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Montecarlo promuove ai quarti Jannik Sinner, Musetti s’illude ma poi cede a Djokovic

Roberto Mercaldo
Aprile 11, 2024
Jannik Sinner

Jannik Sinner non intende fermarsi. Cambia la superficie, cambiano gli avversari, ma non il risultato finale. Per il ragazzo della Val Pusteria c’è la possibilità di adattare il vecchio adagio calcistico e offrirlo nella sua trasposizione tennistica: il tennis è uno sport semplice, nel quale due giocatori si affrontano in maglietta, pantaloncini e racchetta e poi vince Sinner.
A concedersi, suo malgrado, alle voglie di vittoria del nostro golden boy è stato stavolta il tedesco Struff, 194 centimetri di muscoli e una tecnica per nulla trascurabile, uno di quelli del serve & volley, non proprio l’ultimo dei romantici, perché Cressy potrebbe risentirsi, ma di certo tra i pochi ad adottare questo schema quasi come regola e non quale eccezione.
Jann Leonnard, il ragazzone di Warstein, ha avuto il suo momento di gloria nel quarto gioco, quando con rabbia, coraggio, ma anche una certa partecipazione del nostro fenomeno ha controbrekkato riportando il match sul 2/2. Equilibrio ancora fino al 4 pari, ma nel nono gioco Jannik ha alzato la voce, con risposte sugli ultimi centimetri di campo e accelerazioni progressive e violente. Struff ha dovuto ammainar bandiera e da quel momento il match ha preso una piega ben definita: chiamatele, se volete, emozioni sul mattone tritato, bruciate sotto il cielo monegasco, lì dove tutto è civettuolo, pittoresco e armonioso. E con l’armonia che ne contraddistingue il gesto atletico il ragazzo che viene dai monti ha scritto un altro finale autorevole, consegnando agli archivi dell’ATP un 6/4 6/2 che gli vale i quarti di Montecarlo e un’altra manciata di punti in classifica. Nella Race è primo per distacco, nella tradizionale dovrà vincere anche nei quarti per tener dietro Alcaraz, che nel Principato non si è visto ma che a differenza di Jannik non difendeva alcun punto.
Nei quarti troverà Rune, che dopo aver fatto gli straordinari contro Nagal, sorprendentemente in grado di strappargli il secondo set nella prosecuzione del match di ieri, si è aggiudicato un’autentica maratona contro Dimitrov. Dopo aver vinto il primo set al termine di un lunghissimo tiebreak, chiuso sull’11-9, il danese ha ceduto il secondo per 6/3, palesando difficoltà fisiche che però dopo il medical timeout sono evidentemente sparite, visto che a vincere il tiebreak del terzo e decisivo parziale è stato ancora lui, e stavolta piuttosto nettamente. Sarà quindi rivincita della semifinale dell’anno scorso, nella quale Sinner dominò il primo set, ma poi fu rimontato dopo un’interruzione per pioggia che gli spezzò ritmo e concentrazione.
Lorenzo Musetti ci ha creduto. E’ però inciampato al momento di dar forma compiuta a un avvio di match spettacolare, che gli aveva consentito di sorprendere Nole Djokovic, stordito dalle giocate briose ed incisive del ragazzo toscano. Palle corte, rovescio lungolinea sovente letale e un ritmo che il serbo ha mostrato di accusare, almeno fino alle tre palle del 5/2 che Musetti ha sciupato. Ancora una quarta occasione di consolidare il margine attivo, e poi, svanita quella, la lenta involuzione del carrarino, allontanatosi dalla linea di fondo progressivamente e in modo sempre più evidente.
Bravo Nole ad aggrapparsi all’ancora di salvataggio, ingenuo Lorenzo a non proseguire nella tattica che tanto aveva messo in imbarazzo il numero uno del mondo. Sono gli equilibri sottili di uno sport che vive di esaltazioni e depressioni; equilibri che possono essere spostati da un punto, da un’occasione sciupata, da una palla colpita due decimi di secondo più tardi. Complessivamente, Lorenzo Musetti lascia il Principato con qualche certezza in più e una speranza nel cuore. A sfidare De Minaur nei quarti sarà il drago Nole, 37 primavere tra un mese, ma una sola nel cuore impavido di tennista più vincente di ogni epoca. Non sarà il più bello, ma la vittoria cammina al suo fianco da molti anni. Innegabilmente.
Mentre scriviamo sta iniziando la propria fatica Lorenzo Sonego, nell’ultimo degli ottavi di finale, contro il francese Humbert.
Uscita di scena sorprendente quella di Medvedev, sconfitto dal connazionale Khachanov; meno scalpore suscita quella di Zverev, che le ha buscate da Tsitsipas, smanioso di riportarsi in quella top ten che era stato il suo giardino di casa. Perentorio il modo in cui Ruud, il norvegese che sul rosso ritrova sensazioni solo baluginanti sul veloce, si è sbarazzato di Hurkacz: un 6/4 6/2 che respinge le ambizioni del polacco ciondolante. Domani quarti di finale “principeschi”, e non potrebbe essere altrimenti.

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