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A una settimana dal via sembra un campionato senza padroni

Roberto Mercaldo
La campagna acquisti non ha disegnato gerarchie ben visibili per la nostra serie A. Carrellata sulle sei grandi
Agosto 5, 2022
Charles De Ketelaere

Ogni appassionato di calcio sa che agosto è, tra i mesi dell’anno, quello più generoso per i club della nostra serie A e soprattutto per i loro tifosi. È notorio che ad agosto ci sono sempre 5 o 6 club campioni d’Italia, che nessuna compagine corre alcun rischio di retrocedere e che nel peggiore dei casi un posto in Europa League c’è, anche per chi ha operato in economia. Eh sì, le classifiche di agosto sono figlie della passione, della suggestione, dell’autoconvincimento e di tanti altri fattori così aleatori da disintegrarsi spesso, troppo spesso, già nelle tiepide serate settembrine. La sensazione poco emotiva è che un padrone annunciato non ci sia, come invece era accaduto a lungo in tempi recenti, con l’Inter padrona del dopo Calciopoli e la Juve addirittura noiosa nella sua supremazia da nove titoli di fila. Sarà un campionato tutto da scoprire perché stavolta le aspiranti al trono sono davvero tante, e non solo nei sogni dei tifosi. I campioni d’Italia del Milan ambiscono legittimamente a confermarsi e sognano un De Ketelaere formato Kakà. Il biondo talento venuto da Bruges infiamma l’immaginazione ed evoca trionfi nemmeno così lontani in campo europeo. Per garantirsi il bis tricolore il club rossonero ha puntato forte sul fiuto del gol di Origi e sull’esuberanza del centrocampista Pobega, tornato a Milanello per fine prestito. Basterà a tacitare le velleità di riscossa dei cugini nerazzurri? La “Beneamata” ha individuato in Lukaku il paladino della riscossa. Troppo vivo il ricordo della grande stagione 2020/2021, con l’ariete belga a dare un senso compiuto agli sforzi della Conte-band. E allora, corte tiepida a Dybala e alla fine Lautaro Martinez e Lukaku coppia indiscussa, privata pure della concorrenza un po’ scomoda di Sanchez. Dietro di loro l’imprevedibilità di Mkhitaryan, l’armeno che ha già mostrato a Roma meraviglie e pause fatali, il chiaroscuro consueto dell’estro. Riparte dal terzo posto della scorsa stagione il Napoli, che sta per chiudere la sua trattativa più importante, quella riguardante Raspadori. Al momento fanno però più notizia le partenze, perché in una città dove il sentimento val più della ragione, non possono lasciare indifferenti gli addii di Koulibaly e Mertens. Il difensore ha raggiunto Londra ed il Chelsea per puntare a gloria internazionale, Dries divenuto Ciro per affinità elettive ha salutato in modo struggente, dichiarando eterno amore a un popolo, a una maglia, a una città. Intanto in azzurro giocheranno il difensore centrale Kim, il laterale Olivera e l’attaccante Kvaratskhelia. La Juventus, che ha smesso d’esser tiranna per adagiarsi su due quarti posti che non esaltano gli umori della propria tifoseria, ha puntato sull’estro e sulla classe del non più giovane Di Maria e su un cavallo di ritorno davvero eclatante, Paul Pogba. In difesa la sicurezza Bremer e il rampante Federico Gatti, che non intende dare confini e margini alla sua bella favola. A conferma che tra la Juventus e gli infortuni c’è un inopportuno feeling, ecco già in precampionato lo stop del “polpo Paul”. Per Federico Chiesa il rientro sembra slittare ad ottobre, e a conti fatti tra squalifiche e indisponibilità ad Allegri mancheranno già 6 titolari per la gara di esordio col Sassuolo. Chi sogna e ridisegna le proprie prospettive rispetto al recente passato è senza dubbio la Roma. L’arrivo di Dybala, un 10 che avrà il 21 quale compagno di viaggio della propria riscossa, spalanca scenari inconsueti, che gli arrivi di Matic e Wijnaldum dilatano fino ai confini del sogno. Mourinho gongola e prepara l’ennesimo golpe alla gerarchie della storia. La sfida è intrigante. Sull’altra sponda del Tevere i cugini biancocelesti affidano alla fantasia di Cancellieri e all’esperienza di Romagnoli i loro desideri di eccellere e migliorare il piazzamento della scorsa stagione. Scudetto sembra parola proibita, ma in un campionato senza tiranni la libertà del pensiero non incontra barriere. Sei protagoniste più o meno annunciate, sempreché nella lotta non provi a inserirsi la bizzosa Dea…

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