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Comuni pontini e partecipate, l’altra partita locale. Calvi il nome forte di FI per il capoluogo

Marco Battistini
I risultati ottenuti in tutti i Comuni chiamati al voto nella tornata elettorale del giugno scorso hanno evidenziato la validità delle linee tracciate dal nostro coordinatore regionale, Claudio Fazzone, e dal coordinamento provinciale di Latina.
Ottobre 24, 2022
Alessandro Calvi

Regionali e comunali: la partita doppia scalda il centrodestra. Dopo la scelta per il candidato governatore, attesa per fine mese o al massimo ad inizio novembre, si aprirà la discussione sul futuro del Comune di Latina. Facile pensare che la decisione definitiva del front runner della coalizione avverrà solo dopo il voto regionale, ma una prima trattativa si aprirà sicuramente prima. 

L’accordo si potrà realizzare solo quando verrà chiuso il cerchio più ampio della governance degli enti a livello provinciale. In ballo oltre al Comune di Latina ci saranno anche Aprilia e Terracina. E all’orizzonte si affacceranno i capitoli legati alla gestione dei rifiuti e dell’acqua.

OPZIONE CALVI PER FORZA ITALIA

Sul Comune di Latina c’è ancora tanta strada da fare. E’ prematuro fare discorsi sui possibili candidati sindaco, soprattutto in mancanza di un’intesa globale nella coalizione di centrodestra. Su un punto però i vertici dei partiti sono d’accordo: deve essere una figura di alto profilo. Un politico possibilmente. Partendo da questo presupposto il cerchio dei papabili si restringe. Esclusi i rappresentanti istituzionali, la logica vorrebbe in lizza i coordinatori provinciali. In tal senso appare del tutto improbabile una discesa in campo di Nicola Calandrini, leader di FdI. Mentre la Lega al momento è ancora in cerca di un timoniere sul piano locale, Forza Italia può mettere in campo un nome forte: Alessandro Calvi. Il braccio destro di Claudio Fazzone avrebbe certamente le caratteristiche per poter prendere in mano la situazione. Gli vengono riconosciuti doti da mediatore che in politica sono essenziali soprattutto quando serve fare sintesi. E Calvi ha dalla sua anche la pazienza e la meticolosità del metodo di lavoro, ereditata dal padre, ex senatore del Psi. 

I risultati ottenuti in tutti i Comuni chiamati al voto nella tornata elettorale del giugno scorso hanno evidenziato la validità delle linee tracciate dal nostro coordinatore regionale, Claudio Fazzone, e dal coordinamento provinciale di Latina. Forza Italia è cresciuta quale elemento propulsore della coalizione in provincia, confermandosi perno essenziale per il successo del centrodestra. Buona parte dei meriti vanno attribuiti a chi come Calvi ha mantenuto la barra dritta anche in anni difficili, snobbando opzioni differenti da Forza Italia e magari più appetibili. Oggi Calvi potrebbe raccogliere i frutti di un lungo lavoro iniziato di fatto nel 2016, quando si candidò a sindaco in un momento difficile per FI e per tutto il centrodestra, dilaniato dagli scandali giudiziari e travolto dall’onda lunga di Damiano Coletta. Lo scenario politico è decisamente mutato. La stagione dei sogni si è conclusa ed ora sembra profilarsi il ritorno del centrodestra alla guida della città capoluogo. Se FI avrà l’occasione si poter esprimere il candidato sindaco non c’è dubbio che Calvi sia l’unico vero nome in campo.

NUOVI EQUILIBRI SULLE PARTECIPATE

Ma oltre alle scelte sui sindaci nel centrodestra si dovrà aprire una riflessione seria sulla gestione delle partecipate locali. In particolare gli equilibri dentro Acqualatina dovranno mutare, garantendo anche al partito principale (FdI) un’adeguata rappresentanza ai vertici aziendali. 

