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Totale mancanza di… Azione, Cinque Stelle: la vera sfida è tra Fontana e Segneri

Licandro Licantropo
Il Terzo Polo non riesce a sfondare né a livello nazionale né locale, è in perenne stato di oscillazione tra l’ancoraggio al centrosinistra e l’attrazione (a targhe alterne) verso il centrodestra
Febbraio 2, 2023
Alessandra Sardellitti, che ieri è uscita da Azione, con Antonello Antonellis, coordinatore provinciale del partito

Quando Carlo Calenda venne a Frosinone in occasione della campagna elettorale disse che Azione era alternativa sia al centrosinistra che al centrodestra. Fra l’altro, in quel momento (giugno 2022) lo scontro con il Partito Democratico era al massimo. Nel capoluogo ciociaro il suo partito sosteneva il candidato sindaco Mauro Vicano, sedotto e bidonato dai Democrat, sacrificato da Nicola Zingaretti, Francesco Boccia e Francesco De Angelis sull’altare del Campo largo con il Movimento Cinque Stelle.

Capolista di Azione era Alessandra Sardellitti. Al ballottaggio andarono Riccardo Mastrangeli e Domenico Marzi. Mastrangeli, insieme a Nicola Ottaviani, incontrò Mauro Vicano e fu raggiunta un’intesa politica e amministrativa. Alessandra Sardellitti venne nominata assessore. Con la “benedizione” (anche se molto sofferta) del segretario provinciale di Azione Antonello Antonellis. Poteva essere una svolta, invece restò un episodio isolato. Ieri pomeriggio Alessandra Sardellitti ha preso atto dell’impossibilità di andare avanti e ha riconsegnato la tessera del partito. Insieme a lei si sono dimessi altri otto iscritti.

AZIONE: IL TERZO POLO NELLA PALUDE

Ma, andando oltre la vicenda del gruppo di Frosinone guidato da Alessandra Sardellitti, quali sono le prospettive politiche del Terzo Polo in Ciociaria? Perché nel frattempo, dopo le comunali di Frosinone, ci sono state le elezioni politiche, con una lista unitaria formata da Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi. Esperimento riproposto anche alle regionali. Il Terzo Polo però non sfonda né a livello nazionale né locale. In perenne stato di oscillazione tra l’ancoraggio al centrosinistra e l’attrazione (a targhe alterne) verso il centrodestra.

Con l’ossessione di non avere nulla a che fare con il Movimento Cinque Stelle. Alle provinciali di Frosinone gli amministratori del Terzo Polo si sono orientati per il sostegno a Luca Di Stefano. Per esempio i sindaci Massimiliano Quadrini (Isola Liri) e Adamo Pantano (Posta Fibreno). Antonello Antonellis si è precipitato a farsi fotografare con Di Stefano presidente. Ma nel concreto quale valore aggiunto portano Azione e Italia Viva alla Provincia? Quasi nullo, la vittoria appartiene allo stesso Luca Di Stefano, a Francesco De Angelis e a Gianluca Quadrini.

In parte anche a Massimiliano Quadrini, candidato alle regionali dopo essere andato via dal Pd sbattendo la porta (giustamente). E’ candidato alle regionali: sicuramente prenderà molte preferenze, ma a meno di un miracolo non riuscirà a diventare consigliere. Ma a parte il possibile successo di quest’ultimo legato però al suo storico e solido bacino elettorale e ad una campagna elettorale “ad personam” sono molti gli interrogativi sulla formazione di Calenda. Perché avere un assessore nella giunta del Comune capoluogo non andava bene? Perché non sperimentare un’alleanza con il centrodestra? Se l’unica alternativa è l’alleanza (in posizione subordinata) con il Pd, tanto valeva per Antonello Antonellis restare nel Partito Democratico. In verità è la linea politica nazionale di Carlo Calenda a lasciare perplessi: da solo alle comunali di Roma e alle politiche, con il Pd alle regionali del Lazio, da solo a quelle della Lombardia. In Parlamento: timido confronto con il Governo di centrodestra, amore-odio con il Pd, bisticci senza tregua con i Cinque Stelle. Per andare dove? Per fare cosa?

MOVIMENTO CINQUE STELLE

Stando ai sondaggi (i risultati dei quali in questo momento non possono essere diffusi e pubblicati), in provincia di Frosinone dovrebbero eleggere consiglieri Fratelli d’Italia (2 se vince Rocca, 1 se perde), Pd (2 se D’Amato diventa presidente, 1 in caso contrario), 1 i Cinque Stelle. Nel Movimento se la giocheranno Loreto Marcelli ed Enrica Segneri. Molto diversi e assai distanti. Marcelli è capogruppo regionale, tra i fedelissimi di Roberta Lombardi, finita ai margini del nuovo corso di Giuseppe Conte. Enrica Segneri, deputata dal 2018 al 2022, è stata tra le prime a prendere le distanze dalla decisione di votare per l’invio delle armi all’Ucraina.

Fu avversata duramente anche all’interno del Movimento, che poi però si è ritrovato su quella linea. In realtà il braccio di ferro in Ciociaria è tra la parlamentare Ilaria Fontana ed Enrica Segneri: le due non sono mai andate d’accordo. Ilaria Fontana, fedelissima di Vito Crimi, è stata sottosegretario al ministero della transizione ecologica. E’ lei che ha stoppato Nicola Zingaretti sull’ipotesi di riperimetrazione del Sin Valle del Sacco. Adesso è perfettamente integrata nel progetto di Giuseppe Conte. Farà il tifo per Loreto Marcelli. Enrica Segneri ce la sta mettendo tutta: se dovesse essere eletta consigliere regionale, in provincia di Frosinone il dualismo con la Fontana sarebbe inevitabile. Difficilmente però avrebbe effetti sul territorio, semplicemente perché il radicamento dei pentastellati nei Comuni è molto debole. Anche la Segneri però adesso è una “contiana”. E chi non lo è nel Movimento in questa fase?

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