E’ attesa per domani la nomina del commissario ad acta che dovrebbe sbloccare la stagione congressuale del Pd, che in ogni caso dovrebbe chiudersi entro il trenta giugno. Significa che in un mese e mezzo bisognerebbe definire la platea degli aventi diritto al voto, indire e svolgere le assemblee dei circoli e poi ratificare il tutto. Si farà in tempo? Non è chiaro. Anche se la determinazione del segretario regionale Daniele Leodori è totale. Il punto vero è che il commissario ad acta dovrà confrontarsi con la commissione nazionale di garanzia per capire entro quali spazi potrà muoversi. Considerando che la commissione regionale di garanzia ha stabilito che il tesseramento 2024 è valido per l’iscrizione ma non per determinare gli aventi diritto al voto congressuale.
Complicato pensare che un’operazione politica del genere possa svolgersi senza un preventivo confronto tra il commissario e i leader delle diverse correnti. Il nodo da sciogliere è esattamente questo. Francesco De Angelis (AreaDem) e Sara Battisti (Rete Democratica) non si parlano da mesi. Se si eccettua un breve scambio di battute a Ceccano. Il primo sostiene la candidatura alla segreteria di Achille Migliorelli, appoggiato anche da Parte da Noi di Danilo Grossi. La seconda è schierata con Luca Fantini, che può contare anche su Energia Popolare di Antonio Pompeo. Più in generale i Democrat stanno scontando sul territorio un lungo periodo di “congelamento”. Esattamente cinque mesi. Complicato assumere una posizione unitaria su qualunque argomento, considerando l’assenza di una governance. Perciò la prima sfida da vincere dovrebbe essere quella di rimettere i leader attorno allo stesso tavolo. Non è semplice.
Contemporaneamente c’è un’altra partita, che riguarda il circolo di Frosinone. Pare che il segretario Marco Tallini abbia convocato i referenti delle diverse correnti per cercare una soluzione all’impasse. Pure in tal caso la paralisi è totale. Si sono dimessi diversi esponenti della direzione del circolo, oltre al vicepresidente e al segretario. Non è successo nulla. Ma è all’interno del gruppo consiliare che bisognerebbe guardare con attenzione. Perché Angelo Pizzutelli si è dimesso da capogruppo da mesi e non è tornato sui suoi passi. Perché Norberto Venturi si è stancato di sollecitare una maggiore attenzione del partito nei confronti del capoluogo. Perché Fabrizio Cristofari non potrà continuare in eterno a spegnere ogni tipo di incendio. Si era detto che doveva essere proprio il gruppo consiliare a rappresentare il fulcro di un comitato di garanzia in grado di accompagnare il circolo al congresso. Fra l’altro in una situazione difficile e complicata. Al Comune di Frosinone la coalizione di centrosinistra che ha appoggiato Domenico Marzi nel giugno 2022 semplicemente non esiste più. Lista Marini e Polo Civico sono con Riccardo Mastrangeli, la Lista Marzi ha un asse con l’attuale primo cittadino. E’ rimasto soltanto il Pd, peraltro senza una credibile politica delle alleanze. I Socialisti di Gian Franco Schietroma hanno già effettuato scelte in autonomia e indipendenza. Lo faranno ancora. Stupisce non poco che nei Democrat ci sia ancora chi guardi ad una sorta di Campo Largo con un Movimento Cinque Stelle che sul piano locale è inesistente. Stupisce non poco che a distanza di quasi tre anni non si sia avviata una riflessione sul modo con il quale è stata “affondata” la candidatura a sindaco di Mauro Vicano. Stupisce non poco che il centrosinistra, nonostante tre sconfitte consecutive, continui ad andare avanti con strategie e schemi che non funzionano.
Basterebbe il via libera alla stagione congressuale del Pd per provare a invertire la rotta? Sicuramente no, ma in ogni caso sarebbe un primo passo. Se davvero domani dovesse essere nominato il commissario ad acta, allora i leader dovranno dare risposte e segnali. Ricordiamo che è in corso la campagna elettorale per Ceccano e che poi bisognerà scegliere i candidati “blindati” alle provinciali. In effetti, esiste un problema di spirito di squadra. Decisivo.