“Se stiamo insieme ci sarà un perchè…” cantava in un brano vincitore del Festival di Sanremo, Riccardo Cocciante. Il suo omonimo sindaco di Frosinone pare canticchi spesso questa canzone quando ricorre all’abbraccio del suo predecessore Nicola Ottaviani. Piace a entrambi quella formula dello “stare insieme” che ora mostra i primi cedimenti difronte agli eventi degli ultimi giorni.
Pare che lo “stare insieme” sia una formula usata spesso da entrambi ma che il significato noto ai comuni mortali sia un po’ diverso sia per Riccardo Mastrangeli che per il “fraterno amico di sempre” Nicola Ottaviani.
Mentre il centrodestra di governo fatica a ritrovare un’unità di facciata ma riconosce, obtorto collo, a Giorgia Meloni una leadership indiscussa dalle nostre parti purtroppo non solo si fatica a riconoscere le nuove leadership (Massimo Ruspandini è il leader del partito che ha ottenuto il triplo dei voti della Lega ed è stato il parlamentare che ha ottenuto la percentuale più alta della Regione nei collegi uninominali) ma sembra che si evochi lo “stare insieme” esclusivamente quando serve alla coppia Mastrangeli-Ottaviani per raggiungere i loro obiettivi (politici, naturalmente).
E’ bene però ricordare, a chi già lo ha dimenticato, che se non ci fossero stati il senso di responsabilità di Massimo Ruspandini, i rospi ingoiati da Fabio Tagliaferri e da tutto il partito di Frosinone, i buoni uffici e il lavoro di “sminamento dei pozzi” portato avanti da Massimiliano Tagliaferri oggi a governare il capoluogo ci sarebbe una bella amministrazione a guida Pd e Nicola Ottaviani, invece di votare la fiducia alla Meloni, sarebbe già tornato a tempo pieno a dedicarsi all’amata professione (che ricorda spesso, lui ha e gli altri no).
Ora i due “fraterni amici” promettono di “stare insieme” ad altri. Meglio cercare nuovi alleati. Magari non ancora avvezzi ad una strana concezione degli accordi. Mastrangeli, per esempio, gongola nell’aver trovato in Antonio Pompeo il vecchio amico al quale rendere omaggio per i dieci anni (senza infamia e senza lode) tra Provincia e Comune. E Ottaviani, preso dal rinnovato feeling con Abbruzzese e Ciacciarelli, prova a utilizzare qualcuno dei suoi per le regionali, spiegandogli bene che stavolta lui potrà “stare insieme” solo dalla Madonna della Neve alla Stazione.
E pensare che in base a questo ragionamento ha provato a convincere il paziente e allibito Adriano Piacentini a voltare le spalle al povero Fazzone e a tutta Forza Italia.
Ora che il gioco è chiaro si capisce bene come operazioni scellerate che in altri comuni avrebbero determinato il “game over” di qualsiasi amministrazione siano passate in sordina nel capoluogo.
“Stare insieme” per Ottaviani ha significato negli anni fare il sindaco leghista e battersi come pochi per una moschea che non è nelle priorità di nessuno, tantomeno del centrodestra. “Stare insieme” ha significato per il neo-parlamentare mettere alla porta, alla fine della sua consiliatura l’assessore di Fratelli d’Italia regalando un assessorato ad un esponente della coalizione avversaria. “Stare insieme” ha significato per il nuovo sindaco marchiarsi di un’appartenenza leghista e professare un’indole anti-immigrati mai rivelata prima a tre giorni dalle elezioni politiche.
E ora che il gioco è chiaro sarà molto difficile convincere gli amici di sempre che “se stiamo insieme ci sarà un perché…”. Infatti, più di qualcuno ha cominciato a capire che il “perché” riguarda sempre e solo Nicola e Riccardo.