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Valzer finale per le liste, spunta Chiara Colosimo al posto della Meloni a Latina. 
Tiro incrociato maldestro su Durigon. 
Terzo polo: Stefanelli resta a fare il regista dietro le quinte

Marco Battistini
Agosto 22, 2022
Chiara Colosimo

L’ultimo giorno disponibile potrebbe regalare sorprese nel rebus delle caselle sui collegi. L’indiscrezione sulla volontà di Giorgia Meloni di candidarsi nel collegio uninominale della Camera a L’Aquila ha trovato conferme nel corso della giornata di ieri. Nella notte invece si sarebbero completate le scelte dei candidati per gli uninominali del Lazio. Per quanto riguarda il collegio uninominale della Camera Latina-Aprilia il candidato del centrodestra, in quota Fratelli d’Italia, sarebbe Chiara Colosimo. La consigliera regionale di FdI è nota per le sue battaglie incessanti contro l’amministrazione Zingaretti. Eletta con le votazioni del 4 marzo 2018 nella lista di Fratelli d’Italia, è Presidente della Commissione Trasparenza e Pubblicità, istituita a seguito della scandalo noto come Concorsopoli che lei stessa ha scoperchiato, nonché vice presidente Commissione speciale emergenza Covid-19 e componente della Commissione Sanità. 

IL RUOLO NAZIONALE DI CALANDRINI


Il senatore Nicola Calandrini comunque avrebbe un posto assicurato e non ci saranno problemi nel rivederlo nel prossimo Parlamento. La carica di capogruppo in commissione Bilancio di FdI al Senato gli ha consentito di avere una visibilità notevole nel dibattito politico. Non ultima la replica delle ultime ore di Calandrini a Letta relativamente alla composizione delle liste per le politiche. 
“La sinistra e certa stampa che in questi giorni stanno gettando fango su Fratelli d’Italia, farebbero bene a guardare in casa propria dove stanno emergendo candidati antisemiti, oppure irascibili se non addirittura violenti. Letta inizi a pensare alle sue liste invece di accusare Giorgia Meloni di essere un pericolo per la democrazia” ha affermato in una nota l’esponente pontino a sua volta recentemente finito al centro di un attacco meschino lanciato dal quotidiano di De Benedetti alla vigilia della composizione delle liste elettorali. 
Calandrini una volta eletto, questa volta a Montecitorio, potrà quindi prepararsi nel migliore dei modi alla sfida del governo nazionale. Il coordinatore pontino può avere chance concrete di ricoprire un incarico di rilievo nel futuro esecutivo di centrodestra. 

IL PARCO MUSSOLINI E IL CASO DURIGON

La candidatura a Viterbo di Claudio Durigon con la Lega, in corsa per le elezioni politiche del prossimo 25 settembre, agita il Partito Democratico suscitando la reazione piccata del Carroccio. Ad attaccare per primo è stato  Andrea Casu, segretario del Pd Roma: “La Lega è pronta a candidare a Viterbo (forse perché a Latina sarebbe stato davvero troppo…) Claudio Durigon, potente ras salviniano nel Lazio, che appena un anno fa voleva intitolare il Parco di Latina ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce. Gravissimo, ma ancora più grave perché ora quel parco è il ‘Parco Falcone Borsellino’, i due eroi italiani alla lotta alla mafia. Quindi la Lega promuove i nostalgici del ventennio che addirittura vogliono cancellare la memoria della lotta alla mafia. Durigon per questa storia si è dimesso un anno fa da sottosegretario all’Economia. Ma eccolo ora rispuntare in un seggio blindato: per Salvini evidentemente Mussolini è più importante di Falcone e Borsellino”, le parole di Casu.
A fargli eco il senatore Bruno Astorre, segretario regionale del Pd: “Non potendolo candidare a Latina, dove forse sarebbe stato troppo, la Lega decide di candidare a Viterbo Claudio Durigon, plenipotenziario salviniano nel Lazio. Quel Durigon che mesi fa voleva intitolare il parco di Latina a Benito Mussolini e che per questa vicenda si dovette dimettere da sottosegretario all’Economia. Per fortuna ora quel parco è intitolato alla memoria di Falcone e Borsellino. Evidentemente la Lega sente la necessità di garantire un posto sicuro ai nostalgici del ventennio”, attacca.
Piccata la reazione del Carroccio, che ha replicato attraverso l’account ufficiale Lega – Salvini premier: “Pd contro Durigon: non gli perdona di aver picconato la legge Fornero. Visti i galantuomini di Letta a Roma, speriamo che non arrivino minacce di morte…”.
Durigon da parte sua ha preferito non replicare, scegliendo su Viterbo la via del silenzio. La polemica su Parco Mussolini è ormai datata e bisogna ricordare come il leader regionale del Carroccio abbia già pagato dazio un anno fa con le dimissioni da sottosegretario al Mef. A sinistra ormai si sceglie la linea della rissa politica continua, segno che evidentemente mancano argomenti per ribaltare l’esito ormai scontato della tornata elettorale del 25 settembre.

STEFANELLI RESTA DIETRO LE QUINTE

Gerardo Stefanelli sembra alla fine aver deciso di rimanere fuori dalla lista del terzo polo, preferendo fare il regista dietro le quinte. Il presidente della Provincia di Latina non ha perso l’occasione per esprimere la sua posizione sul valzer in atto a livello politico in tema di formazione delle liste elettorali.”La composizione delle liste di ogni partito e coalizione dimostra quanto ignava e debole sia stata la politica in questi anni nei confronti delle campagne demagogiche propinate all’opinione pubblica, approvando un taglio dei parlamentari inutile e illogico, a cui avrebbe dovuto seguire (nelle intenzioni manifeste di tutti i partiti) una nuova legge elettorale e degli adeguamenti costituzionali ( vedi numero dei grandi elettori regionali per la presidenza della repubblica) che sono caduti poi nel dimenticatoio della politica -ha detto a chiare lettere Stefanelli– assistiamo a scene adeguate alle ‘ultime notti prima della caduta dell’impero’. Ognuno cerca di salvarsi a discapito di storie di impegno, dei colleghi e della rappresentanza dei territori. Dal 26 settembre occorre portare avanti un’azione forte per il ripristino del rapporto tra gli elettori e gli eletti ( con le preferenze), tra questi ultimi  e i territori, e per l’applicazione del principio costituzionale del ‘metodo democratico’ all’interno dei partiti politici (basta indicazioni dall’alto). Pensare che tutto questo possa avvenire da
parte di una nomenclatura impegnata nell’auto conservazione e’ pura utopia. 
Servirà un’azione dal basso che parta e veda coinvolti gli amministratori locali di tutti i partiti e i colori politici. Su questo mi impegnerò personalmente all’interno anche delle associazioni che rappresentano gli enti locali ( Upi e Anci)”. Un richiamo forte alla necessità di rafforzare la rappresentanza territoriale dei partiti, che sicuramente riceverà apprezzamenti trasversali.

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