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Terracciano dei miracoli

Martina Arduini
Domenica Padova e Palermo giocheranno la gara di andata della finale dei play-off della Lega Pro che assegnerà l’ultimo posto per la Serie B. Il Latina programma la prossima stagione godendosi lo straordinario risultato raggiunto: un dodicesimo posto del tutto insperato dopo che la notizia del ripescaggio era arrivata ad agosto mentre la squadra aveva già cominciato il ritiro per partecipare alla serie D.
Giugno 3, 2022
Il presidente del Latina Calcio, Antonio Terracciano

La stagione di Lega Pro che si concluderà con lo spareggio tra Padova e Palermo (andata domenica 5, ritorno il 12) per assegnare l’ultimo posto per la serie B, ha visto il Latina realizzare un miracolo sportivo senza precedenti. Ripescata a pochi giorni dall’inizio del campionato la squadra è stata costruita work-in-progress. A dimostrazione che a volte più degli uomini contano i progetti e la solidità degli stessi. E in questo il presidente Antonio Terracciano, abituato a non promettere mai la luna, ha visto premiata la sua tenacia e la grande lungimiranza dimostrata innanzitutto nella scelta degli uomini e delle pedine intorno alla quali costruire la prima esperienza della sua gestione nel campionato di Lega Pro. Definito con il direttore sportivo Marcello Di Giuseppe e con l’allenatore Daniele Di Donato l’obiettivo che non poteva non essere la salvezza (visti i tempi di allestimento della rosa, l’inesperienza e l’impossibilità materiale di mobilizzare nuove risorse economica intorno alla squadra) il presidente ha avuto il merito di trasmettere il maniera chiara il suo messaggio a tutto l’ambiente nero-azzurro.

Salvezza ma necessità di costruire intanto la mentalità adatta a non precludersi nuove sfide. Il Terracciano pensiero, in sintesi, è sempre stato questo “Mentre ci giochiamo la permanenza in Lega-Pro proviamo a giocare ogni partita come una finale, impegniamoci in ogni duello come fosse la partita della vita, perdiamo anche. Ma sempre con dignità e lottando caparbiamente sull’ultimo pallone”.

Ed è il pensiero di un imprenditore abituato alle sfide del mondo del lavoro, imperturbabile dunque agli abissi che si materializzano dopo una serie di sconfitte come alle lusinghe di una serie positiva che spesso provocano pericolose ubriacature.

In quello del pallone (di mondo) la rocambolesca ammissione del Latina alla Lega-Pro era stata salutata con il giusto entusiasmo ma anche con un certo scetticismo per il fatto che la stessa fosse arrivata a ritiro praticamente iniziato con tanto di programmazione tecnica fatta ed avviata. La salvezza, dagli addetti ai lavori, era vista di per se come un miracolo e quasi unanimemente veniva escluso un campionato chiuso invece a 45 punti, in dodicesima posizione dopo che per lungo tempo gli uomini di Di Donato avevano occupato posizioni utili per la partecipazione ai play-off.  

La striscia dei 14 incontri tra la quattordicesima e la ventottesima di campionato nel quale i neroazzurri hanno incamerato il bottino di 28 punti con 8 vittorie, 4 pareggi e solo 2 sconfitte ha rivelato la vera essenza, ancor prima che tecnica, di mentalità, di un gruppo plasmato per affrontare ad armi pari qualsiasi avversario. A dimostrarlo le vittorie casalinghe, ottenute in questo frangente, contro Palermo e Turris e quelle in trasferta con Picerno e Foggia. Tutto questo in un girone di ferro che ha visto due delle sue squadre giocarsi la semifinale playoff (insieme al Palermo il Catanzaro eliminato poi dal Padova) e con i siciliani ancora in corsa per raggiungere il Bari nel campionato cadetto. Se si pensa che i tre migliori marcatori del Latina (Carletti, 10 reti), Jefferson (7) e Sane (6) non hanno raggiunto, in tre, il bottino del capocannoniere del girone, Brunori, 25 reti, del Palermo è facile comprendere come tutta l’impostazione sia stata fatta nel plasmare un gruppo, nel dargli un’anima e un’identità e nel fargli comprendere bene la serietà e, se vogliamo, la sobrietà di un progetto che guarda lontano e che pensa oggi a mettere radici solide per sostenere obiettivi più ambiziosi. 

Distretti Ecologici: una partnership strategica… e fortunata

E se la ricetta Terracciano ha prodotto buoni frutti in ambito puramente tecnico-agonistico lo stesso dicasi per l’organizzazione societaria. A partire dalla partnership vincente con Distretti Ecologici un gruppo in grande ascesa nel mondo del calcio attraverso il partenariato con club di grande tradizione. Un’azienda specializzata nella ristrutturazioni edili attraverso il bonus 110% che ha legato il proprio marchio anche ad altri team molto importanti come lo Spezia e la Salernitana in serie A e l’Ascoli in serie B. Terracciano non ha avuto dubbi ad intraprendere un cammino virtuoso con questa realtà, della famiglia Passeri, fortemente orientata a sostenere lo sport ed il calcio in particolare. Poi visto che nel calcio l’aspetto scaramantico ha la sua importanza Distretti Ecologici, con le formazioni che abbiamo citato, ha incamerato una straordinaria salvezza con la Spezia insieme a quella quasi miracolosa della Salernitana, un ottimo sesto posto con l’Ascoli in B e un dignitoso e del tutto insperato dodicesimo posto con il Latina in Lega Pro. Insomma un parter così farebbe gola a molti…

Ora Terracciano è atteso alla prova del nove. Messo a punto il format mentale dovrà costruire l’organigramma per la prossima stagione. Attento a non disperdere le “esperienze” acquisite, l’approccio competitivo e soprattutto i valori trasmessi in questo debutto in un campionato impegnativo ed estremamente duro come la Lega Pro. La stagione che comincerà con il ritiro di agosto sarà la prova di maturità di un team che dopo il primo miracolo è chiamato a ripetersi. Ripartendo da quella striscia che ha fatto vedere a tutti di che pasta sono fatti i neroazzurri. Con la mente sgombra e il cuore impavido.

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