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ReCup, caos totale nelle prenotazioni. Un servizio che diventa disservizio

Lucia Colafranceschi
Diventa sempre più difficile se non impossibile ottenere una prenotazione tramite questo sistema
Marzo 15, 2022

A quanti di voi sarà capitato di telefonare al servizio ReCUP della Regione Lazio per effettuare una semplice prenotazione di una visita specialistica, o per modificare e annullare un appuntamento già preso e non cavarne un ragno dal buco? In moltissimi, quasi sicuramente…

Descrivere l’attesa tra una musichetta ed un’altra o tra un messaggio pubblicitario ed un altro ‘snervante’ e ‘usurante’ significherebbe abbondare di eufemismi. Perché non è assolutamente possibile che ad oggi non si riesca a prenotare una pur minima visita medica. Per non parlare delle presunte priorità di prescrizione, che pare davvero non servano a nulla! Inutile palesare un problema, sbandierare un’esenzione o un ‘accesso privilegiato’ se poi tale servizio non ti è consentito.
E allora? La soluzione dove starebbe? Desistere e rivolgersi come spesso accade ad un centro medico privato? Ma anche no! Perché il sistema sanitario nazionale ha l’obbligo, tra i vari servizi di cui è dotato, di assegnarti un giorno utile per sottoporti alla visita richiesta. E’ un diritto che spetta indistintamente a tutti i cittadini e non solo a chi ha la pazienza di Giobbe!
Il ReCup è il centro unico di prenotazione, un servizio che sostanzialmente dovrebbe consentire all’utente, vale a dire il cittadino, di prenotare o di disdire eventuali prestazioni sanitarie diagnostiche e visite mediche specialistiche, con prescrizione del medico curante. Questo in teoria; tutt’altra cosa è la pratica. E’ difficilissimo, se non impossibile ottenere una prenotazione tramite questo sistema, per due motivi: il primo è che se si attende alla cornetta telefonica che un operatore di turno si liberi, si
rischia di restare incollati al ricevitore per un tempo indecifrabile di attesa; il secondo, è che se si vuole invece usufruire del servizio di recall si possono dormire sonni tranquilli, tanto quel telefono non squillerà mai.

Allora, perché esiste tale servizio se poi prevale sempre la negligenza?
Non è che a tutti i costi si voglia trovare un colpevole, ma a rigor di logica se un servizio esiste deve essere operativo così come legge comanda. Ed invece non lo è!
Facilitare un utente nella prenotazione di una visita diagnostica è un dovere che la Regione Lazio deve saper offrire. Non è detto infatti che ciascun cittadino sia in grado uti singulus di accedere al sistema informatico e prenotare da remoto, cioè online, una prestazione sanitaria; né tantomeno di individuare le strutture che offrono tale servizio, o gli orari di accesso. Il ReCUP serve proprio a questo: ad individuare
prontamente la struttura più vicina, e quindi più comoda, per l’utente dove prenotare e quindi effettuare la visita richiesta.
Ma è una cosa che andrebbe svolta simultaneamente: chiamata – prenotazione effettuata!
E non: chiamata – attesa biblica – prenotazione rinviata – prenotazione fallita. E conseguente richiesta al privato. Cosa ci sia dietro il disservizio non è dato saperlo; ciò di cui si prende atto è che, specie in un momento come questo, in cui si invitano le persone a muoversi il meno possibile, garantire una prenotazione tramite il ReCUP può rivelarsi non solo auspicabile ma davvero risolutivo.
Che sia un’attesa estenuante, ma proficua? Chissà!

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