La prima semifinale major di Jannik arriva in un pomeriggio di luglio, sul campo uno di Wimbledon: tetto chiuso per una pioggerellina insistente e infida, dall’altra parte della rete Safiullin, talento mai sbocciato appieno, intermittente negli estri, volto un po’ triste senza un perché.
Ha mietuto vittime illustri, il 26enne di Podol’sk, e Sinner sa di non poter abbassare la tensione. La sa ancor meglio quando dal 3/1 perde 5 giochi di fila e concede il secondo set all’avversario.
E allora non sbaglia più, e con un doppio 6/2 chiude i giochi ed entra nella storia.
È il terzo italiano a raggiungere la semifinale nel torneo più prestigioso del mondo. Prima di lui c’erano riusciti Pietrangeli e, molto di recente, Matteo Berrettini.
Avrà Novak Djokovic, che ha concesso l’illusione del set d’apertura a Rublev, prima di macinare il suo tennis fatto di anticipi, di angoli impossibili, di una tela che imprigiona e avviluppa senza pietà.
Nole il robot sembra non debba pagar dazio all’emozione, perché ogni fremito in lui diventa fame di vittoria, una fame insaziabile come quella della lupa dantesca.
Rublev ha fatto il possibile, ma il serbo ha condotto i giochi con un’autorevolezza disarmante.
Oggi si definirà anche la seconda semifinale. Vi ambiscono Medvedev, Eubanks, Alcaraz e Rune.
Il russo è favorito ma il filiforme statunitense non vuole smettere di stupire proprio sul più bello.
L’altro confronto è, nell’immaginario collettivo, la sfida del futuro: Alcaraz-Rune, i possibili dominatori del tennis che verrà, Jannik Sinner permettendo.
GRANDI SORPRESE TRA LE DONNE
Un crescendo di stupore nel torneo femminile, con le eliminazioni di Pegula e Swiatek.
Per prima è caduta l’americana, sorpresa da Vondrusova, mancina dal tennis incisivo e imprevedibile.
Non è costante, Marketa, e per questo fatica a issarsi dove il talento e la potenza dei colpi potrebbero portarla.
Anche contro Pegula, dopo un buon primo set, sembrava avesse imboccato l’autostrada dei dubbi, ma nella terza partita è tornata a comandare e stavolta in via definitiva.
In semifinale non incrocerà i destini con la numero uno del mondo, Iga Swiatek.
La polacca è stata infatti sconfitta dalla sempre più sorprendente ucraina Svitolina, che sembra aver trovato l’equilibrio perfetto tra il suo tennis armonico e la necessità di rompere gli schemi.
Iga ha più volte “perso” il dritto, che paradossalmente è stato anche il colpo che le ha procurato più vincenti. Sembrava anche stavolta in grado di uscire dalla buca, dopo aver vinto molto avventurosamente il secondo set, ma nella frazione decisiva è tornata a smarrirsi, senza trovare l’antidoto all’infelicità.
Oggi in programma gli altri due quarti, entrambi di grande interesse.
Per il braccio fatato di Jabeur c’è un ostacolo elevatissimo: Elena Rybakina, kazaka nata a Mosca, ora sa che non dovrà fronteggiare (come in verità ha fatto sempre egregiamente) i ritmi forsennati di Swiatek.
La consapevolezza di aver perso per strada la rivale più accreditata potrebbe darle quella spinta in più per neutralizzare la fantasia della tunisina.
Aryna Sabakenka è invece la potenziale vincitrice dell’altro quarto, perché Keys ha un gioco da fondo simile al suo, ma meno potente. Visto quanto accaduto fino ad oggi, la prudenza però è d’obbligo.