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Tra Salera e Di Rollo una telenovela… stucchevole. La “mission possible” di Fabio Tagliaferri: un nuovo centrodestra per vincere a Cassino

Licandro Licantropo
Settembre 15, 2023
Enzo Salera e Barbara Di Rollo

“Lei oggi ha detto, parlando di Lampedusa, che è la dimostrazione del fallimento delle politiche di esternalizzazione del Governo. Ma chi la capisce se lei parla così?”. La giornalista Lilli Gruber ha incalzato con queste parole la segretaria del Pd Elly Schlein. Mettendo il dito nella piaga, perché effettivamente da anni il Partito Democratico fatica a farsi capire. In politica la comunicazione è tutto, specialmente di questi tempi. Su ogni tipo di problematica il Pd si attarda su ragionamenti lunghi e articolati, anche perché preoccupato di mantenere tutti gli equilibri: con gli alleati a sinistra e con i Cinque Stelle, ma anche tra le correnti interne. I cittadini-elettori faticano a comprendere. Mentre invece Giorgia Meloni ha fatto della semplicità del messaggio di comunicazione il punto di forza.

Sotto questo punto di vista il Movimento Cinque Stelle si muove meglio e più rapidamente del Partito Democratico. Con le elezioni europee ormai prossime tutti i leader politici sono già al lavoro.

Nel centrodestra, evidenziano gli analisti, ci sarebbe un tentativo della Lega di Matteo Salvini di sorpassare a destra Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Sorpassare non è probabilmente il termine più appropriato. Secondo gli ultimi sondaggi realizzati da Ixé Fratelli d’Italia sarebbe al 30,4% (+0,2%) e la Lega al 7,4% (in calo). Scende pure Forza Italia (5,9%). E’ facilmente intuibile che tra il 7,4% e il 30,4% non si può parlare di tentativo di sorpasso. Sempre secondo Ixè, invece, in un anno è scesa di 8 punti la fiducia nel Governo, ora attestata al 42%. Questo dato non può non preoccupare.

Secondo Luigi Bisignani il premier Giorgia Meloni “potrebbe decidere di andare subito alle elezioni”, sia per non disperdere ulteriormente il consenso dell’Esecutivo, sia per ridimensionare ancora i suoi alleati. Previsione ardita ma sicuramente suggestiva.

A Cassino nel Partito Democratico continua la telenovela che vede protagonisti il sindaco Enzo Salera e la presidente del consiglio comunale Barbara Di Rollo: siamo passati dalla rottura alla riconciliazione, dalla ricomposizione del quadro del Pd alla possibilità che la Di Rollo metta in campo una lista civica, non necessariamente – aggiungiamo noi- a sostegno di Salera. Il centrodestra può approfittarne. Fabio Tagliaferri, commissario di Fratelli d’Italia, intende capire in tempi rapidi come stanno le cose e soprattutto quali sono le intenzioni della Lega. A Cassino il deus ex machina del Carroccio è Mario Abbruzzese, che alle comunali ha sempre detto la sua e indicati i suoi uomini. Compreso Carlo Maria D’Alessandro, diventato primo cittadino anni fa: quell’esperienza però è naufragata. Arianna Meloni è una abituata a tenere sotto controllo ogni tipo di scenario: nazionale, regionale, locale. In Ciociaria il centrodestra da qualche tempo fatica a presentarsi unitariamente e le alleanze in libertà possono essere tollerate quando non ci sono appuntamenti fondamentali. Le europee impongono invece coerenza e spirito di coalizione. In questo senso la situazione di Cassino è molto attenzionata. Perciò è stato scelto Fabio Tagliaferri, il quale dovrà confrontarsi con Nicola Ottaviani, Pasquale Ciacciarelli, Mario Abbruzzese (Lega), Claudio Fazzone, Rossella Chiusaroli (Forza Italia). Il centrodestra deve scegliere un candidato sindaco autorevole e in grado di giocarsela, con il sostegno di partiti e liste civiche. Non c’è molto tempo e nessuno può giocare.

Nella partita delle alleanze alle comunali per il Pd ci sarà la prova del nove dell’apporto del Movimento Cinque Stelle: a Frosinone fu davvero minimo. Giuseppe Conte aveva puntato sui coordinamenti provinciali: in Ciociaria alla guida c’è la due volte deputata Ilaria Fontana. Stavolta i pentastellati riusciranno a presentare liste competitive in grado di intercettare voti e preferenze? Le premesse non sembrano delle migliori. Forse è il caso che il segretario provinciale del Pd Luca Fantini inizia seriamente a chiedersi se vale la pena, per restare agganciati ai Cinque Stelle, continuare a sacrificare i rapporti con il Psi di Gian Franco Schietroma e con altri partiti di sinistra.

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