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Non c’è l’intesa con il Ministero, la Regione Lazio ‘licenzia’ centinaia di Lsu

Cesidio Vano
La Regione Lazio gira le spalle a centinaia di Lsu, che dal mese di dicembre sono senza lavoro. Per la sigla sindacale Usb Pubblico Impiego si tratterebbe di un vero e proprio licenziamento
Gennaio 13, 2023
Operatori Lsu al lavoro sulle strade della Regione Lazio (foto: Regione Lazio)

La Regione Lazio gira le spalle a centinaia di Lsu, che dal mese di dicembre sono senza lavoro. Per la sigla sindacale Usb Pubblico Impiego si tratterebbe di un vero e proprio licenziamento che sta gettando nella disperazione tantissime famiglie di tutte le province del Lazio, una quarantina quelle residenti in Ciociaria, molte delle quali vedevano in quel reddito l’unica entrata per sbarcare il lunario.

La comunicazione è arrivata prima di Natale, ma è con la ripresa delle attività dopo il periodo feriale che la situazione si presenta in tutta la sua drammaticità.

Regione e Ministero non hanno trovato l’intesa per sottoscrivere il rinnovo dei progetti Lsu e per i lavoratori non c’è altra alternativa che restare a casa.

Manca l’intesa Regione Lazio-Ministero

La Regione Lazio – spiegano dall’Unione sindacale di base – ha comunicato la sospensione delle attività dei lavoratori socialmente utili (Lsu). Siamo di fronte a dei veri e propri licenziamenti! È questa l’amara sorte di centinaia di LSU che restano a casa senza lavoro perché la Regione Lazio ed il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali non firmano l’accordo di inteso per il rinnovo del progetto LSU”.

Lavoratori “licenziati”

Ad avere la peggio nel tira e molla tra Regione e dicastero del Lavoro sono però proprio i lavoratori che hanno sempre operato, tra l’altro, in condizioni che il sindacato dichiara di essere di “sfruttamento”: con paghe irrisorie e molte ore di impiego.

“Nel ping-pong istituzionale delle responsabilità, a rimetterci ancora una volta sono i lavoratori – sottolineano da Usb – che, seppur nella nota condizione di sfruttamento in cui versano i LSU vengono così privati dell’unico sussidio che, sfiorando il minimo garantito per legge, rappresenta per loro fonte di sostentamento”.

L’USB chiede rispetto e dignità per gli LSU

La sigla sindacale ricorda gli obblighi costituzionali in tema di lavoro, che gravano come ovvio anche sulla pubblica amministrazione: “È compito delle Istituzioni applicare i dettami costituzionali. Citiamo testualmente l’art. 36 della Costituzione: ‘Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia  un’esistenza libera e dignitosa’.

L’Usb ricorda poi la storica lotta che come sindacato ha sempre condotto accanto ai lavoratori Lsu rinnovando la promessa di mettere in atto tutti gli strumenti esistenti per difendere i diritti degli LSU “che da anni sono impiegati per il bene comune al servizio degli gli enti locali, arrecando un duplice danno ai lavoratori stessi in primis ma, anche al servizio pubblico inteso nella sua accezione più ampia”.

Pronti alla mobilitazione nella Regione Lazio

Il sindacato si è già mosso presso le istituzioni coinvolte (Ministero del Lavoro e della Politiche Sociali e Regione Lazio) e avvisa: “Se non avremo riscontri, non esiteremo a chiamare i lavoratori alla mobilitazione”. E annuncia un calendario di manifestazioni e interventi che USB metterà in atto “a favore della definitiva stabilizzazione degli Lsu senza perdere d’occhio la continuità lavorativa e soprattutto il raggiungimento di una pensione dignitosa. Non ci stancheremo mai di lottare per una causa che grida: giustizia sociale!”.

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