Rischia poi di apparire insostenibile l’asse venutosi a creare fra Forza Italia e le forze di centrosinistra, Pd e Civiche, con l’avallo del terzopolismo rappresentato a livello istituzionale da Gerardo Stefanelli. Proprio Damiano Coletta ed il presidente dell’Ato 4 sono stati scelti come membri del comitato che dovrà rappresentare l’ambito territoriale ottimale del Lazio meridionale nell’elaborazione della proposta di legge sul riordino del Sistema idrico Integrato Regionale. Una nomina strategica di assoluto rilievo quella concessa a Coletta, che ha potuto godere di diversi vantaggi, grazie all’alleanza formatasi durante il suo primo anno del secondo mandato amministrativo alla guida del Comune capoluogo. Di fatto il sindaco di Latina ed il presidente della Provincia saranno i due rappresentanti pontini in sede di riorganizzazione del sistema idrico. Un ambito particolarmente delicato che coinvolge in maniera evidente il gestore del servizio in provincia di Latina, ovvero Acqualatina Spa. Su tutto ciò Fratelli d’Italia (ed anche la Lega) non ha avuto voce in capitolo. Difficile che questo assetto anomalo possa reggere a lungo, soprattutto in previsione delle regionali, dove il partito della Meloni si troverà in una posizione di dominio quasi assoluto. E sulla gestione dei servizi pubblici forse si aprirà una nuova fase.

VIA COSTA E LA GESTIONE DEGLI ATO

Fratelli d’Italia in tempi non sospetti ha già chiesto a Forza Italia una scelta di campo chiara. Non solo sul Comune di Latina, ma anche per via Costa. L’alleanza di centrodestra impone a Fazzone &C. di rivedere le strategie sul piano locale. Il sostegno ad un presidente della Provincia, schierato su posizioni antitetiche alla coalizione FdI-Lega-FI creerebbe non pochi problemi, soprattutto in vista delle imminenti elezioni regionali, previste nel mese di gennaio. Su questo punto Enrico Tiero è stato chiaro. “Vorremmo sapere come intenda risolvere la questione relativa alla Provincia di Latina dove governa con il Pd -aveva ammonito Tiero all’indomani della sentenza del Tar sul Comune di Latina- l’unità del centrodestra non si fa a parole, si fa nei fatti, a Forza Italia non resta che dimostrare da che parte vuole stare”. 
Via Costa potrebbe assumere un ruolo centrale soprattutto nella scelta dei vertici dei nuovi ambiti territoriali ottimali. Gerardo Stefanelli punta ad avere voce in capitolo, come d’altronde aveva già fatto intendere a fine aprile. Potrebbe essere lui l’indiziato numero 1 a ricoprire l’incarico di presidente del nuovo ente.
“Spetterà alla Regione -aveva sottolineato il presidente- convocare l’assemblea dei sindaci per eleggere il presidente e poi procedere con l’approvazione dello Statuto ma la situazione attuale ci richiama all’esigenza di iniziare a immaginare i possibili scenari per la costituzione degli Egato. È importante anche considerare fin da ora il futuro delle società e dei soggetti che oggi nei singoli Comuni si occupano della gestione dei rifiuti e in alcuni casi anche dei servizi di igiene urbana”.
In realtà un emendamento approvato in Consiglio regionale ha messo al sicuro il futuro di diverse esperienze locali e anche di diverse centinaia di lavoratori. L’Egato, ove ne ricorrano le condizioni, può aggiudicare il servizio anche mediante affidamento in house, salvaguardando, nel rispetto dei principi e della normativa europea e statale vigenti in materia, le esperienze pregresse di gestione dei rifiuti urbani realizzate dai comuni appartenenti allo stesso, tenendo conto delle proposte eventualmente formulate dai rispettivi sindaci e delle indicazioni contenute nel Piano regionale di gestione dei rifiuti e appartenenti all’Egato.
Fatto sta che dalla Provincia passeranno decisioni importanti in un settore come quello strategico come quello dei rifiuti. Lasciare il boccino in mano ad una coalizione di governo provinciale (FI-Pd-Terzo polo-Civiche), improponibile anche alla luce del nuovo quadro di alleanze nazionali e regionali, sarebbe a dir poco singolare. Forza Italia in particolare sarà messa con le spalle al muro e dovrà scendere a patti per mantenere un minimo di influenza sull’ente anche in futuro.

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