Tre considerazioni sul tesseramento appena chiuso di Fratelli d’Italia. La prima. Ruspandini è l’unico leader del Lazio del partito della Meloni a chiudere con il 90% dei tesserati nella propria provincia. La seconda. Solo Claudio Fazzone in Forza Italia e in un’altra provincia (quella di Latina) può vantare nella nostra regione una leadership così riconosciuta e “palpabile”.
La terza. In Ciociaria mai nessuno ha avuto modo di “saldare” in maniera così forte la propria area di riferimento.
Nemmeno De Angelis nel Pd, sempre alle prese con una diarchia e molti cespugli sparsi qua e là. E per tornare nel centrodestra mai Foglietta, mai Tofani e nemmeno Fiorito dei tempi d’oro potevano vantare un controllo così “granitico” ed indiscutibile del partito.
Considerando poi che oggi le modalità del tesseramento nei partiti sono senz’altro più “ortodosse” rispetto a quelle di un tempo le oltre cinquemila tessere (5.560 il dato ufficioso) con le quali si è chiusa la campagna di iscrizioni a Fratelli d’Italia indica inequivocabilmente che il lavoro fatto dalla Federazione guidata da Massimo Ruspandini è andato in profondità piantando radici profonde in tutti i 91 comuni della provincia.
Dimostra inoltre che le scelte compiute ad ogni livello sono ampiamente condivise dalla base e che il partito avanza all’unisono quando si tratta di difendere le posizioni del Governo, della Regione e quando vengono messi in campo progetti “sostenibili” dalla maggioranza di centrodestra.
IL COLPO POTENTE DI FABIO DE ANGELIS
A riprova di tutto ciò lo straordinario ritorno in campo di Fabio De Angelis. Il quale premiato da Ruspandini e dal partito con una casella strategica come quella della Società Ambiente di Frosinone ha subito “battuto un colpo” (e che colpo! Oltre 1.000 tessere…) riuscendo a portare alla causa comune dei “fratelli” un nutritissimo gruppo di sostenitori che evidentemente non aspettavano altro che un ritorno alla politica attiva dell’ex presidente della Federazione Cassino-Sora di Alleanza Nazionale e della Provincia di Frosinone.
Ma più di ogni altra, in ordine al tesseramento appena concluso, vale la considerazione a cui accennavamo prima.
UN RISULTATO SENZA PRECEDENTI
Negli ultimi trent’anni di storia politica della provincia di Frosinone il risultato di Fratelli d’Italia è assolutamente singolare. Non stiamo infatti parlando di un movimento al 4/5% dei consensi ma di un partito che ha raggiunto consensi elettorali che una volta erano prerogativa di colossi come la Dc, il Psi, il Pd, Forza Italia. E mai, gli appuntamenti congressuali, si erano risolti con una convergenza così ampia su un determinato leader. Sul tesseramento si sono sempre combattute battaglie che lasciavano sul campo vittime illustri.
Basti pensare a quelle dell’era Democristiana (Tuffi-Diana-Picano) a quelle dei socialisti, alle punte più drammatiche della lotta tra De Angelis e Scalia per il controllo del Pd o alle diatribe più recenti di Alleanza Nazionale e di Forza Italia (con le furibonde contrapposizioni tra Pallone, Abbruzzese e Iannarilli).
PLURALITA’… MA INTORNO AL LEADER
A scanso di equivoci questo non vuol dire che discussioni, tensioni, scontri anche accesi non siano all’ordine del giorno dell’agenda politica dei “fratelli” ciociari. Ma significa anche che nei momenti che contano le asce vengono sotterrate e prevale il riconoscimento del lavoro portato avanti quotidianamente dalla Federazione e dal suo leader.
E se è vero che con oltre il 90% delle tessere Ruspandini blinda il prossimo congresso provinciale va anche detto che il risultato è il frutto di un lavoro certosino sul territorio gestito con cura e senza risparmio dal deputato di Ceccano (che totalizza, manco a dirlo, il solito “strike” a Ceccano).
E a chi gli rimprovera la sua nota “allergia” ai salotti e alle combriccole della capitale oggi fa notare come (a differenza di Latina) avere alle spalle un partito forte e coeso può senz’altro aumentare i margini di discussione per ottenere una maggiore agibilità politica nelle scelte della Regione di Francesco Rocca e in quelle che, tra le mille difficoltà della congiuntura economica, si appresta a varare l’esecutivo di Giorgia Meloni.