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Sindaci pontini, il giorno delle scelte sui rifiuti. Discarica e Ato, la Provincia chiamata ad alzare la voce contro lo strapotere romano

Marco Battistini
Gerardo Stefanelli, dovrà affrontare (e possibilmente risolvere) il nodo cruciale del piano rifiuti.
Luglio 15, 2022
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Latina

Sarà una giornata campale in tema di rifiuti quella che si apre a via Costa. L’assemblea dei sindaci convocata dal presidente della Provincia di Latina, Gerardo Stefanelli, dovrà affrontare (e possibilmente risolvere) il nodo cruciale del piano rifiuti. Per l’esattezza all’ordine del giorno ci sono il piano integrato sul ciclo dei rifiuti alla luce dell’audizione del commissario regionale e le decisioni adottate da quest’ultimo sui possibili siti per conferimento dei rifiuti inertizzati.

LO SCONTRO SULLA DISCARICA

A fine giugno la Regione Lazio ha inviato una diffida all’ente provinciale di Latina, chiedendo di “assumere con massima celerità i provvedimenti necessari per addivenire al più presto all’individuazione dell’impianto di discarica di bacino di Ato e all’individuazione dei siti idonei per la realizzazione della discarica e dell’impiantistica del ciclo integrato dei rifiuti per raggiungere l’obiettivo dell’autosufficienza entro il 20 luglio e ad attivarsi nel procedere ad approvare quanto prima il Piano di Gestione dei Rifiuti urbani provinciale”. Nei giorni successivi l’assessore regionale ai rifiuti, Massimiliano Valeriani ha avvertito via Costa ed i sindaci pontini: “Auspico che a Latina le istituzioni locali facciano uno scatto in avanti e si proceda con la realizzazione di un impianto”. Le aree scelte dal commissario Bonsignore si trovano a Cisterna di Latina e ad Aprilia.
La prima è a Cisterna di Latina: una superficie pari a circa 34.000 mq, del sito in località “la Villa”, di proprietà Scavilana S.r.l., sito già oggetto di richiesta di autorizzazione ad attivare una cava pozzolanica. La superficie dichiarata idonea è quota parte della superficie complessiva di 148.394 mq delle particelle individuate, sia per la necessità del distanziamento di almeno 60 metri dalla progettata strada Cisterna Valmontone facente parte del “Corridoio intermodale Roma-Latina” che dell’opportunità di distanziamento di almeno 300 metri da alcune case sparse.
Il secondo sito individuato è sempre a Cisterna di Latina: una superficie di 43.000 mq del sito industriale dismesso nel 1990 dalla Goodyear in via Nettuno di proprietà Sfim Investimenti Spa. La superficie dichiarata idonea è la quota parte centrale della superficie complessiva, per l’opportunità di distanziamento di almeno 300 metri da alcune case sparse, da altri stabilimenti industriali attivi e dalla via Nettuno, che collega la S.S. 148 al centro di Cisterna. 
Il terzo sito ad Aprilia su una superficie pari a circa 77.000 mq della cava dismessa e successivamente “coltivata”, adiacente ad una parte di cava attualmente attiva e ad un’altra area per cui è in corso di perfezionamento l’autorizzazione all’ampliamento della cava stessa. L’area è di proprietà in parte di Stradaioli Holding Spa e in parte de “I Faggi Società Agricola Semplice di Stradaioli Rita“. La superficie dichiarata idonea è parte della superficie complessiva di 126.770 mq, per la necessità di escludere sia limitate porzioni di territorio tutelate da vincolo idrogeologico e sia limitate aree boscose e per l’opportunità di distanziamento di almeno 300 metri da alcune case sparse.
“Come da me auspicato nelle scorse settimane -ha sottolineato Stefanelli– è arrivato il momento per i sindaci della provincia di Latina di affrontare in maniera complessiva e con grande senso di responsabilità il tema del ciclo integrato dei rifiuti che porterà a cambiamenti epocali sul nostro territorio nella gestione di questo servizio che è fondamentale per la qualità della vita dei cittadini”.

LA LEGGE SUGLI EGATO NON CONVINCE

Ma il presidente della Provincia di Latina affronterà anche il tema riguardante la nuova legge sugli Egato appena approvata in Consiglio regionale. “Dobbiamo lavorare e farci trovare pronti per governare il cambiamento e non invece subire il corso degli eventi” aveva ammonito Stefanelli prima dell’ok della Pisana, prevedendo un impianto finale della legge non troppo in linea con le prerogative dell’ente da lui guidato. Le Province sono vive e vegete, e seppur declassate, hanno tra le proprie funzioni proprio quelle riguardanti i rifiuti. Purtroppo manca nella legge un chiaro riferimento alle funzioni e ad i poteri delle Province sugli Ato. Inoltre c’è il rischio concreto che questi enti si trasformino in poltronifici onerosi.Ha fatto scalpore il capitolo dei compensi riguardanti le cariche del presidente e del consiglio direttivo dei nuovi enti di gestione. Relativamente ai presidenti viene stabilito che i rispettivi compensi saranno pari all’80% dell’indennità del presidente della Regione, (il 40% per i componenti del direttivo). In sostanza circa 8000 euro mensili ai presidenti e 4000 ai consiglieri. Cifre da capogiro, che potrebbero soddisfare gli ‘appetiti’ di possibili grandi esclusi dalla prossima campagna elettorale politica e regionale. 
Ma probabilmente è più comodo gestire gli Enti di governo rendendoli il luogo dove posizionare qualcuno piuttosto che evitare nuovi costi a carico delle comunità locali. Il Consiglio regionale ha inoltre bocciato un emendamento specifico volto a sostenere i Comuni modulando le risorse nel triennio, come accaduto per la legge sugli Ato idrici. Lo scopo era quello di evitare aggravi sugli enti locali che con gli striminziti bilanci a disposizione non potranno procedere agli adempimenti necessari.
A conti fatti i tempi di attuazione di questi Ato saranno molto lunghi, le risorse stanziate ai Comuni sono insufficienti ed i costi andranno a gravare sulla Tari. Il pericolo è che gli egato resteranno una scatola vuota come il piano rifiuti regionale, basato su percentuali di raccolta differenziata illusorie e monco di un chiaro riferimento alla risoluzione del problema impiantistico dei nostri territori.

DA DRAGHI LA SVOLTA PER LE PROVINCE?

Seppur alle prese con la crisi di governo è stato proprio il premier Mario Draghi, ieri mattina a lanciare un segnale di grande attenzione agli enti provinciali. “Vogliamo rafforzare le Province come importante livello di governo del territorio”, per questo “abbiamo intrapreso la revisione del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”. Lo ha detto il presidente del Consiglio in un messaggio inviato ai partecipanti all’assemblea nazionale delle Province italiana in corso a Ravenna. “Le Province hanno un ruolo di sintesi tra le esigenze del territorio e quelle dei Comuni – ha scritto Draghi nel messaggio -. Il Pnrr prevede che gli enti locali abbiano la responsabilità e l’opportunità di ideare progetti per contribuire alla crescita sostenibile dell’Italia, in linea con le necessità e le priorità dei cittadini. E’ un’innovazione significativa, che testimonia la nostra determinazione a portare avanti l’interesse nazionale con quello dei territori”. “E’ anche per questo – ha aggiunto il premier – che abbiamo intrapreso la revisione del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali: vogliamo rafforzare le Province come importante livello di governo del territorio”. La speranza è che alle parole di passi ai fatti. Ma vista la crisi di governo questa presa di posizione del premier dimissionario potrà rappresentare un buon viatico per la prossima legislatura.

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