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Schlein come Ponzio Pilato, il termovalorizzatore (per ora) può andare avanti. Gualtieri resiste

Marco Battistini
Aprile 20, 2023
Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico

Chiamato a raccolta da Legambiente, il popolo dell’economia circolare è sceso in piazza Madonna di Loreto, visto che il Campidoglio viene negato per non turbare la visita degli ispettori di Expo 2030 e prova ad alzare la voce. C’è appunto Legambiente, c’è il Movimento romano, Italia Nostra e i sindaci beffati dal Comune di Roma che ha piazzato il progetto al confine estremo di Roma, quella Santa Palomba industriale dove se fai un passo in avanti sei ad Aprilia, un passo a destra entri a Pomezia, poi Ardea, Albano e persino Nemi.

Tutto ben lontano da Roma e dal Raccordo Anulare. Tra i partiti presenti il Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, per il Pd Marco Miccoli. Prima della manifestazione, nonostante piazza del Campidoglio sia stata vietata dalla questura, prima di scendere ai Fori Imperiali, un gruppo di responsabili dei comitati hanno aperto uno striscione con scritto “No inceneritore. Gualtieri studia non risolverà il problema dei rifiuti di Roma”. “Se il sindaco Gualtieri convince la questura a cambiare gli appuntamenti all’ultimo minuto, noi non possiamo lasciare i cittadini senza indicazioni”, hanno detto i portavoce dei comitati. “Gualtieri ci ha tradito – ha dichiarato una delle portavoce – perché in campagna elettorale aveva sostenuto la linea della economia circolare e invece oggi ci caccia addirittura dalla piazza. È una vergogna”.

IL PD TIENE, PER ORA

Il termovalorizzatore “è una scelta che era già stata presa dall’amministrazione di Roma. Ereditiamo scelte già fatte” e “non è sul terreno delle scelte già fatte che si misura come proviamo a ‘costruire’, a partire dalla piattaforma congressuale che vuole mettere al centro i temi dell’emergenza climatica”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein che di fatto non si è ancora espressa almeno nel merito sul termovalorizzatore, ma gli esponenti del suo partito fanno scudo e accusano il M5S di creare problemi alle altre forze politiche di opposizione piuttosto che al governo. Intanto il progetto e i passaggi tecnici vanno avanti con un cronoprogramma serrato.

L’impianto per chiudere il ciclo dei rifiuti nella Capitale, con una capacità di trattamento pari a 600mila tonnellate l’anno, sorgerà nell’area di Santa Palomba, all’estrema periferia di Roma (al confine con Ardea e Pomezia). Secondo i piani del primo cittadino (che da maggio 2022 è anche commissario straordinario per il Giubileo e può esercitare competenze assegnate alla Regione, fra cui quella di predisporre e adottare il piano di gestione dei rifiuti di Roma Capitale) diverrà operativo per il settembre del 2026.

CRONOPROGRAMMA DEI LAVORI

Secondo il cronoprogramma l’avvio dei cantieri è fissato per il 1° luglio del 2024, mentre l’entrata in funzione dell’impianto è prevista a settembre del 2026. Chi vincerà la gara, quindi, procederà alla costruzione e gestione dell’inceneritore che brucerà la frazione indifferenziata dei rifiuti, generando energia da destinare ad altri usi. Nel dicembre scorso il Comune, dopo aver firmato l’ordinanza, ha emanato un avviso pubblico esplorativo, per la ricerca di operatori economici interessati alla presentazione di proposte di project financing finalizzate all’individuazione del promotore, per l’affidamento in concessione della progettazione, realizzazione ed esercizio, del polo impiantistico. Il termine dell’avviso arrivato il 1° marzo ha visto la presentazione da parte di Acea Ambiente della propria manifestazione di interesse.

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