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Stato d’emergenza sanitaria, mascherine al chiuso fino al 30 aprile. Invariato l’obbligo vaccinale per i sanitari

Lucia Colafranceschi
L’addio alle mascherine all’aperto è già stato dichiarato, ora manca davvero poco a gettarle del tutto.
Marzo 18, 2022

Conto alla rovescia per lo stop allo Stato d’emergenza sanitaria, che metterà fine una volta per tutte ad un periodo usurante, avvilente, fatto di statistiche, di darti, di incertezze, di tensioni.
Si potrà dire definitivamente addio allo stato d’emergenza, così come sancito dalla Cabina di regia che ha preceduto il Consiglio dei Ministri, dal prossimo primo aprile. Pochissimi giorni quindi, di sforzo, separano l’Italia intera (perché sono moltissimi gli Stati membri dell’Unione europea, giusto per citare un esempio, dove tale situazione è stata ampiamente archiviata già tempo fa).

Dal punto di vista prettamente tecnico cosa cambierà? L’addio allo stato d’emergenza, come riportato dal Sole 24 ore, “Comporterà lo scioglimento del Comitato tecnico scientifico e della struttura commissariale per l’emergenza Covid, che sarà sostituita da una unità operativa presso il Ministero della Salute, incaricata di gestire il regime transitorio e di completare la campagna vaccinale”.

Cosa ci si aspetta da tutto ciò? Specie a livello locale. Cosa cambierà? Innanzitutto un allentamento progressivo del Green Pass, con conseguente ‘respiro’ su tutto ciò che esso ha comportato. L’uso delle mascherine al chiuso è per ora confermato fino al prossimo 30 aprile e resta invariato l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari e per i dipendenti delle Rsa, le strutture a lunga degenza che ospitano gli anziani in ricovero. I visitatori dovranno continuare ad esibire il super green pass o il tampone
negativo in caso di doppia dose.

Per tutte le altre categorie di persone la misura che prevede l’obbligo vaccinale rimarrà in piedi fino al prossimo 15 giugno. Un segnale di ‘alleggerimento’ di cui tutta la comunità aveva davvero bisogno.
Dal punto di vista pratico, si potrà forse sperare quindi di poter accedere nuovamente nei reparti ospedalieri per una visita ad un paziente in ricovero, o il ripristino di determinati tipi di esami e visite specialistiche, nel settore pubblico, bloccati a causa della pandemia.

Insomma, piccoli ma importanti segnali di normalità; un termine a cui ci si è aggrappati, ormai da due anni, e su cui si sono riposte le migliori speranze. Un vocabolo così normale quanto agognato, che ha forse unito l’intera collettività. L’allentamento delle misure restrittive ormai ad un passo è un segnale forte che andrebbe letto come volontà di ripresa di ogni pur minima attività. L’addio alle mascherine all’aperto è già stato dichiarato, ora manca davvero poco a gettarle del tutto. E ad archiviare una pandemia che ha trasformato in un modo o nell’altro le abitudini di tutti.

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