Letizia Moratti in Lombardia, Alessio D’Amato nel Lazio. Carlo Calenda (Azione) e Matteo Renzi (Italia Viva) puntano davvero sul… Terzo Polo. Lo fanno con un traguardo fissato al 2024, anno delle elezioni europee. Ma intanto puntano su una esponente con una storia politica di centrodestra per il Pirellone e su un politico dichiaratamente di sinistra per la Regione Lazio. Mettendo in estrema difficoltà il Pd in entrambi i casi. Partito Democratico che soprattutto a Roma deve guardarsi alla sua sinistra, visto che l’abbraccio con Calenda-Renzi, sta saldando l’asse tra Giuseppe Conte (Cinque Stelle), Angelo Bonelli (Verdi) e Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana). La vera posta politica in palio alle regionali è esattamente questa: il centrodestra è largamente favorito, mentre nel campo progressista il Pd è sotto attacco pesantemente. Alle europee del 2024 si capirà la nuova articolazione della politica italiana.
COSA SI MUOVE IN CIOCIARIA
Il Terzo Polo può rappresentare anche dalle parti nostre un punto di riferimento per gli scontenti dei Democrat. Prendiamo Antonio Pompeo: se alle regionali non dovesse essere eletto e si rendesse conto che la federazione provinciale del partito ha aiutato maggiormente Buschini e Battisti, dove guarderebbe? E dove guarderà tra pochi mesi il sindaco di Cassino Enzo Salera, che alle provinciali effettuerà le prove generali per un’operazione trasversale? Nel centrodestra al momento uno scenario del genere non si profila, ma bisognerà aspetterà le comunali per comprendere quali saranno le mosse di alcuni sindaci ed… ex sindaci. Nel frattempo però, con le dimissioni di Nicola Zingaretti da presidente della Regione Lazio, per il Pd ciociaro viene meno un punto di riferimento. Zingaretti in realtà non ha mai avuto una sua “corrente”, però negli ultimi anni (specialmente in quelli da segretario nazionale) era il “faro” di Pensare Democratico di Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti. La stagione congressuale che terminerà a marzo servirà per stabilire i nuovi equilibri nel partito, pure in Ciociaria. De Angelis resta saldo al timone di Pensare Democratico. Non è più scontato, invece, che Buschini e Battisti saranno dalla stessa parte.
La presidenza della Provincia di Frosinone non è un elemento di secondo piano per il Pd. Si tratta di una casella strategica, specialmente perché solitamente si associa alla maggioranza degli amministratori locali. Condizione indispensabile per esprimere poi i presidenti della Saf, delle Comunità Montane e dei Consorzi industriali (fin quando ci sono stati). Stavolta il Partito Democratico non ha un proprio esponente da candidare. E’ per questo che Francesco De Angelis sta riflettendo sul da farsi: una soluzione “terza”, operativa e dal profilo amministrativo potrebbe rappresentare una soluzione praticabile. In accordo con alcuni partiti del centrodestra. Dopo le provinciali il segretario Luca Fantini dovrà decidersi ad affrontare la questione relativa alle scelte politiche del sindaco di Cassino Enzo Salera. Il quale si è messo di traverso quando si trattava di convergere sulla richiesta di candidare proprio De Angelis capolista del collegio proporzionale della Camera. Al punto da scrivere a Bruno Astorre per prendere le distanze dalle indicazioni della federazione provinciale. Oggi, per la presidenza della Provincia, Salera vuole “differenziarsi” ancora una volta. Ma fa parte del Pd oppure no? L’argomento va affrontato. Nel centrodestra si andrà alla frattura per una situazione paradossale, quasi da satira. La Lega, con l’8%, vorrebbe fare il bello e cattivo tempo da Acquafondata a Paliano. Indicando tutti i candidati, compreso quello alla presidenza della Provincia. Mentre Fratelli d’Italia, con oltre il 30%, secondo i leader del Carroccio dovrebbe alzare la manina in silenzio e perfino ringraziare. Non funziona così. Infatti non funzionerà.
Claudio Fazzone, senatore e coordinatore regionale di Forza Italia, è stato eletto presidente dell’ottava commissione del Senato. Un incarico prestigioso e impegnativo. Sicuramente a questo punto non si proporrà per la candidatura alla presidenza della Regione. Nel Lazio sarà Fratelli d’Italia a esprimere il candidato alla presidenza. Chiara Colosimo, appena eletta deputata, probabilmente proseguirà l’esperienza a Montecitorio. La carta civica del presidente della Croce Rossa nazionale Francesco Rocca resta in campo, ma Giorgia Meloni pare intenzionata puntare tutto sulla caratterizzazione politica. Per questo motivo stanno salendo le quotazioni del parlamentare Fabio Rampelli. Una vittoria del centrodestra nel Lazio darebbe una spallata ad un intero sistema di potere che ha il Pd come fulcro. Aprendo degli scenari completamente nuovi per una coalizione che, nonostante sia maggioritaria, non riesce a sfatare i tabù Campidoglio e Pisana. Alle regionali sarà interessante anche verificare le percentuali dei partiti in provincia di Frosinone. Per esempio di Fratelli d’Italia e della Lega, che stavolta non potrà fare i giochi di sponda con le liste civiche. Un peccato e un paradosso che nel momento storico in cui il centrodestra avanza nel Paese e nel Lazio, in provincia di Frosinone non riesce neppure a sedersi attorno allo stesso tavolo. Con il rischio concreto che si andasse alla conta comincerebbe una lunga stagione di instabilità proprio al Comune capoluogo. Dove i numeri (in particolare dopo le regionali) potrebbero non essere più quelli che sembrano adesso.