Il volto felice di Eubanks, quello perplesso di Petra Kvitova, le corse impossibili di Alcaraz, la rabbia di Haddad Maia: istantanee da Wimbledon, tempio del tennis che si appresta a celebrare il vincitore della sua 136esima edizione. Novak Djokovic può raggiungere Roger Federer in vetta alla classifica dei plurivincitori: 8 titoli per lo svizzero, 7 per il serbo, che è il più autorevole aspirante al successo tra gli otto superstiti del torneo londinese.
Nole ha chiuso nel primo pomeriggio il discorso con Hurkacz, che dopo aver gettato via in modo imperdonabile i primi due parziali, si è preso la soddisfazione di vincere il terzo. Nel quarto set però, Djokovic ha sfruttato sapientemente la sua occasione approdando nei quarti. Oggi sfiderà Rublev, giocatore che non sembra possedere le armi per volare più in alto della voglia di Nole.
In campo anche Sinner, che farà bene a non fidarsi di Safiullin, tennista capacissimo ma discontinuo. Da giovanissimo era uno dei big, poi si è un po’ perso, vivacchiando nei Challenger, con rare ma significative capatine in tornei ATP. In questo Wimbledon sta giocando divinamente e Jannik farà bene ad affrontarlo con la massima concentrazione, perché il traguardo della semi londinese sarebbe anche per lui una prima volta.
Ci ha provato Matteo Berrettini, che ha portato a casa il primo set, ripetendo la prova già offerta contro Zverev. Dal secondo parziale però Alcaraz è entrato in modalità fenomeno e Matteo ha mostrato un po’ la corda, perché le energie di un atleta al rientro dopo un lungo stop non possono essere inesauribili. Bravo comunque a realizzare un piccolo miracolo.
AVANZA ANCHE RUNE, 3/1 A DINITROV
Bello e incompiuto: per Dimitrov non è un luogo comune ma la realtà. Colui che fu indicato con eccesso di enfasi quale erede di Federer, al contrario del suo predecessore svizzero, si smarrisce puntualmente nel momento della verità. Anche ieri, nell’ottavo contro Rune, aveva iniziato dipingendo tennis. Quando l’altro, sfacciato e arrembante come esige il copione, ha alzato la voce, Dimitrov ha deposto pennello e velleità, in una verghiana riesumazione del ciclo dei vinti.
Sorride Eubanks, il filiforme statunitense capace di sorprendere Tsitsipas, in un match dalle mille emozioni, risoltosi coerentemente al quinto set. Poca fatica per Medvedev, cui sono bastati due set, per via del ritiro di Lehecka.
RYBAKINA AVANTI SENZA SFORZO
Tutto facile e veloce anche per Elena Rybakina, la principessa diafana del Kazakistan.
Il suo match con Haddad Maia è durato quattro giochi, perché la brasiliana ha patito all’alba del match un infortunio che le ha impedito di tornare in campo.
Sontuosa recita di Ons Jabeur, che ha annichilito una Petra Kvitova troppo fallosa e poco reattiva.
È andata vicino alla grande impresa la ragazzina russa, Mirra Andreeva, che contro Keys si è portata avanti di un set e 4/0 nel secondo, prima di spegnersi all’improvviso, consentendo così il recupero alla statunitense. Tutto facile anche per Aryna Sabalenka, vittoriosa senza sprecar troppe energie nel match con Alexandrova. Oggi i primi quarti anche fra le donne, con Pegula/Vondrusova e Swiatek-Svitolina.