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Cinghiali, per evitare ulteriori guai nel Lazio ne verranno abbattuti il 30%. Ecco le cifre provincia per provincia

Alberto Fraja
Gli abbattimenti finora segnalati per la stagione 2021-2022 nella capitale della Tuscia sono 8.145: 7.792 in braccata, 63 con la girata, 251 in zone bianche e 39 (dato parziale) con la selezione.  
Giugno 28, 2022

La provincia di Viterbo è quella con la maggiore concentrazione di cinghiali del Lazio. E’ quanto emerge dai documenti allegati al piano per il contenimento della peste suina approvato dalla Regione nei giorni scorsi. Secondo le tabelle contenute nel documento a Viterbo c’è una popolazione stimata di cinghiali di 24.345 capi, il numero più alto del Lazio dove in tutto sono 74.223 (13.257 Frosinone, 6.285 Latina, 13.866 Rieti e 16.380 Roma). Gli abbattimenti finora segnalati per la stagione 2021-2022 nella capitale della Tuscia sono 8.145: 7.792 in braccata, 63 con la girata, 251 in zone bianche e 39 (dato parziale) con la selezione.  
“Il piano della Regione per cercare di contenere la peste suina prevede l’aumento del prelievo del 30% rispetto alla media del triennio 2019-2021 – si legge in un comunicato della Regione -. Facendo un a stima si parla di 2.350 ungulati in più che si potranno abbattere stando alla disciplina speciale che la Regione ha emanato con il piano approvato il 14 giugno. Stando infatti alle tabelle contenute nel provvedimento nella stagione 2019-2020 in cinghiali abbattuti nella Tuscia sono stati 7.885 e nella stagione successiva 7.536”. 
Siamo comunque ad una cifra che sopravanza le altre province della laziali. 
“Lo scopo del “Piano di sorveglianza e prevenzione in Italia per il 2021”, è quello di una generalizzata riduzione della densità del cinghiale, attraverso un aumento del prelievo del 30% mediante la caccia di selezione (tiro selettivo), la girata, caccia in zone bianche e le attività di controllo, rispetto agli anni precedenti – continua la nota -. Al raggiungimento dell’obiettivo concorrono i piani di prelievo selettivo e di controllo numerico già autorizzati e in corso di realizzazione. Attualmente l’unico piano di controllo in corso al di fuori delle Aree protette è il piano dell’Atc Viterbo 1. In fin dei conti, come si legge nel piano, “l’area identificata a maggior rischio (densità di cinghiali, esposizione a contatti a rischio) è quella della provincia di Viterbo (Atc Vt1 e Vt2) , di Rieti e di Roma (Atc Rm1) dove devono essere organizzare battute, da effettuarsi con l’utilizzo di personale adeguatamente formato. 
Al di la della peste suina sono significativi anche i dati degli indennizzi pagati agli agricoltori negli ultimi anni per i danni causati dai cinghiali. l’Atc Viterbo 1 nel 2018 ha risarcito 51 ditte per 110.968,61 euro, l’Atc Viterbo 2 ha erogato 46.323,64 di indennizzi a 24 ditte. Nel 2019 50.779,45 euro l’Atc Viterbo 2 (58 imprse) e 95.459,60 euro (27 ditte) il Viterbo 2. Per il 2020 sono state ammesse le richieste di 100 ditte tra i due Atc per quasi 220 mila euro di danni stimati.

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