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Regionali, centrodestra verso un ballottaggio: decide Giorgia. Dentro Fratelli d’Italia prosegue la scalata dell’avvocato Kelany

Marco Battistini
Il Pd ormai è costretto a scendere a patti con il M5S e soprattutto con Calenda per poter sperare nella vittoria. Nel Terzo Polo non c’è alcuna preclusione al dialogo.
Ottobre 25, 2022
Chiara Colosimo (FdI), consigliere regionale del Lazio

Dopo il regime chance al governo tutti i riflettori sono puntati sulla Regione Lazio. Nel centrodestra laziale, e soprattutto in Fdi, si è riaperto il dibattito che porterà entro pochi giorni all’individuazione ufficiale del candidato governatore per il Lazio. Nelle ultime ore si registrano movimenti che sembrerebbero far prendere quota al nome di Francesco Rocca, non incluso nella lista dei ministri nella casella alla Sanità. 

ROCCA CRESCE, COLOSIMO SOTTOSEGRETARIA?

Il toto-nomi impazza da settimane. Ma dai giorni precedenti alla nascita dell’Esecutivo ad oggi qualcosa è cambiato. Per prima cosa Francesco Lollobrigida, indicato nei mesi scorsi come il candidato numero uno del centrodestra, è uscito dai giochi con la sua recente nomina a ministro dell’Agricoltura del nuovo Governo italiano. Fabio Rampelli, un altro nome sempre caldo tra i papabili candidati, è stato riconfermato vicepresidente della Camera. Anche se per quest’ultimo si potrebbe pensare ad un posizionamento tattico in attesa di vedere come si muoveranno le varie pedine. Restano ancora in campo, tra i nomi emersi, quello di Rocca, quello di Chiara Colosimo e, nelle ultime ore, anche quello di Luciano Ciocchetti. Per Colosimo, neo eletta in Parlamento, potrebbe aprirsi una casella da sottosegretaria. Le sue chance restano ancora alte ma quelle di Rocca, in questo momento, sembrano crescere, almeno secondo alcune fonti del centrodestra. Rocca, presidente nazionale della Croce Rossa Italiana e presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, oltre ai suoi anni da volontario alla Caritas e al Jesuit Refugee Service, da sempre è simpatizzante e vicino alla destra romana. I boatos dell’ultima ora restano ancora da confermare. Gli organi di partito di Fdi, “ancora non sono stati informati di una decisione definitiva su un nome o su un altro”. Arriverà a brevissimo. E come noto l’ultima parola la metterà la Premier e presidente di Fdi, Giorgia Meloni.

ZINGARETTI LASCIA FRA 2 SETTIMANE, VOTO A FEBBRAIO

Il Pd ormai è costretto a scendere a patti con il M5S e soprattutto con Calenda per poter sperare nella vittoria. Nel Terzo Polo non c’è alcuna preclusione al dialogo” ma è anche vero che Azione e Italia Viva continuano a dire che “sarà difficile governare con chi, eventualmente, continuerà a dire no al termovalorizzatore a Roma, tanto per fare un esempio”. C’è poi la questione dei nomi dei possibili candidati. Se è vero che in Azione e Italia Viva al momento viene “escluso un candidato del Terzo Polo” non è nemmeno un mistero che le posizioni sui nomi attualmente in campo sono diverse: da mesi circola il nome del vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori, che avrebbe il sostegno anche del M5S. Alessio D’Amato, attuale assessore alla Sanità della giunta Zingaretti, è invece un profilo molto più compatibile per Italia Viva. La sensazione è che tutti siano alla ricerca di un terzo nome che metta d’accordo le quattro forze politiche, grazie ad un profilo inattaccabile. Nella mischia è stato lanciato il nome di Andrea Riccardi, ex ministro e fondatore della Comunità di Sant’Egidio. Dall’entourage arrivano le smentite di rito, ma resta da appuntare sulle agende l’evento di venerdì 11 novembre, quando sarà con Giuseppe Conte e Andrea Orlando alla presentazione del libro di Goffredo Bettini ‘A sinistra – Da capo’. Nel Pd, intanto, si prende tempo. I Dem fanno sapere all’agenzia Dire che gli incontri operativi per la scelta del candidato e la scrittura di un programma comune che metta tutti dentro “entreranno nel vivo dopo la nascita del Governo” Meloni. “Al tavolo saranno tutti presenti” filtra da ambienti Dem. Bisognerà correre, perché tra le possibili dimissioni di Zingaretti, tra novembre e dicembre, e il voto che verosimilmente sarà a febbraio 2023, ci sarà pochissimo tempo per trovare un’intesa politica reale. “Già governiamo insieme ma sarebbe la prima volta che ci presentiamo insieme. Un vero inedito. Per questo bisogna correre e trovare un candidato davvero autorevole e di garanzia che permetta l’accordo”, è la sintesi finale che filtra dal Terzo Polo.

SARA KELANY NEL DREAM TEAM DI GIORGIA

C’è il marchio pontino sull’inner circle di Giorgia Meloni. Non solo Nicola Procaccini, sicuramente l’uomo più vicino al neo premier. Una giovane parlamentare di Sperlonga è entrata a far parte del circuito ristretto di fiducia del capo del governo. Si tratta di Sara Kelany avvocato di Formia, colonna dell’ufficio studi di Fratelli d’Italia: il Think tank nato da un’intuizione di Giovanbattista Fazzolari che analizza ed elabora proposte, prepara i dossier e gli interventi per Giorgia. 

Sara Kelany

Quando si dice che la neo-premier ama arrivare preparata è lì che attinge. 42 anni, tre figli, Kelany ha raccontato la sua storia al Corriere della Sera: “Mio padre era un immigrato egiziano e mia madre è italiana, io sono la ‘seconda generazione’ che si è integrata. Sono cresciuta nella consapevolezza della mia identità e nel rispetto per le differenze, in una famiglia dove il Corano e la Bibbia erano sullo stesso scaffale. E papà non ha mai obiettato sul fatto che frequentassi la parrocchia”.
Il dossier sullo Ius Scholae di FdI è frutto anche del suo contributo, convinta che occorra “un ciclo di studio di 10 anni”. Militante del partito, è stata candidata ed è diventata deputata. Per lei si profila anche la possibilità di un incarico di sottosegretaria.

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