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Regionali, Conte chiude la porta al Pd e dice ‘no’ alla Roma-Latina. I dem pontini fanno il tifo per D’Amato

Marco Battistini
Per domani l’assessore regionale Alessio D’Amato ha promosso un evento al teatro Brancaccio di Roma. Non è escluso che sia l’occasione per ufficializzare la corsa, anche con le primarie.
Novembre 9, 2022
Il presidente del M5s, Giuseppe Conte

Siamo ormai all’ultima chiamata del Pd in vista delle regionali. Giuseppe Conte ha chiuso la porta a un accordo. O meglio, ha posto le condizioni del M5S che, però, sono indigeribili per il partito di Enrico Letta. Prima fra tutte, il “no” all’inceneritore nella Capitale su cui ha scommesso il sindaco Roberto Gualtieri. Che infatti ha subito replicato: “Roma ha bisogno di impianti e del termovalorizzatore”. Un altro “pilastro” sarà la mobilità sostenibile, ha aggiunto l’ex premier Conte: “Per esser chiari, chi si siederà con noi al tavolo rinuncerà a un progetto vecchio di trent’anni, prendiamone atto, cestineremo il progetto di un’autostrada a pedaggio Roma-Latina, quindi potenziamo la struttura della Pontina e lavoriamo per realizzare una metropolitana leggera di superficie per i pendolari”. Sul punto è intervenuto il deputato della Lega, Giovanna Miele, latinense. “Le parole di Giuseppe Conte rappresentano una pietra tombale per il cosiddetto campo largo e dimostrano non solo che alla convivenza Pd-M5S credeva solo Nicola Zingaretti, ma anche che, archiviando la stagione del campo largo, il presidente dei 5 Stelle dà implicitamente un giudizio totalmente negativo dell’amministrazione rosso-gialla che negli ultimi anni ha governato la regione Lazio -ha dichiarato la Miele– inoltre trovo gravi e inaccettabili le sue dichiarazioni sul Lazio e sulle opere pubbliche da realizzare nella nostra regione. Cancellare la Roma-Latina, come afferma Conte, vorrebbe dire penalizzare cittadini e imprese della provincia pontina che da anni stanno attendendo un’opera fondamentale per lo sviluppo economico del territorio”.

LO STRAPPO DI CONTE

Tornando al tema delle alleanze in vista delle regionali, il presidente Cinque Stelle ha usato toni durissimi col Pd: “Voleva darci il colpo di grazia – ha detto – metterci alla gogna ed emarginarci come appestati”, per questo, “con questi vertici del Pd abbiamo difficoltà a sederci allo stesso tavolo”. Toni analoghi per Carlo Calenda e Matteo Renzi: “Il loro non è un orizzonte progressista, al di là degli insulti che ci rivolgono”. Per il Pd il messaggio è chiaro: “L’impressione è che semplicemente Conte si appresti a una corsa solitaria. Ha un’ossessione per noi. Sembra proprio che non riesca a realizzare che l’avversario è la destra. Da lui sono arrivati toni e argomenti intrisi di durezza e carichi di rancore e astio”. Nello scontro si è inserito Calenda: “Continuare a perdere tempo con il M5S è inutile, almeno nel Lazio. Visto che c’è una persona del Pd di valore già in campo, possiamo chiudere?”. Il riferimento è all’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, che il Terzo Polo ha già indicato come candidato alla guida del Lazio e che piace anche nel Pd. Con le primarie, cadrebbe il problema di appoggiare Alessio D’Amato che, se vincesse alle consultazioni del Pd, non sarebbe più il candidato di questo o quel leader, ma di tutto il partito. D’altra parte, viene sottolineato, è stato lo stesso assessore alla sanità della Giunta Zingaretti a dirsi pronto a correre ai gazebo. E con lui ha evocato le primarie un suo sponsor di peso nel Lazio come Esterino Montino. Il punto, per i dem, è capire se Calenda, altro sponsor di D’Amato, vuole veramente vincere o vuole solo mettere in difficoltà il Pd.

