe comunque andati a votare dopo pochi mesi. Al contrario, a Terracina mancano ancora 3 anni alla fine della consiliatura e probabilmente la maggioranza tenterà di governare magari apportando diverse modifiche nella squadra amministrativa.  Nel caso in cui arrivassero le dimissioni anche a Terracina il Comune andrebbe incontro allo scioglimento, con la conseguenza di nuove elezioni indette da un commissario prefettizio.

DA SINISTRA A DESTRA PRESSIONI SULLA TINTARI

Ovviamente gli avversari della giunta Tintari provano a soffiare sul fuoco e chiedono la fine della consiliatura. A partire da Europa Verde che in una nota afferma: “Siamo i soli ad aver chiesto più volte e inascoltati, nei mesi scorsi, le dimissioni del Presidente del Consiglio comunale, del vice Sindaco e del Sindaco. Ora auspichiamo l’intervento del Prefetto per il Commissariamento del Comune di Terracina”. Il segretario comunale e il consigliere comunale del Partito Democratico di Terracina, Pierpaolo Chiumera e Armando Cittarelli, altrettanto chiedono le dimissioni della Sindaca Roberta Tintari. Dal canto suo Gianfranco Rufa, senatore e commissario della Lega a Latina, ritiene “che Terracina non possa restare nell’immobilismo amministrativo” e chiede di andare alle urne così come Francesco Zicchieri, parlamentare del gruppo misto alla Camera per il quale questa “amministrazione deve fare un passo indietro e dare la possibilità ai cittadini di esprimersi”.
Eppure l’amministrazione Tintari era ormai ai ferri corti con Fratelli d’Italia. Lo scorso mese si arrivò ad un passo dalla crisi. La giunta si spaccò sulla gestione degli arenili comunali. Lo scontro nell’esecutivo esplose dopo l’approvazione della revoca dell’atto giuntale con cui l’amministrazione comunale, lo scorso mese di marzo, aveva decretato di mettere a gara i quattro lidi di cui è concessionario. In quella circostanza ci fu la posizione contraria degli assessori di Fratelli d’Italia Patrizio Avelli, Danilo Zomparelli, Emanuela Zappone e Davide Di Leo, che sebbene avessero votato la delibera si dissero “delusi e attoniti”. Dunque tutto lascia pensare che Fratelli d’Italia possa provare a gestire l’amministrazione comunale affidando le chiavi del Municipio a Patrizio Avelli, personalità esperta e sicuramente più in sintonia con le posizioni del partito di maggioranza.

GLI IMPRENDITORI DI OSTIA E GLI AFFARI NEL PONTINO

E’ l’insediamento di diversi imprenditori balneari di Ostia nella località pontina ad essere considerata rilevante nell’ordinanza che ha portato agli arresti di martedì. Almeno questo è il filone che la Procura della Repubblica di Latina intende portare avanti per ‘smascherare’ un sistema che la gip Giorgia Castriota ha definito “di mercificazione della res publica”.
Il giudice per le indagini preliminari sostiene che gli investigatori hanno subito scoperto come alcuni imprenditori balneari, dopo Mafia Capitale, “avessero trasferito i propri illeciti interessi dal litorale di Ostia a quello di Terracina, potendo ivi contare sulla compiacenza e sulla connivenza degli amministratori pubblici locali”. 
Nell’occhio del ciclone è finito anche l’europarlamentare Nicola Procaccini. La Gip Castriota nell’ordinanza ha evidenziato che “destava particolare allarme il fatto che l’onorevole risultava perfettamente a conoscenza del contenuto degli atti di indagine e, in specie, quali documenti erano stati richiesti e acquisiti presso l’Azienda Speciale Terracina e persino quali domande erano state poste in sede di sommarie informazioni“. Per gli esponenti politici Tintari e Procaccini le indagini potevano comportare un danno d’immagine alla Giunta.
Secondo il Gip Castriota, Tintari, Costantino e Percoco si sarebbero serviti dell’europarlamentare Procaccini il quale contattò organi istituzionali e investigativi “nella vana speranza di delegittimare e paralizzare le operazioni investigative condotte dagli ufficiali della Capitaneria di Porto e della Guardia Costiera“. Ipotesi tutte da dimostrare e che per il momento non sembrano preoccupare più di tanto il parlamentare europeo di Fratelli d’Italia.

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