In attesa, in ogni caso, c’è sempre Enrico Gasbarra, il nome su cui nel Pd si punta per tenere in piedi l’asse con i Cinque Stelle. ma non solo: il nome dell’ex presidente della Provincia, giurano i dem laziali, è in grado anche di rimettere insieme l’alleanza larga che ha sostenuto fin qui Nicola Zingaretti. Se ne sarebbe parlato anche durante un incontro informale di ieri tra Goffredo Bettini, Massimo D’Alema e lo stesso Gasbarra. nelle ultime ora, poi, hanno cominciato a circolare alcuni nomi alternativi, fra cui quello di Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio. Un nome su cui sarebbe difficile mettere veti o sollevare obiezioni. L’ipotesi, tuttavia, rimane difficile da realizzare. 

D’AMATO IN POLE POSITION

Per domani l’assessore regionale ha promosso un evento al teatro Brancaccio di Roma. Non è escluso che sia l’occasione per ufficializzare la corsa, anche con le primarie. Fra gli ospiti, sono attesi Calenda e diversi esponenti Pd, come Lia Quartapelle, Luigi Zanda, Matteo Orfini, Gianni Cuperlo, Claudio Mancini.

Nei dem nessuno sembra voler far passare il messaggio che sia Conte a dettare le regole del gioco. In particolare, in questi giorni, dopo l’azzeramento dei possibili candidati alla presidenza, Base riformista e il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino se la sono presa con il governatore uscente Zingaretti e con la direzione regionale del Pd. Polemiche e lotte interne che non hanno fatto altro che logorare il partito, che adesso rischia una scissione. Sui social, nel tentativo di riunire il Partito democratico, Zingaretti ha replicato alle critiche: “Non ho mai espresso critiche o attacchi ad Alessio D’Amato. Sono dieci anni che l’ho scelto come uno dei miei più stretti collaboratori e poi assessore anche contro le opinioni di tanti poveri ipocriti che oggi lo utilizzano. Sono anni che lavoriamo gomito a gomito sulla sanità”.

Oggi, la questione laziale potrebbe essere di nuovo affrontata in una riunione al Nazareno con Letta, col responsabile Enti locali del Pd Francesco Boccia, con Nicola Zingaretti e col segretario regionale Bruno Astorre. 

DEM PONTINI ALLA FINESTRA

La scalata di D’Amato in Regione favorirebbe il vertice dem pontino. Non è un mistero che di fatto l’assessore alla Sanità sia ben visto dalla corrente che esprime la segreteria provinciale e capeggiata dal consigliere regionale Salvatore La Penna. La macchina organizzativa si era messa già in moto nella prospettiva concreta delle primarie. Poi gli eventi (ed i tempi) hanno cambiato le carte in tavola. Ad ogni modo la coppia D’Amato-La Penna in provincia è apparsa affiatata in tutte le uscite pubbliche che si sono susseguite fra maggio e giugno. Nella provincia pontina La Penna è decisamente l’uomo forte dei dem. Oltre al proprio patrimonio di consensi personali, La Penna ha saputo costruirsi intorno una ‘rete’ importante con associazioni di categoria, sindacati e società civile. Ma soprattutto è il vero azionista di maggioranza del Pd pontino. Omar Sarubbo, il neo segretario provinciale, è di fatto sua espressione. Per non parlare dell’assessore regionale all’Agricoltura Enrica Onorati, da sempre vicina alle posizioni del consigliere regionale originario di Sezze.

Nel territorio, in vista delle regionali, la corrente maggioritaria non sembra avere avversari. Enrico Forte sarà probabilmente in campo per tentare la terza elezione consecutiva. Per lui la più difficile. Dal golfo viene preannunciata la discesa in campo di Carmela Cassetta, presidente dell’ente parco Riviera d’Ulisse. Non si esclude che un altro posto in lista possa provenire dalla stessa area geografica. Tra i papabili ci sarebbe Giovanni Costa, formiano e molto vicino all’onorevole Paolo Ciani, in quota Demos.

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